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Le mostre del 2024 da non perdere – II parte

Le mostre del 2024 da non perdere – II parte

Quali sono le mostre d’arte da visitare in Italia in questo 2024 e che non possiamo assolutamente farci scappare? Ne abbiamo già viste alcune nello scorso articolo, a cui vi rimando. Proseguiamo quindi con la seconda parte della carrellata di esposizioni da appuntare nelle nostre agende 2024.

Preraffaelliti a Forlì

Mostre 2024
Dante Gabriel Rossetti La vedova romana 1874 olio su tela Museo de Arte de Ponce / The Luis A. Ferré foundation, Inc.

Dal 24 febbraio al 30 giugno 2024 al Museo Civico San Domenico di Forlì sarà visitabile la mostra Preraffaelliti. Rinascimento Moderno. Sono William Holman HuntJohn Everett Millais e Dante Gabriel Rossetti i maestri del Preraffaellismo, il movimento artistico nato nell’Inghilterra vittoriana, in risposta alle maglie strette della Royal Academy e alla ricerca di una purezza originaria. Ne nasceva un’arte – tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie, mobili, ceramiche, opere in vetro e metallo, tessuti, medaglie, libri illustrati, manoscritti e gioielli – visionaria, romantica, con punti di incontro con il simbolismo, l’art nouveau e il decadentismo. In mostra 300 opere di artisti italiani e internazionali.

Animali fantastici a Bologna

A Palazzo Albergati, a Bologna, fino al 5 maggio 2024 è in corso la mostra Animali Fantastici. Il Giardino delle Meraviglie. Oltre 90 animali realizzati da 23 artisti italiani contemporanei a rappresentare molto più di una mostra, in cui animali, arte, magia, divertimento e sogno si fondono. Il museo diventa habitat fantastico, attrattivo per tutti, grandi e piccoli, esperti d’arte e curiosi, trasformandosi in un primo zoo d’artista al mondo, privo di gabbie e distanze, permettendo al visitatore di immergersi in un safari pedonale in cui convivono diversi ecosistemi artistici.

Van Gogh a Trieste

Mostre 2024
Vincent van Gogh Ritratto di Joseph-Michel Ginoux 1888, Olio su tela 65,3 x 54,4 cm © Kröller-Müller Museum, Otterlo, The Netherlands

Tra le mostre del 2024 più attese c’è quella dedicata a Vincent Van Gogh, che il Museo Revoltella di Trieste ospiterà nelle sale espositive del IV piano a partire da giovedì 22 febbraio e fino a domenica 30 giugno 2024. Quella che viene presentata a Trieste è la cosiddetta “mostra dei record” perché visitata in pochi mesi da 600.000 visitatori a Roma. Un’esposizione che si arricchisce dei due celebri ritratti, quelli di Monsieur e Madame Ginoux, i proprietari del Caffè di Arles frequentato dall’artista e realizzati attorno al 1890. Oltre cinquanta capolavori di Van Gogh, grande incompreso del suo tempo ma che oggi è forse il pittore più iconico al mondo.

Marcel Duchamp a Venezia

Si intitola Marcel Duchamp e la seduzione della copia la personale che la Collezione Peggy Guggenheim dedica a uno degli artisti più influenti del Novecento, nonché storico amico della mecenate americana, con una sessantina di opere iconiche realizzate tra il 1911 e il 1968. Al cuore della mostra l’ossessione per la riproduzione dell’opera d’arte: “Distinguere il vero dal falso, così come l’imitazione dalla copia, è una questione tecnica del tutto idiota”, dichiarava Duchamp nel 1967, che si dedicò a molteplici attività creative considerate al tempo dissacranti, per offrire la ripetizione del piacere estetico e mettendo in discussione l’assioma di originalità dell’opera d’arte.

Robert Capa a Torino

A Torino, presso il Camera, il Centro Italiano per la fotografia di Torino, dal 14 febbraio al 2 giugno 2024 ci sarà un’esposizione dedicata a Robert Capa e Gerda Taro. Centoventi scatti che raccontano uno dei momenti cruciali della fotografia del XX secolo: il rapporto professionale e affettivo tra Robert Capa e Gerda Taro, tragicamente interrotto dalla morte della fotografa in Spagna nel 1937. In mostra anche la riproduzione di alcuni provini della celebre “valigia messicana”, persa nel 1939 per non farla finire nelle mani delle truppe tedesche e ritrovata a Città del Messico nel 2007.

Mostre 2024
Fred Stein, Gerda Taro and Robert Capa, Cafe de Dome, Paris 1936 © Estate Fred Stein Courtesy International Center of Photography

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Simone Gasparoni

Simone Gasparoni

Classe 1995, studio Filosofia all'Università di Pisa. Allievo ortodosso di Socrate, ho sempre pensato che le parole siano roba troppo seria per abusarne (lo so, lo so, detta così sembra una scusa degna del miglior cerchiobottismo, per dirla in gergo giornalistico). Romantico per vocazione, misantropo per induzione. Attualmente, in via di riconciliazione con il genere umano attraverso la musica, l'arte, la cultura. Per ora, sembrano buone vie. Oltre che all'Unipi, potete trovarmi in giro in qualche locale o teatro a strimpellare la tastiera. O, con più probabilità, a casa mia. P.S. Ecco, l'ho già fatta troppo lunga...

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