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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

LET IT BE (Lennon – McCartney)

LET IT BE (Lennon – McCartney)

LET IT BE (Lennon – McCartney)

Paul McCartney — voce, pianoforte, maracas, cori
John Lennon — basso, cori
George Harrison — chitarra solista, cori
Ringo Starr — batteria
Billy Preston — organo Hammond, piano elettrico
Linda McCartney — cori (esclusivamente nella versione pubblicata come singolo)
Musicisti non accreditati — due trombe, due tromboni, sassofono tenore, sassofono baritono, violoncelli

Produttore: George Martin
Fonico: Glyn Johns

 

 

 

 

 

Quando mi trovo in momenti difficili
Madre Maria viene da me
dicendomi con saggezza, lascia stare.
E nella mia ora buia
lei è proprio di fronte a me
mi dice con saggezza, lascia che sia.

 

 

 

 

 

Lascia che sia, lascia che sia
lascia che sia, lascia che sia.
Sussurra parole sagge, lascia che sia.

Il brano

“Let It Be” è un brano di Paul McCartney.

Paul rivelò che l’ispirazione gli venne in sogno, dove sua madre, morta quando lui aveva 14 anni, gli consigliava di lasciar perdere (let it be) e non preoccuparsi del destino del gruppo.

John Lennon accolse la canzone con malcelato sarcasmo, poiché la considerava troppo “pseudo-religiosa”, infatti come si evince dalla sua frase in falsetto che sul disco precede la canzone a mo’ di scherno. Secondo alcuni, l’antipatia di Lennon per il brano sarebbe confermata proprio dalla collocazione della canzone sull’album, posta appena dopo l’irridente frase di Lennon: «And now we’d like to do “Hark The Angels Come”!» (“Ed ora vorremmo eseguire Udite! Gli angeli cantano!”), e subito prima dell’esecuzione di Maggie Mae, dedicata ad una prostituta di Liverpool.

[fonte Wikipedia]

 

E quando tutti i cuori infranti
di questa terra saranno d’accordo
ci sarà una risposta, lascia che sia.
Perché anche se li separano ci sarà
per loro un’altra opportunità
arriverà la risposta, lascia che sia.

 

Lascia che sia, lascia che sia
lascia che sia, lascia che sia.
Ci sarà una risposta, lascia che sia.

 

Registrazione e accordi

“Let It Be”  è passata alla stgoria come uyno dei brani più venduti di sempre.

Esistono molte versioni dello stesos brano con diversi mixaggi..

La versione finale venne registrata il 31 gennaio 1969, come parte del progetto Get Back (l’album che successivamente diventerà Let It Be). McCartney suonava un pianoforte a coda Blüthner, Lennon il basso, Billy Preston l’organo, George Harrison la chitarra elettrica e Ringo Starr la batteria.[9] In questa seduta furono registrate due versioni della canzone. La prima, denominata 27-A, sarebbe servita come base per tutte le uscite ufficiali del brano. La seconda, la take 27-B, fu eseguita nel film Let It Be e contiene un assolo di chitarra differente da parte di George Harrison.

[fonte Wikipedia]

E quando la notte è nuvolosa,

c’è ancora una luce che splende su di me
e splenderà fino a domani, lascia che sia.
Mi sveglio al suono della musica
Madre Maria viene da me
dicendo con saggezza, lascia che sia.

Lascia che sia, lascia che sia
lascia che sia, lascia che sia.
Ci sarà una risposta, lascia che sia.

Di seguito gli accordi e a seguire un breve tutorial video:

DO SOL LAm FA
When I find myself in times of trouble, Mother Mary comes to me

DO SOL FA DO/MI REm DO
Speaking words of wisdom, let it be

And in my hour of darkness, She is standing right in front of me

Speaking words of wisdom, Let it be

LAm SOL FA DO
Let it be, let it be, let it be, let it be

SOL DO FA DO/MI REm DO
Whisper words of wisdom, let it be

And when the broken hearted people, Living in the world agree

There will be an answer, let it be

But though they may be parted, There is still a chance that they may see

There will be an answer, let it be

CHORUS: Let it be, let it be, let it be, let it be

There will be an answer, let it be

Let it be, let it be, let it be, let it be

Whisper words of wisdom, let it be

LEAD

Let it be, let it be, let it be, let it be

Whisper words of wisdom, let it be

And when the night is cloudy,

There is still a light that shines on me

Shine on till tomorrow, let it be

I wake up to the sound of music, Mother Mary comes to me

Speaking words of wisdom, let it be

Let it be, let it be, let it be, let it be

SOL DO FA DO/MI REm DO
Whisper words of wisdom, let it be

And when the broken hearted people, Living in the world agree

There will be an answer, let it be

But though they may be parted, There is still a chance that they may see

There will be an answer, let it be

CHORUS: Let it be, let it be, let it be, let it be

There will be an answer, let it be

Let it be, let it be, let it be, let it be

Whisper words of wisdom, let it be

LEAD

Let it be, let it be, let it be, let it be

Whisper words of wisdom, let it be

And when the night is cloudy,

There is still a light that shines on me

Shine on till tomorrow, let it be

I wake up to the sound of music, Mother Mary comes to me

Speaking words of wisdom, let it be

 

Lascia che sia, lascia che sia
lascia che sia, lascia che sia.
Sussurra parole sagge, lascia che sia.

Live e cover

Il brano ovviamente vanta un numero notevole di cover.

Tra tutte abbiamo scelto Ray Charles e Nick Cave.

“let it be” (Lennon – McCartney)

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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