ON AIR


Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

“Come stai?”

“Come stai?”

A me piace molto chiedere “come stai?”. Ma non quel “come stai?” buttato lì per educazione, giusto per formalità, che poi viene superato indipendentemente dalla risposta perché la conversazione ha un secondo fine. Mi piace invece fermarmi ad ascoltare, magari posso essere utile, perché secondo me tutti noi, chi più chi meno, abbiamo bisogno di essere ascoltati. Ed allora mi chiedo: quanto spesso ci fermiamo veramente ad ascoltare gli altri? E quanto spesso ci prendiamo quindi il tempo per chiedere sinceramente a qualcuno “come stai?” e ascoltarne la risposta?

L’ascolto attivo è un’abilità straordinaria, spesso trascurata nell’era moderna dell’informazione in cui tutti sembrano avere molto da dire ma pochi sembrano disposti ad ascoltare. Chiedere a qualcuno come sta e, cosa ancora più importante, prestare attenzione alla sua risposta, è un atto di empatia che va oltre le parole. È un modo per mostrare interesse sincero per il benessere degli altri.

Chiedere a qualcuno come sta può aprire una finestra nel suo mondo emotivo. Può rivelare le gioie e le sfide che sta affrontando, creando un ponte tra due persone. Questo semplice atto può anche alleviare il peso della gente che si sente sola o sovraccarica, dando loro la possibilità di condividere i loro sentimenti.

Ascoltare attentamente è altrettanto importante quanto porre la domanda. Spesso, quando ci impegniamo in una conversazione, siamo così concentrati sulla nostra risposta successiva che non ascoltiamo davvero quello che l’altra persona sta dicendo. L’ascolto attivo richiede di mettere da parte le distrazioni, guardare negli occhi (se siamo di persona) e dare piena attenzione a chi parla. Può rivelare dettagli importanti e dare profondità alle nostre relazioni.

Inoltre, chiedere sinceramente come sta può fare la differenza nella vita di qualcuno. In una società in cui molte persone si sentono isolate o ignorate, sapere che c’è qualcuno disposto ad ascoltarle può portare conforto, gioia. Può creare un senso di comunità e legami che spesso manca.

Dunque, l’arte di ascoltare gli altri e chiedere “come stai?” è una pratica che dovremmo coltivare costantemente. Può migliorare le nostre relazioni, creare empatia e connessioni significative. Quindi, la prossima volta che hai modo di parlare con un familiare, un amico, insomma con una persona a cui vuoi bene, chiedi sinceramente come sta ed ascolta con attenzione: potresti essere di grande utilità.

 

Per leggere gli altri articoli di “Non so che scrivere…” clicca qui.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

 

 

Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

Articoli Correlati

Commenti