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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Il Bimby: rivoluzione in cucina…o no?

Il Bimby: rivoluzione in cucina…o no?

Il Bimby: rivoluzione in cucina…o no?

downloadA tutti piace mangiare.

A tutti piace mangiare bene.

Non tutti (me compreso) però padroneggiano i fornelli in cucina, in quel rito magico -almeno per noi incapaci- chiamato “cucinare”.

Invenzioni per venirci incontro ce ne sono parecchie, cibi precotti, forni a microonde, cibi liofilizzati, fast food ecc.

Una tra queste invenzioni è il Bimby, noto robot (robot?) da cucina prodotto dalla altrettanto nota Vorwerk, famosa anche per l’aspirapolvere “Folletto”.
Ormai inquilino di molte case del mondo, il Bimby è un pratico marchingegno tecnologico che sa fare un sacco di cose, basti pensare che in commercio ed in internet si trovino un sacco di ricettari specifici per il Bimby.

Prima però un pizzico di storia:

Il bimby nasce negli anni ’60 grazie all’idea di un signore svizzero residente in Francia di unire in un unico apparecchio le funzioni di cottura e miscelazione, semplificando enormemente il lavoro necessario a preparare e cucinare le zuppe.

L’idea piacque alla Vorwerk che ne iniziò subito lo sviluppo.

Da allora il Bimby si è rinnovato, diventando uno dei robot da cucina più celebri ed acquistati.

bimby

Secondo Vorwerk, il Bimby ha semplificato ed accelerato i processi culinari di casalinghe/i e chef rinomati, ma ha anche risvegliato la passione culinaria in chi, come me, con i fornelli ci va poco d’accordo.

Ma è davvero così?

Chi usa Bimby regolarmente dice che “è perfetto se ami cucinare”.

Analizziamo queste parole, giusto per capire quanto siano una stronzata messe tutte in fila in questo preciso ordine:

Siete mai entrati in casa di qualcuno che ami cucinare davvero?

Avete notato i fornelli sporchi, i libri di ricette, le spezie in cucina e l’incredibile quantità di pentole e padelle di svariate forme e misure, ognuna per una preparazione specifica?

Avete poi visto l’entusiasmo di chi ama cucinare quando vede diverse pietanze cuocere sui fornelli, ognuna con il proprio profumo, le salse che borbottano, i soffritti che riempiono la casa con fragranze incredibili?

E la meticolosità con cui controllano la cottura di tutto? Una girata lì, un assaggio di là, una correzione se serve e viamarmellata-con-bimby così, finché il pasto non è pronto da servire in tavola, in trepidante attesa di vedere le facce stupìte e appagate dei commensali al primo boccone messo in bocca.

Questo significa “amare la cucina”.

E il Bimby che fa?

Semplice, metti tutto nel ciottolo (detta terra terra come piace a noi), pigi un paio di pippoli e vai a farti i cazzi tuoi mentre un aggeggio prepara tutto matematicamente, magari il cibo è preparato perfettamente, ma gli manca quel pizzico di fattore umano che gli dà quella marcia in più.

Quindi il Bimby non va comprato, penserete voi..ed avreste anche ragione, almeno al 50%.

Ci sono un sacco di casi in cui l’aiuto del Bimby è prezioso: in un ristorante magari, quando un qualcosa deve essere preparato alla svelta e chi sta in cucina deve seguire diversi fornelli, magari lasciare al robottino quel qualcosa che non ha bisogno di troppo controllo alleggerisce il lavoro.

bimbyOppure può servire a qualcuno che non è pratico ai fornelli o non può permettersi di passare troppo tempo a seguire i piatti, magari qualcuno torna a casa dal lavoro e la pausa pranzo non supera l’ora e mezzo e invece di tirare fuori pentole e padelle mette tutto nel Bimby, imposta l’impostabile e usa il suo tempo per riposarsi o stare un po’ con la famiglia.

 

La tecnologia è bella, ma non sempre è necessaria.

A volte un pranzo semplice fatto a mano è più gradevole di un elaborato pasto preparato al computer.

Daniele Raddino

Daniele Raddino

Daniele Raddino, classe 1992. Fotografo in fase di crescita, quando ripone la reflex sperpera il tempo libero con uno strumento musicale o sull'internet, tra blog e video a caso. Adora il tiramisù, la musica di una volta e il suono vigoroso di un motore potente.

 Collabora con WiP Radio scrivendo in un blog, commentando - senza peli sulla lingua - il mondo che lo circonda grazie alla capacità d'osservazione acquisita durante le sue piccole avventure fotografiche quotidiane.

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