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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

ACROSS THE UNIVERSE (Lennon – McCartney)

ACROSS THE UNIVERSE (Lennon – McCartney)

ACROSS THE UNIVERSE (Lennon – McCartney)

John Lennon – voce, chitarra acustica, chitarra elettrica
George Harrison – tambura
Paul McCartney – pianoforte
Ringo Starr – maracas, grancassa
Phil Spector – strumenti ad arco, cori

Registrazione: 12 dicembre 1969
Produttore: George Martin
Fonico: Glyn Johns

 

 

 

 

 

 

Le parole scorrono come pioggia incessante
Dentro una tazza di carta
Scorrono selvaggiamente e scivolano via
Attraverso l’universo
Pozze di dolore, onde di gioia
Vanno alla deriva nella mia mente aperta
Mi possiedono e mi accarezzano

 

 

 

Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Il brano

“Across the Universe” è un brano di John Lennon.

La canzone ebbe la sua genesi una notte del 1968, in cui John meditò a lungo su una delle tante discussioni con la moglie Cynthia. Scrisse un appunto: “words are flowing out like endless rain into a paper cup» (in italiano: “le parole scivolano via come pioggia infinita in una tazza di carta”). La mattina dopo andò al piano e finì di comporre la prima bozza del brano.

Dopo diversi rimaneggiamentiil brano fu accantonato fino ad apparire, arrangiato da Phil Spector, nell’album Get Back.

[La frase in sanscrito significa “grazie ti saluto maestro divino”, è un saluto, una forma di riconoscenza a Guru Dev che significa Maestro Divino (Dandi Brahmananda Saraswati, Shankaracharya di Jyotir Math, il maestro di Maharishi Mahesh Yogi di cui i Beatles furono discepoli), con in aggiunta la sillaba sacra dell’induismo Om (ॐ): è un saluto che viene usato dai praticanti la meditazione trascendentale.]

da Wikipedia

Immagini di luce frammentata che ballano
Davanti a me come un milione di occhi
Continuano a chiamarmi
Attraverso l’ universo
I pensieri vagano come il vento incessante
Nella cassetta della posta
Procedono alla cieca mentre si fanno strada
Attraverso l’ universo

Registrazione e accordi

“Across the Universe”  fu registrata negli studi di Abbey Road sotto la supervisione e il contributo di George Martin.

Fu negli studi della EMI delle Get Back Sessions che Phil Spector eseguì l’arrangiamento finale, rallentandolne alcuni segmenti e, soprattutto, aggiungendo quelleo che passerà alla storia come muso del suono: un utilizzo, per alcuni invadente, di una notevole quanità di fiati e archi, nello specifico 54 elementi.

Nel 2008, per festeggiare i 40 anni dalla nascita dalla sua nascita, il brano fu trasmesso dalla NASA via radio a 431 anni luce di distanza in direzione della stella polare. L’iniziativa fu approvata da Paul McCartney, Yoko Ono e la Apple Records.

Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

 

Immagini di luce frammentata che ballano
Davanti a me come un milione di occhi
Continuano a chiamarmi
Attraverso l’universo
I pensieri vagano come il vento incessante
Nella cassetta della posta
Procedono alla cieca mentre si fanno strada
Attraverso l’universo

Di seguito gli accordi  e a seguire un breve tutorial video:

RE SIm FA#m
Words are flowing out like endless rain into a paper cup

MIm LA7
They slither while they pass they slip away across the Universe

RE SIm FA#m
Pools of sorrow, waves of joy are drifting through my opened mind

MIm SOLm
Possessing and caressing me

RE LA
Jai Guru Deva Om.

Chorus
LA7
Nothing’s gonna change my world,

SOL/RE RE
Nothing’s gonna change my world

LA7
Nothing’s gonna change my world,

SOL RE
Nothing’s gonna change my world

Images of broken light which dance before me like a million eyes

They call me on and on across the Universe

Thoughts meander like a restless wind inside a letterbox

They tumble blindly as they make their way across the Universe

Jai Guru Deva Om

Chorus

Sounds of laughter, shades of earth are ringing through my opened ears

Inciting and inviting me

Limitless undying love which shines around me like a million suns

And calls me on and on across the Universe

Jai Guru Deva Om

Chorus

RE
Jai Guru Deva (Repeat)

 

Niente cambierà il mio mondo
Niente cambierà il mio mondo

Live e cover

Il brano vanta innumerevoli cover.
Non possiamo non farvi vedere il meraviglioso omaggio live al Grammy Awards del 2005 con artisti del calibro di Bono, Alicia Keys, Mick Jagger, Slash, Billie Joe, Steve Wonder.

Fra le alte cover citiamo sicuramente David Bowie, in collaborazione con lo stesso Lennon.
Inoltre citiamo: Kurt Cobain dei Nirvana, Liam Gallagher degli Oasis, per non parlare di Nora Jones (il cui video non caricherò per ovvie ragioni), Alicia Keys, Alison Kraus, eccetera eccetera.

Infine, nel 2007 è uscito il film musical Across the universe di Julie Taymor che si ispira ad alcuni brani dei Beatles.

 

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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