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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Vorrei l’udito di mia nonna

Vorrei l’udito di mia nonna

Non ho mai compreso le ragioni per le quali, le persone anziane, siano tanto riluttanti nei confronti degli apparecchi acustici.

Come sentono nell’aria la parola “Amplifon”, si contorcono come vampiri alla vista dell’aglio o si fingono morti come le famiglie che il 31 ottobre, hanno dimenticato di comprare le caramelle, quando un’orda di 12enni inizia a suonar loro il campanello inneggiando “Trick or Treat”. 

Nonna Laura, vive la sua vita tra la poltrona verde bottiglia che sta in cucina di fronte al televisore ed il giardino, e la poltrona verde ed il terrazzo, e la poltrona verde ed ogni tanto fa un salto al cimitero, per poi far ritorno alla poltrona verde.

Dall’alto del suo trono, passa le giornate, le settimane e le stagioni, tra un programma di Gerry Scotti, la 15esima edizione del Grande Fratello, la 16esima, la nuova di Ballando…ed interminabili telefonate.

La questione dell’udito scarso della nonna è un argomento tabù da anni a casa mia.  

Svariati anni fa, l’abbiamo trascinata contro il suo volere in un centro Amplifon. 

Aveva ceduto solamente perché io ero stufa marcia di aver le corde vocali on fire, che, al termine di ogni telefonata, mi supplicavano misericordia manco fossero quelle di Albano dopo l’ennesimo urlo sul palco della Sagra dei becchi a Santarcangelo di Romagna (che, sì amici, esiste davvero). 

La visita al centro Amplifon, fu piuttosto lunghetta, le fecero un sacco di prove e ce ne tornammo a casa a little bit confused.

La nonna infatti da mesi sosteneva di non sentirci una mazza dall’orecchio destro ma il referto riportava che, udite udite, quello sordo fosse il sinistro. 

Stranger things, come la serie tv. 

Chiaramente codesta incongruenza fu l’appiglio per far sì che il tema apparecchio acustico cadesse nel dimenticatoio, assieme a tutti gli argomenti che in famiglia non puoi trattare senza scatenare un pandemonio: tipo gli ex dei genitori, pure se i tuoi son sposati dal ‘45. 

 

Ad ogni modo, la faccenda più incredibile della questione dell’ipoacusia è che la nonna ha il cordless rotto da mesi: non funziona bene il volume e si sente oggettivamente malissimo. 

Ha il cordless rotto, non sente una cippa, ma se ne sta tutto il giorno sulla poltrona verde con il televisore a palla a parlare al telefono, come se il problema dell’udito non esistesse.

Pare la metafora del calabrone: “La struttura alare del calabrone, in relazione al suo peso, non è adatta al volo, ma lui non lo sa e vola lo stesso”, con l’aggravante che lei ne ha piena cognizione. 

Cosa ancor più spassosa è che, se la accompagni invece ad una visita medica, passa il tempo a suon di “Come Dottore?!?”, “E’?!”, “Scusa non ho capito, puoi ripetere” (cit. VR).

E’ come se il suo orecchio facesse selezione all’ingresso, come le discoteche, con un tappo di cerume che fa da buttafuori:

  • Forum con storie inventate ed attori scarsissimi: Si sente da dio;
  • Pseudo Vip che lamentano drammi familiari: Acustica perfetta;
  • Telefonata della vicina di casa che sparla della dirimpettaia: Mai sentito meglio; 
  • Dottore che vuol mettermi a dieta: Sa-sa prova-prova;
  • Nipoti che rompono le balle e mi dicono che son sorda: Houston: abbiamo un problema.

 

Quanto vorrei che il mio udito funzionasse come il suo.

Quanto bello sarebbe se certe porcate venissero in automatico rimbalzate fuori dal padiglione auricolare.

Vorrei non sentirle certe donne quando, stizzite, mi dicono “Buon per te che vai in palestra. Io non ho proprio tempo.”(Tu. Tu, con il part time, un marito e 4 nonni in pensione che abitano accanto casa tua, tu dici a me che non trovi un’ora per andare in palestra…), vorrei non coglierlo quel tono malizioso quando mi vedono in giro nel weekend da sola: “Ah, la bimba è dal papà ….” , e non vorrei sentirle nemmeno quando mi vedono mangiar sano e mi dicono: “Ma falla finita che agli uomini piace toccare qualcosa!” e non vorrei nemmeno ascoltarle quando, dopo l’ennesimo appuntamento galante deludente, malignette, mi dicono:“Eh, ma allora, se non ti va bene niente….”

E’ vero tutto, e anche peggio probabilmente. 

Ho 37 anni, una bimba stupenda di 4 e mezzo, son separata dal suo papà, quando riesco vado 3 volte la settimana in pausa pranzo in palestra senza togliere del tempo a nessuno se non al mio pasto, mangio sano perchè mi sento bene quando lo faccio, e, si, ho 2 weekend liberi su 4 in cui non devo render conto a nessuno, se non alla mia coscienza ed è anche vero che si, non mi va bene quasi niente e nessuno (e, aperta parentesi, non ho il benché minimo dubbio, che tutte le questioni sovrammenzionate non siano di vostra competenza). 

Per queste ragioni, non mi prenderò il primo omarello che mi passa davanti solo per il timore di rimanere da sola ma aspetterò fin quando non troverò qualcuno che mi piaccia da impazzire, da matti, e nell’attesa, non mi accontenterò di una relazioncina del menga solo perchè ho una bambina e dovrei per questo pensare che non è banale trovar qualcuno a cui stia bene la mia situazione familiare, ma paziente e fiduciosa attenderò fin quando non arriverà qualcuno capace di travolgermi completamente e scardinare ogni mia certezza.

Saluti e Buon non ascolto a tutti. 

 

Giulia Rossi

Giulia Rossi

Chiacchierona, fantasiosa e precisetti. Le interessa tutto e non si specializza in niente. Non ha ancora trovato la sua strada forse perché semplicemente UNA strada non c'è.

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