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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

GET BACK (Lennon – McCartney)

GET BACK (Lennon – McCartney)

GET BACK (Lennon – McCartney)

Paul McCartney – voce, basso
John Lennon – armonie vocali, chitarra solista, voce in Don’t Let Me Down
George Harrison – chitarra ritmica e chitarra solista in Don’t let me down
Ringo Starr – batteria
Altri musicisti

Billy Preston – pianoforte elettrico

Produttore: George Martin
Fonico: Glyn Johns

 

 

Jojo era un uomo che pensava di essere un solitario
Ma sapeva che non poteva durare
Jojo lasciò la sua casa a Tuscon, in Arizona
per un po’ d’erba della California da fumare

 

Ritorna, ritorna
Ritorna nei tuoi luoghi d’appartenenza
Ritorna, ritorna
Ritorna nei tuoi luoghi d’appartenenza
Ritorna, Jojo.

Il brano

“Get Back” è un brano di Paul MCCartney.

Il testo originariamente voleva essere una parodia del delirio razzista nei confronti degli immigrati. Fu poi “edulcorato” per non indurre in fraintendimenti trasformandolo nella storia di Jojo, un americano dell’Arizona, e della dolce Loretta Martin, scopertasi improvvisamente un uomo.

Leggende metropolitane parlano di un Paul che, in studio, volgeva lo sguardo verso Yoko Ono nel momento del ritornello.

Va’ a casa

Ritorna, ritorna
Ritorna nei tuoi luoghi d’appartenenza
Ritorna, ritorna
Ritorna nei tuoi luoghi d’appartenenza

Ritorna, Jo.

 

Dolce Loretta Martin, lei pensava di essere una donna
invece era solo un altro uomo
tutte le ragazze attorno a lei dicono che se lo poteva aspettare
ma poi l’ha capito appena è stato possibile

 

Registrazione e accordi

“Get Back” è uno dei brani più importanti prodotti deutrante leGet Back Sessions.

Furono sovraincise numerose takes e esistono diverse versioni “ufficiali”.

Nel brano, come in altri tre poi inseriti nell’album Let It Be, èarteciò Billy Preston alle tastiere. La pèartecipazione di Preston fu fortemente voluta da George Harrison che, oltre ad arricchiere gli arrangiamenti, poteva in qualche modo “spezzare” i conflitti che si stavano facendo sempre più frequenti.

Fu eseguito per tre volte nel famoso Rooftop concert del 30 gennaio 1969 (l’ultima fu interrotta dall’arrivo della polizia).

Di seguito gli accordi nella notazione inglese e a seguire un breve tutorial video:

A G D

A A7
Jojo was a man who thought he was a loner
D A
But he knew it wouldn’t last.
A A7
Jojo left his home in Tucson, Arizona
D A
For some California grass.

A A7 A A7
Get back, get back.
D A G D
Get back to where you once belonged
A A7 A A7
Get back, get back.
D A
Get back to where you once belonged

Get back Jojo

A A7 D A G D A A7 D A G D

A A7 A A7
Get back, get back.
D A G D
Get back to where you once belonged
A A7 A A7
Get back, get back.
D A
Get back to where you once belonged

break

A A7
Sweet Loretta Martin thought she was a woman
D A
But she was another man
A A7
All the girls around her say she’s got it coming
D A G D
But she gets it while she can

A A7 A A7
Get back, get back.
D A G D
Get back to where you once belonged
A A7 A A7
Get back, get back.
D A G D
Get back to where you once belonged

Get back Loretta. go home
A A7 D A G D A A7 D A G D

A A7 A A7
Get back, get back.
D A G D
Get back to where you once belonged
A A7 A A7
Get back, get back.
D A G D
Get back to where you once belonged

Get back Loretta
Your mommy’s waiting for you
Wearing her high-heel shoes
And her low-neck sweater
Get on home Loretta
Get back, get back.
Get back to where you once belonged.

 

 

Live e cover

Inutle dire che esistono numerose cover del brano fra le quali ci piace citare: Elton John in un concerto del 1970, Sarah Vaughan, Elvis Presley nel finale di uno splendido medley eseguito in studio nel 1970.

Infine troviamo una delle migliori versioni eseguite dal vivo dal Paul McCartney.

 

 

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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