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Recensione “L’inganno della solitudine”, Simona Marocco

Recensione “L’inganno della solitudine”, Simona Marocco

L'inganno della solitudineL’INGANNO DELLA SOLITUDINE

di Simona Marocco

 

 

Editore: Horti di Giano

Pagine: 128

TRAMA. Tommaso lavora in un call center e vive la monotonia della quotidianità. Rossana fa l’insegnante e ha perso da poco il suo controverso amore. Valeria è un’adolescente che ha dovuto sopportare la malattia di una madre distratta, insieme a suo padre Daniele che si è dovuto caricare sulle spalle il peso delle responsabilità, annientandosi. La vita a volte ci pone davanti a situazioni più grandi di noi. E quando accade, non sempre si ha la forza di affrontare un oggi che può sembrare insormontabile. Eppure le risorse degli esseri umani possono stupire al punto da far superare ciò che, al momento, appare insormontabile. Questa capacità può essere interna come provenire da qualcuno in grado di dirci la cosa giusta al momento giusto; talvolta si palesa un’opportunità che mai avremmo immaginato potesse presentarsi. L’inganno della solitudine evidenzia la fragilità dell’animo umano, condizionabile quanto malleabile, e Simona Marocco è riuscita a intrecciare le vicende di quattro personaggi che probabilmente da soli si sarebbero persi nell’oscuro viaggio della solitudine, ognuno trasportando sulle spalle il peso della propria esistenza, come farebbe un Atlante della sofferenza. Ma si sa: c’è sempre speranza… All’interno, prefazione del dottor Mirko La Bella, psicologo, psicoterapeuta e docente all’Università di Torino.

 

RECENSIONE.

La solitudine è un tarlo: quando ho la sensazione di essermi abituata, arriva quella giornata in cui mi sento a pezzi.

In questo blog non è sicuramente la prima volta che incontriamo un volume che parla di solitudine: quando mi si presentano dei libri che trattano temi psicologici e/o sociali, non posso tirarmi indietro.
Un testo che mi è tornato in mente durante la lettura di questo romanzo, è sicuramente quello di Michele Marziani, Il suono della solitudine, nel quale l’autore distingue due tipi di solitudine: la “Solitude” che rappresenta l’essere solitari, la solitudine “positiva”, quella che ogni tanto ti serve per “staccare” e rilassarti e la “Loneliness” che invece rappresenta la solitudine negativa, quella che ti isola, ti ingabbia, ti deprime perché ti fa sentire veramente solo.
Ecco, se Marziani nel suo saggio descrive prevalentemente la solitudine positiva, Simona Marocco ci racconta la solitudine nella sua accezione più cupa, più nera e più ingannevole che esista.

L’inganno della solitudine intende dare voce alle persone, a quel grido di protesta che tutti abbiamo dentro ma dobbiamo soffocare. Alla noia, alla fatica del vivere quotidiano che poi si trasformano in disperazione o anche depressione di fronte a un dolore. Senza alcuna eticità, ognuno di noi è eroe del suo universo, ma muto e in gabbia.

Un libro che apre la strada a molte riflessioni quello edito da Horti di Giano , una casa editrice indipendente romana non a pagamento che pone al centro del suo lavoro la letteratura di qualità, un editing impeccabile e una grafica a regola d’arte.
Infatti, L’inganno della solitudine oltre ad avere una storia che sempre di più deve emergere nella nostra società e ad essere scritta in modo lineare, semplice e scorrevole, è anche accompagnata da delle illustrazioni degne di nota.

Come posso immaginare di perdere tutto questo? Che tristezza. Si può morire di tristezza? Mi sento svanire. Chi si prenderà cura di me? Chi mi aiuterà a non soffocare per l’angoscia? Mi sembra di impazzire.

I personaggi di questo romanzo sono persone ordinarie, con una vita vittima dell’abitudine. Con problemi più o meno grandi, ma anche quelli, purtroppo molto comuni. Questo contesto aiuta il lettore ad immedesimarsi il più possibile nelle vicende che accadono ai personaggi, permettendo così la conoscenza più intima di questi e di sé stesso.

La consapevolezza è sempre il primo passo per guarire da certi disturbi psicosomatici.

Ecco, credo proprio che il compito di questo romanzo di formazione sia creare consapevolezza.
Le malattie mentali come la depressione, l’ansia, gli attacchi di panico, il bipolarismo e molte altre esistono e sono in crescente aumento nella società, più di quanto possiamo immaginare. Sicuramente vicino a noi abbiamo qualcuno (o più di qualcuno) affetto da queste malattie, ma il tabù che circonda questa tematica lo isola e lo immobilizza ancora di più in una gabbia dalla quale sarà sempre più difficile uscire.
L’inganno della solitudine crea consapevolezza in modo binario: consapevolezza individuale, facendoci comprendere che la malattia mentale non è incurabile, tantomeno rara; si può curare e lo si deve fare; consapevolezza sociale, facendoci comprendere che la malattia mentale esiste e non c’è niente di male nel manifestarla e nel parlarne.

Perché, come diceva Aristotele, l’uomo è un animale sociale ed è nato per connettersi agli altri.

 

“La conoscenza  della salute mentale non  è un lusso
e non passa esclusivamente per i manuali tecnici o testi di auto-aiuto.
L’inganno della solitudine riaccende la speranza e
l’importanza di ricreare rapporti per ritrovare serenità,
senso, significato e dignità per la nostra esistenza.”

Mirko La Bella
Psicologo, Psicoterapeuta  e docente all’Università di Torino

 

Buona lettura a tutti!

Rachele.

 

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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