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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

90210 | Bollicine

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90210

Più che un codice di avviamento postale il numero di un sogno. Cinque sole cifre che sono riuscite a cambiare le abitudini e la vita di molti, in quell’inizio di anni ’90.

All’inizio del decennio in questione, la televisione era molto più povera di oggi e i canali erano pochi: gli istituzionali della rai, i dinamici della mediaset, anzi fininvest, rete 4, canale 5 e Italia 1 e poco altro. La musica passava davvero poco, grazie al canale video music, ed erano per lo più videoclip e poco altro. La sera poi i programmi iniziavano verso la stessa ora intorno alle 20:30 o giù di lì e la scelta era molto limitata. Il massimo della tecnologia era registrarsi un vhs perché non si era in casa, per i più tosti registrarsi un film togliendo le pubblicità per metterlo poi nella propria personale videoteca. Mai si sarebbe pensato che di lì a poco si sarebbero potuti stoppare i programmi in diretta e che i canali da una decina sarebbero passati a qualche centinaia. Anche i telefilm erano inquadrati in questo panorama. Fino all’inizio dei ’90 si parlava poco di ragazzi e di famiglia, i telefilm erano molto più costruiti intorno a un personaggio che riusciva a combinarne sempre una nuova, penso a Arnold, oppure classici polizieschi avventurosi come i Chips o Hazard, A-Team, sognatori come Love Boat oppure Mork e Mindy. A volte si parlava di gruppi di amici ma erano casi rari, come Happy days e calati in una realtà distante dalla attuale. La scuola, i legami di amicizia non venivano quasi mai contemplati, se non calati nella realtà di una singola famiglia, come i Robinson o casa Keaton per fare un esempio.

Per questo quando comparve Beverly Hills 90210, per la televisione fu una rivoluzione. Un telefilm che parlava delle problematiche dei ragazzi degli anni ’90, dei loro sogni, dei loro amori andati a buon fine o impossibili, della moda, di ciò che faceva tendenza nel modo di vestirsi. Un telefilm nuovo insomma.

90210

La storia all’inizio era quella di una famiglia che si trasferisce per motivi di lavoro a Beverly Hills, i cui figli Brandon e Brenda si inseriscono poi piano piano nel giro di amicizie e vita del posto. Certo le dinamiche erano attuali e condivisibili, meno il target dello stile di vita, aldilà della Beverly Hills stessa, le macchine, il lusso e il tenore della vita dei ragazzi erano qualcosa che solo in pochi potevano permettersi. Ma questo non importava, anzi contribuiva forse ancora di più ad alimentare il mito e il sogno nel quale il telefilm si muoveva.

Divenne per molti un appuntamento fisso alla sera, che bene o male ti riusciva a condizionati. Potevi non guardarlo però sapevi che se ne sarebbe parlato. Dylan e le sue smorfie, la storia d’amore con Brenda, le pazzie di Steve o la perfidia di Valery, le storia complicate di Donna o i capelli biondi di Kelly riuscirono a tenere viva l’attenzione dei ragazzi per diversi anni. Non solo, ma il telefilm fu capace di raccontare, finalmente, temi più controversi e scottanti, su cui molte volte la scuola si arenava, in maniera semplice e diretta. Il problema della tossicodipendenza o dell’aids, i temi legati alla sessualità avevano modo di essere trattati in televisione, senza troppi moralismi.

Piaccia o non piaccia Beverly Hills fu lo spartiacque di un certo modo di fare televisione, di raccontare la realtà. Adesso c’erano anche le problematiche di tutti i giorni, quelle degli adolescenti che certo avevano voglia di divertirsi ma a volte anche di riflettere. Il modo di fare televisione così spalancò un target nuovo, spalancò la porta a una tematica sui cui poi si sono fiondati in molti e in molti si continuano a fiondare.

L’idea di base è quella dell’identificazione, del sentire che chi stai guardando sta vivendo una tematica vicino alla tua. Ti senti in qualche modo raccontato indirettamente da una storia in televisione. Magari non cerchi per forza una risposta o non vuoi fare come il personaggio che più ti piace, ma in qualche modo ti senti meno solo, ti senti più parte di una comunità allargata, ti senti in compagnia di sconosciuti ma che un giorno alla settimana senti quasi tuoi amici. Era forse il seme di quello che svilupperanno poi i social network in maniera più spinta, il desiderio di condividere quello che fai con altri, del sentirti ad un tempo sia l’oggetto che il soggetto di un racconto.

Ma qualche anno fa, al 90291 di Beverly Hills, così come negli altri codici di avviamento postali d’Italia, c’era solo e soprattutto una sana voglia di vivere la propria vita e le proprie esperienze.

Matteo Pardini

Matteo Pardini

Blogger di WIP Radio con le sue "Bollicine".

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