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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

FOR YOU BLUE (George Harrison)

FOR YOU BLUE (George Harrison)

FOR YOU BLUE (George Harrison)

George Harrison — voce, chitarra acustica
Paul McCartney — Pianoforte preparato
John Lennon — slide guitar
Ringo Starr — batteria

Produttore: George Martin
Fonico: Glyn Johns

 

 

 

Perchè sei dolce e adorabile, ragazza io ti amo
perchè sei dolce e adorabile, ragazza, è così
ti amo più che mai, ragazza, è vero

 

 

ti voglio al mattino, ragazza, ti amo
ti voglio nei momenti in cui mi sento triste
vivo ogni momento per te, ragazza

Il brano

“For You Blue” è un brano di George Harrison. E’ una canzone d’amore dedicata a sua moglie Pattie Boyd.

Il brano è un blues in stile country-blues, probabilmente influenzato dal periodo che Harrison aveva appena trascorso con Bob Dylan a Woodstock.

Non viene considerato dalla critica fra i mi migliori pezzi di George Harrison.

 

ti ho amata dal primo momento in cui ti ho vista
mi hai guardato, era tutto quello che dovevi farelo sento adesso, spero che anche tu lo senta

 

 

Perchè sei dolce e adorabile, ragazza io ti amo
perchè sei dolce e adorabile, ragazza, è vero
ogni momento che sono con te, ti amo di più

 

Registrazione e accordi

“For You Blue” fu una delle canzoni nate durante le Get Back Sessions.

Fu registrata in un solo giorno: il 25 gennaio 1969. Fu un giorno importante, perché rappresentò il ritorno di Harrison nel gruppo dopo il litigio con Paul.

La particolarità della registrazione sta nel suono honky-tonk preteso da George: Paul ottenne questo suono interponendo dei fogli di carta fra le corde del pianoforte.

«È una semplice canzone in dodici battute che segue tutti i normali canoni delle canzoni in dodici battute, tranne il fatto che è spensierata!»

[George Harrison]

Di seguito gli accordi nella notazione inglese e a seguire un breve tutorial video:

A7 D7
Because you’re sweet and lovely,
A7
Girl, I love you.
D7 A7
Because you’re sweet and lovely girl, it’s true
E7 D7 A7 E7
I love you more than ever girl, I do

[Verse 2]
A7 D7
I want you in the morning,
A7
Girl, I love you.
D7 A7
I want you at the moment I feel blue,
E7 D7 A7 E7
I’m living every moment girl for you.

[Instrumental]
A5 A* A7 A* / D5 D7 Dm7 D7 / A5 A* A7 A* / A5 A* A7 A*
(Bop)
D5 D7 Dm7 D7 / D5 D7 Dm7 D7 / A5 A* A7 A* / A5 A* A7 A*
(Bop-cat Bop) (Go Johnny go)
E5 E E7 E / D5 D7 Dm7 D7 / A5 A* A7 A* / E7
(Same ol’ 12-bar blues)

A7 D7 A7 A7
D7 D7 A7 A7
(Elmore James got nothin’ on this baby)
E7 D7 A7 E7

[Verse 3]
A7 D7 A7
I loved you from the moment I saw you,
D7 A7
You looked at me, that’s all you had to do.
E7 D7 A7 E7
I feel it now, I hope you feel it too.

[Verse 4]
A7 D7
Because you’re sweet and lovely,
A7
Girl, I love you.
D7
Because you’re sweet and lovely,
A7
Girl, it’s true.
E7 D7 A7
I love you more than ever girl, I do.
A7
(I’m livin’ the blues.)

Ti amo davvero

 

Ma lei era una padella per frittura.

 

 

Live e cover

Non troviamo cover degne di nota di questo brano.

Ci limitiamo a pubblicare un video di una versione live eseguita da Paul McCartney nel famoso Concert do George del 2002.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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