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Giulio Cesare, l’intervista: fra storia e confidenze

Giulio Cesare, l’intervista: fra storia e confidenze

Dopo l’intervista a Dante Alighieri, in quest’articolo riporto la chiacchierata con Giulio Cesare, militare, politico, console, dittatore, pontefice massimo, oratore e scrittore romano nato nel luglio 100 Avanti Cristo e morto il 15 marzo 44 Avanti Cristo (per essere proprio precisi, ma immagino lo conosciate già).

Buona lettura!

Generale Cesare, quale considera essere il Suo più grande successo militare e perché?

La mia conquista della Gallia è stata la pietra miliare della mia carriera militare. Non solo ho sottomesso un territorio vasto e ricco, ma ho anche impedito future incursioni che avrebbero potuto minacciare Roma. La campagna ha dimostrato la mia capacità di strategia e tattica, e ha rafforzato la mia reputazione come uno dei più grandi comandanti militari della storia.

Durante il Suo consolato, ha promosso molte riforme. Qual è quella di cui va più fiero?

Le riforme agrarie sono state fondamentali. Ho redistribuito le terre ai veterani e ai cittadini meno abbienti, cercando di ridurre la disuguaglianza e di premiare coloro che avevano servito Roma con onore. Queste riforme hanno contribuito a stabilizzare la società romana e a fornire una base per la prosperità futura.

Come descriverebbe il Suo rapporto con Cleopatra?

Cleopatra è stata una regina astuta e una compagna affascinante. Il nostro rapporto era basato su un mutuo rispetto e su un’intesa politica. Abbiamo collaborato per i nostri interessi comuni e abbiamo condiviso una visione per il Mediterraneo. La nostra alleanza ha avuto un impatto significativo sul corso della storia.

Qual è stata la Sua strategia per mantenere la lealtà delle Sue legioni?

Ho sempre trattato le mie truppe con giustizia e generosità. Ho condiviso con loro i frutti delle nostre vittorie e mi sono assicurato che fossero ben equipaggiate e ricompensate. La lealtà si guadagna mostrando ai soldati che il loro comandante si preoccupa per il loro benessere e per i loro successi.

C’è una decisione che, se potesse, cambierebbe?

In retrospettiva, avrei potuto essere più cauto nel gestire le mie alleanze politiche a Roma. La fiducia è un bene prezioso e fragile, e forse ho sottovalutato l’ambizione e il risentimento di alcuni senatori.

Come ha affrontato la transizione da leader militare a Capo dello Stato?

La transizione è stata un’estensione naturale del mio ruolo come protettore di Roma. Ho cercato di portare la stessa disciplina e visione che avevo sul campo di battaglia alla gestione dello stato, con l’obiettivo di riformare e rafforzare la Repubblica.

Quali sono stati i momenti più difficili del Suo percorso verso il potere?

La guerra civile è stata un periodo di grande prova. È stato doloroso combattere contro altri romani, ma ho agito con la convinzione che fosse necessario per il futuro di Roma. Ogni vittoria e ogni perdita hanno lasciato un segno indelebile nel mio cuore.

Come valuta l’impatto del Suo assassinio sulla storia di Roma?

Il mio assassinio ha segnato la fine di una Repubblica già fragile e l’inizio di una nuova era per Roma. Sebbene non fosse mia intenzione, la mia morte ha accelerato la transizione verso l’Impero, che ha portato a una stabilità e a una grandezza senza precedenti.

Se potesse inviare un messaggio ai romani di oggi, quale sarebbe?

Ricordatevi delle virtù che hanno reso grande Roma: il coraggio, l’onore, la lealtà, la giustizia. Siate sempre pronti a difendere queste qualità e a lavorare per il bene comune. La grandezza di Roma vive in voi.

Cosa pensa del modo in cui la storia Lo ha ricordato?

La storia mi ha ricordato come un conquistatore e un dittatore, ma anche come un riformatore e un visionario. Spero di essere ricordato come colui che ha amato profondamente Roma e che ha lottato per la sua prosperità e per il suo onore, fino all’ultimo respiro.

Fra pochi giorni ricorre l’anniversario delle Idi di Marzo: che effetto Le fa?

Le Idi di Marzo sono un ricordo che evoca tradimento e fine. È un giorno che mi ricorda la fragilità della fiducia umana e il prezzo del potere. Preferisco ricordarle come un monito a guardare oltre le ambizioni personali per il bene più grande di Roma.

Che rapporto ha con Bruto?

Bruto era per me più di un amico; era come un figlio. Il suo coinvolgimento nella congiura contro di me è stata la più amara delle delusioni. Tuttavia, comprendo le complesse dinamiche politiche che possono spingere un uomo verso scelte drastiche.

Segue il calcio? Tifa Roma, Lazio o un’altra squadra?

Il calcio, come lo conoscete oggi, non esisteva nel mio tempo, apprezzavo gli atleti e i giochi che celebravano la forza e l’abilità. Scegliendo una squadra da sostenere, sostengo con passione l’AS Roma, poiché rappresenta la città che ho sempre amato.

Curiosità: che musica ascolta, che film guarda, che libri legge?

Leggo libri che esplorano le sfide della leadership e la storia, come le biografie di grandi figure storiche. Ascolto musica che ispira e solleva lo spirito, come le sinfonie classiche o le colonne sonore epiche dei film. Guardo film che trattano di potere e destino, come ‘Il Gladiatore’, che riflettono la grandezza e la complessità dell’animo umano.

 

Vi è piaciuta?

Mi aspettavo tifasse Roma ed effettivamente anche il suo apprezzamento per “Il Gladiatore” non è così spiazzante.

Alla prossima e grazie a ChatGPT 4!

 

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Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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