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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”
MAGGIE MAE (traditional)

MAGGIE MAE (traditional)

John Lennon: voce, chitarra acustica
Paul McCartney: seconda voce, chitarra acustica
George Harrison: chitarra acustica
Ringo Starr: batteria

Produttore: George Martin
Fonico: Glyn Johns

 

 

 

 

 

Oh, la sporca Maggie Mae
L’hanno portata via
E così non camminerà più lungo Lime Street

Oh, il giudice l’ha trovata colpevole
Di aver derubato un marinaio
Sporca, cattiva ladra Maggie Mae

Ora io avevo un lavoro alla Piscina
Nella zona di Liverpool
Due pounds e dieci scellini era la mia paga

 

 

Con le tasche piene di monete di stagno
Mi lasciai prendere molto presto
Da una ragazza di nome Maggie Mae

Ora la prima volta che vidi Maggie Mae
Lei mi rapì il cuore
Lei stava passeggiando su e giù per Piazza Canning

Il brano

“Maggie Mae” è un brano di origine popolare che risale ai primi del XIX Secolo ed è un po’ come l’inno della città di Liverpool.

Il testo si riferisce a una prostituta che Deruba un marinaio.

Aveva un figurino così divino
La sua voce era così raffinata
Beh, essendo un marinaio le ho dato la caccia.
Ora al mattino mi svegliai
Ero smorto e rigido e rotto.
Non ho trovato né giacca, né pantaloni, né gilet

E quando le chiesi “Dove?”
Lei rispose “Mio carissimo signore
“Sono giù al banco dei pegni al numero nove”

 

Andai davvero al banco dei pegni
Non trovai nessun vestito
E la polizia mi portò via la ragazza

E il giudice l’ha trovata colpevole
Di aver derubato un marinaio
Così non camminerà più lungo Lime Street

 

Registrazione e accordi

“Maggie Mae”venne registrata in una sola Take durante le Get back Sessions. In questo caso negli studi di Apple.

Nell’album il pezzo fu inserito alla fine della prima facciata subito dopo il brano Let it be. Si dice che la scelta fu di John Lennon con lo scopo di sminuire la traccia precedente.

Oh Maggie Mae
La hanno portata via
E così non camminerà più lungo Lime Street

Beh, il giudice l’ha trovata colpevole
Di aver derubato un marinaio
Sporca, cattiva ladra Maggie Mae

 

Di seguito gli accordi e a seguire un breve tutorial video:

Intro SOL

DO
Oh, dirty Maggie Mae

SOL
they have taken her away

RE
and she’ll never walk down Lime(?) Street any mower.

SOL
Oh, the judge he guilty found her

DO
of robbing the home-ward bounder

RE7 SOL
that dirty, no good robbin’ Maggie Mae.

DO
It’s the part of Liverpool

SOL
she returned me to

DO SOL RE
Two pound ten a week that was my pay.

 

Live

Sicuramente la prima delle cover in ordine di importanza è quella dello stesso John Lennon della quale non troviamo testimoinianze media, ma come non inserire due esempi in sequenza: uno dei primissimi Beatles al cover club e l’altro un live (purtroppo solo audio) relativamente recente di Paul McCartney.

Infine, dal film “Nowhere boy” del 2009, l’incontro far Paul e John che suonanano insieme, appunto, Maggie Mae.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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