ON AIR


Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

TWO OF US (Lennon – McCartney)

TWO OF US (Lennon – McCartney)

TWO OF US (Lennon – McCartney)

John Lennon – voce, chitarra acustica, fischiettio
Paul McCartney – voce, chitarra acustica
George Harrison – chitarra elettrica (linea di basso)
Ringo Starr – batteria
Registrazione: 31 gennaio 1969
Produttore: George Martin
Fonico: Glyn Johns

 

 

 

 

 

 

Due di noi che si dirigono in nessun luogo
Spendendo la paga che qualcuno ha guadagnato duramente
Tu e io in giro la domenica
Senza arrivare sulla strada di casa
Stiamo tornando a casa
Stiamo tornando a casa
Andiamo a casa

 

 

 

 

Il brano

“Two fo Us” è un brano di Paul McCartney.

E’ il primo brano dell’album Let It Be.

L’album Let It Be fu registrato prevalentemente in diretta durante le famose sessioni avvenute precedentemente ad Abbey Road.  L’album fu affidato a Phil Spector per il mixaggio ed ebbe la luce dopo lo scioglimento del gruppo.

Il brano fu composto da Paul durante un viaggio in macchina e i protagonisti della canzone sono proprio Paul e Linda.

 

 

Due di noi che mandano cartoline
Scrivono lettere sul mio muro
Tu ed io che bruciamo fiammiferi
Alziamo i chiavistelli sulla strada di casa
Stiamo tornando a casa
Stiamo tornando a casa
Andiamo a casa

Registrazione e accordi

“Two of Us”  fu registrata in solo tre sedute nel gennaio 1969.

Inizialmente doveva avere un ritmo più rock di quanto poi gli stessi Beatles decisero in corso d’opera.

Fu durante queste sessioni che avvenne il famoso litigio fra George e Paul che riportiamo di seguito (fonte Wikipedia).

Paul: «È complicato ora (il pezzo). Possiamo renderlo più semplice, e poi renderlo complicato di nuovo dove ha bisogno di complicanze».
George: «Non è complicato».
Paul: «È come quella volta, “dovremmo suonare le chitarre in Hey Jude?”… bè, io non penso che dovremmo».
George: «Ok, per me è uguale. Suonerò tutto quello che vorrai farmi suonare, oppure non suonerò affatto se non vuoi che io suoni. Farò tutto quello che preferisci».

Tu ed io abbiamo ricordi
Più lunghi della strada che si perde di fronte

Due di noi che indossano impermeabili
Stando da soli sotto il sole
Tu ed io che inseguiamo carta
Non andando da nessuna parte sulla strada di casa
Stiamo tornando a casa
Stiamo tornando a casa
Andiamo a casa

 

 

 

 

 

Di seguito gli accordi  e a seguire un breve tutorial video:

SOL
Two of us riding nowhere

DOadd9 SIm LAm7
Spending someone’s hard earned pay.

SOL
You and me Sunday driving, not arriving

DOadd9 SIm LAm7 SOL SOL RE DOadd9 RE
On our way back home

DOadd9 SOL SOL RE DOadd9 RE
We’re on our way home

DOadd9 SOL SOL RE DOadd9
We’re on our way home

DOadd9 SOL
We’re going home.

SOL
Two of us sending postcards

DOadd9 SIm LAm7
Writing letters on my wall

SOL
You and me burning matches, lifting latches

DOadd9 SIm LAm7 SOL SOL RE DOadd9 RE
On our way back home

DOadd9 SOL SOL RE DOadd9 RE
We’re on our way home

DOadd9 SOL SOL RE DOadd9
We’re on our way home

DOadd9 SOL
We’re going home.

SIb REm
You and I have memories

SOLm LAm LAm7 RE
Longer than the road that stretches out ahead

SOL
Two of us wearing raincoats

DOadd9 SIm LAm7
Standing solo in the sun.

SOL
You and me chasing paper, getting nowhere

DOadd9 SIm LAm7 SOL SOL/RE DOadd9 RE
On our way back home

DOadd9 SOL SOL/RE DOadd9 RE
We’re on our way home

DOadd9 SOL SOL/RE DOadd9
We’re on our way home

DOadd9 SOL
We’re going home.

SIb REm
You and I have memories

SOLm LAm LAm7 RE
Longer than the road that stretches out ahead

SOL
Two of us wearing raincoats

DOadd9 SIm LAm7
Standing solo in the sun.

SOL
You and me chasing paper, getting nowhere

DOadd9 SIm LAm7 SOL SOL/RE DOadd9 RE
On our way back home

RE DOadd9 SOL SOL/RE DOadd9 RE
We’re on our way home

RE DOadd9 SOL SOL/RE DOadd9
We’re on our way home

DOadd SOL
We’re going home.

[we’re going home, better believe it, goodbye]

Tu ed io abbiamo ricordi
Più lunghi della strada che si perde di fronte

Due di noi che indossano impermeabili
Stando da soli sotto il sole
Tu ed io che inseguiamo carta
Non andando da nessuna parte sulla strada di casa
Stiamo tornando a casa
Stiamo tornando a casa
Andiamo a casa

Live e cover

Citiamo qui una cover molto carina dei Boney M e un live di Paul McCartney del 2008.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

Articoli Correlati

Commenti