ON AIR


Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

SHE CAME IN THROUGH THE BATHROOM WINDOW (Lennon – McCartney)

SHE CAME IN THROUGH THE BATHROOM WINDOW (Lennon – McCartney)

SHE CAME IN THROUGH THE BATHROOM WINDOW (Lennon – McCartney)

Paul McCartney: voce raddoppiata, basso elettrico, pianoforte, piano elettrico, chitarra solista
John Lennon: cori, chitarra ritmica acustica
George Harrison: cori, chitarra solista
Ringo Starr: batteria, tamburello, maracas, campanaccio
Registrazione: 30 luglio 1969
Produttore: George Martin
Fonico: Geoff Emerick

 

 

 

 

 

È venuta dentro dalla finestra del bagno
Protetta da un cucchiaio d’argento
Però ora si succhia il pollice e si meraviglia
Lungo le rive della sua laguna

 

 

 

Non glielo ha detto nessuno
Nessuno ha capito
Domeniche al telefono fino a lunedì
Martedì al telefono con me

Il brano

She Came In Through the Bathroom Window è un brano di Paul McCartney.

L’origine del pezzo ha diverse versioni. Sicuramente un gruppo di fan, chiamato Apple Scruffs (straccione della Apple), orbitava intorno alla casa di Paul e le incursioni nella abitazione erano frequenti. Una di queste portava sempre il proprio cane chiamato Martha, a passeggiare intorno alla proprietà e Paul gli dedicò un brano: Martha My Dear (inserito nel White Album).

Qualcuno ha ipotizzato che lei che “è entrata nel bagno attraverso la finestra” fosse la stessa Linda Eastman, futura moglie di Paul McCartney.

 

Mi disse di essere sempre stata una ballerina
Lavorando in quindici locali al giorno
E anche se pensava che io conoscessi la risposta
Beh io sapevo quelllo che non potevo dire

 

Registrazione e accordi

She Came In Through the Bathroom Window  fu registrato insieme a Polythene Pam, come se fossero un unico brano.

Venne incisa la base ritmica di basso elettrico e batteria, successivamente, in diverse sedute, furono sovraincise chitarre, percussioni, tastiere e voce.

Presenta una struttura asimmettrica nella distribuzione del bridge. 

E così ho lasciato il dipartimento di polizia
Per trovarmi un lavoro fisso
E anche se ha fatto del suo meglio per aiutarmi
Poteva prendere di nascosto ma non rubare

 

 

 

 

Di seguito gli accordi nella notazione inglese e a seguire un breve tutorial video:

[Verse]

A D
She came in through the bathroom window
A D
Protected by a silver spoon
A D
But now she sucks her thumb and wonders
A
By the banks of her own lagoon

[Chorus]

Dm A
Didn’t anybody tell her?
Dm
Didn’t anybody see?
G7 C C/B
Sunday’s on the phone to Monday
G7 C A
Tuesday’s on the phone to me

[Verse]

D A
She said she’d always been a dancer
D A
She worked in fifteen clubs a day
D
And though she thought I knew the answer
A
Well, I knew but I could not say

D A
And so I quit the police department
D A
And got myself a steady job
D
And though she tried her best to help me
A
She could steal but she could not rob

[Chorus]

Dm A
Didn’t anybody tell her?
Dm
Didn’t anybody see?
G7 C C/B
Sunday’s on the phone to Monday
G7 C A
Tuesday’s on the phone to me oh yea

Non glielo ha detto nessuno
Nessuno ha capito
Domeniche al telefono fino a lunedì
Martedì al telefono con me

Live e cover

Sarebbe lunga la lista degli artisti che si sono succeduti nell’interpretazione delbrano.

Naturalmente citiamo quello che è forse il più famoso: Joe Cocker. Ma anche Josè Feliciano, Ike and Tina Turner, Bee Gees insieme a Peter Frampton.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

Articoli Correlati

Commenti