ON AIR


Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

HERE COMES THE SUN (George Harrison)

HERE COMES THE SUN (George Harrison)

HERE COMES THE SUN (George Harrison)

George Harrison – voce, chitarra acustica, chitarra elettrica, moog
Paul McCartney – cori, basso elettrico
Ringo Starr – batteria
Altri musicisti
Musicisti non accreditati – strumenti ad arco

Registrazione: 14 agosto1969
Produttore: George Martin
Fonico: Geoff Emerick

 

Ecco che arriva il sole
E io dico “va tutto bene”

 

Il brano

E’ un brano di George Harrison ed è scritto a casa di Eric Clapton.

Origine

George aveva appena saltato una delle noiose e burocratiche riunioni commerciali in merito alla nuova società Apple fondata dai Beatles. Si era rifugiato nella villa del suo amico.

Neanche a dirlo: era una splendida giornata di sole.

“Era una bella mattinata di sole ed eravamo seduti ai bordi
di un enorme prato, in fondo al giardino. Avevamo le chitarre e stavamo
strimpellando, quando lui cominciò a cantare ‘de da de de, it’s been a long
cold lonely winter’ e pian piano partorì il pezzo, finendolo per l’ora di
pranzo”.

(Eric Clapton)

Secondo lo stesso Harrison, in alcuni spunti musicali il brano ha preso ispirazione da The Bells of Rhymney nella versione dei Byrds.

 

Piccola cara, è stato un lungo, freddo, solitario inverno
Piccola cara, sembra siano passati anni dall’ultima volta

Ecco che arriva il sole
Ecco che arriva il sole
E io dico “va tutto bene”

Registrazione e accordi

Non è un pezzo facile, sia nella composizione che nell’esecuzione: molteplici cambi di rtmica e tonalità.

Alle registrazioni non partecipò John Lennon: in quel periodo ricoverato in ospedale per un incidente stradale.

Furono registrate prima le parti di chitarra, voce, basso e batteria. Poi furono successivamente sovraincise le parti dell’orchestra.

Di seguito una splendida record session delle voci.

Di seguito gli accordi e a seguire un breve tutorial video:

Re Re5 Re Sol6 La La4 (X2)

Re Sol6 Mi7
Here comes the sun. Here comes the sun.
Re Sol Re Sol La La4
And I say “it’s all right.”

Re Sol6 La7 La4
Little darling, it’s been a long, cold lonely winter
Re Sol6 La7
Little darling, it feels like years since it’s been here.
Re Sol6 Mi7
Here comes the sun. Here comes the sun.
Re Sol Re Sol La La4 Re La
And I say “it’s all right.”

Re Sol6 La7 La4
Little darling, the smiles returning to their faces.
Re Sol6 La7
Little darling, it seems like years since it’s been here.
Re Sol6 Mi7
Here comes the sun. Here comes the sun.
Re Sol Re Sol La La4 Re La
And I say “it’s all right.”

Fa Do Sol Re La7

Fa Do Sol Re La7
Sun, sun, sun, here it comes
Fa Do Sol Re La7
Sun, sun, sun, here it comes
Fa Do Sol Re La7
Sun, sun, sun, here it comes
Fa Do Sol Re La7
Sun, sun, sun, here it comes
Fa Do Sol Re La La4 La La7
Sun, sun, sun, here it comes

[…]

Piccola cara, I sorrisi stanno tornano sui volti
Piccola cara, sembra siano passati anni dall’ultima volta

E io dico “va tutto bene”

Live e cover

Here Comes the Sun è stata interpretata da molti artisti.
Fra tutti abbiamo scelti due giganti come Richie Havens e Nina Simone.

Non poteva mancare in ultimo una splendida esibizione dal vivo dello stesso George Harrison insieme a Paul Simon.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

Articoli Correlati

Commenti