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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

YELLOW SUBMARINE (Lennon – McCartney)

YELLOW SUBMARINE (Lennon – McCartney)

YELLOW SUBMARINE (Lennon – McCartney)

Ringo Starr – voce, batteria
Paul McCartney – voce, basso
John Lennon – voce, chitarra acustica
George Harrison – voce, tamburello
Mal Evans – grancassa, cori
George Martin, Marianne Faithfull, Geoff Emerick, Neil Aspinall, Pattie Boyd, Brian Jones, Brian Epstein – cori

Registrazione: 11 ottobre 1968
Produttore: George Martin
Fonico: Ken Scott

 

 

 

 

Nella città dove sono nato
Viveva un uomo che andava per mare
E ci raccontò della sua vita
Nella terra dei sottomarini

Così navigammo verso il sole
Finchè trovammo il mare verde
E vivemmo sotto le onde
Nel nostro sottomarino giallo

 

“Yellow Submarine” l’album

Immediatamente dopo il White Album è la volta di un progetto di George Martin. Un album colonna sonora del cartone animato omonimo.

L’album è così strutturato: una facciata A di canzoni per lo più già edite dei Beatles, tra le quali la stessa Yellow Submarine. Una facciata B di pezzi orchestrali esclusivamente di George Martin.

 

Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo
Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo

Il brano

Yellow Submarine era già stata pubblicata nell’album Revolver nel 1966.

Scritta da Paul McCartney, si caratterizza anche per le intrusioni rumoristiche di Lennon, nonchè per la nutrita collaborazione di altri artisti tra i quali Donovan (sua la frase “Sky of blue and sea of green”).

L’uscita del 45 giri coincise con la sfortunata frase di Lennon negli USA (“Siamo più famosi di Gesù”), motivo per cui quello fu l’unico paese dove non raggiunse la vetta della classifica.

Per il resto fu un successo planetario.

 

 

E tutti i nostri amici sono a bordo
Molti più di loro vivono alla porta accanto
E la banda comincia a suonare

Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo
Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo

Registrazione

Yellow Submarine è stato registrato negli studi di Abbey Road.

Interamente cantato da Ringo, l’intero brano è stato appositamente composto per il registro della sua voce, che non spiccava in quanto a estensione.

Visto il testo surreale, Paul fu spesso costretto a smentire che il brano era il frutto di un trip allucinogeno di LSD.

 

 

 

 

 

Avanti tutta Mr. Boatswain, avanti tutta
Fatto, Sergente
Taglia la gomena, getta la gomena
Sissignore, sì
Capitano, capitano

Siccome facciamo una vita comoda
Ciascuno di noi ha tutto ciò che gli serve
Cielo blu e mare verde
Nel nostro sottomarino giallo

Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo
Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo
Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo
Viviamo tutti in un sottomarino giallo
Sottomarino giallo, sottomarino giallo

Live e cover

Vi proponiamo due live di Yellow Submarine, entrambi di Ringo Starr, rispettivamente del 2005 e del 2022

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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