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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Praticare sport – seconda parte

Praticare sport – seconda parte

Quasi tre mesi uscì la prima parte del racconto sul mio praticare sport. Mi scuso per tutti questi mesi d’assenza, cioè anche se non penso di avervi fatto disperare, ecco. Però eccomi qui, proviamo a ricominciare.

Nell’articolo precedente avevo raccontato dell’unico sport praticato a “livello agonistico”, ovvero il basket, dal 1994 al 1996-1997. Poi causa operazione chirurgica e inizio scuole Medie ho smesso. Però non ho terminato il mio rapporto con lo sport praticato, ci mancherebbe.

Valgono le partitelle a pallone con gli amici sotto casa o in piazza? Se valgono, allora l’ho fatto molte volte. Se non valgono invece vabbè, come volete, non le inseriamo nel racconto, ci mancherebbe.

Allora partiamo da quando inizio a giocare spesso a calcetto, ovvero ad inizio Duemila. Ci trovavamo sia nei campetti un po’ improvvisati, cioè con due porte e la terra, sia in quelli proprio regolamentari. Non erano appuntamenti fissi, diciamo si giocava quando avevamo voglia e tempo. Poteva capitare anche tre volte in una settimana così come fermarsi per mesi. È ovvio che col passare degli anni giocavamo sempre più nei campi di calcetto seri, erano partite molto sentite.

Poi per un anno e mezzo niente, a cavallo fra la maturità ed il primo anno universitario non ho più giocato. Niente, fermo. Però… però poi a settembre 2007, parlando con il mio migliore amico, tornò l’idea di giocare a calcetto, e non solo: di farne un appuntamento settimanale. Oh: per almeno un anno, ogni settimana a parte cause di forza maggiore giocavamo. Di solito il giorno prescelto era il venerdì, poi ovviamente potevamo cambiarlo a seconda delle disponibilità. Ci mettevamo d’accordo prima per le formazioni, e via. Quanti aneddoti, che bellezza. Una volta feci tripletta, anche con un bel gol. Mai più successo. Alle volte facevo anche cappellate eh, soprattutto in porta. Ecco, come portiere non avevo via di mezzo: o compievo interventi clamorosi o cazzate.

Mi impegnavo, non ero molto bravo tecnicamente, ma per quello che potevo correvo e non ero male negli assist e nei calci d’angolo. Poi però per aumento degli impegni, incomprensioni, frequentazioni diradate la stagione del calcetto settimanale finì. E di nuovo un periodo di pausa. Sarà durato due anni, se ricordo bene. Ma a febbraio marzo 2011…

A febbraio marzo 2011 il mio migliore amico si lascia dalla fidanzata. Naturalmente gli sto vicino il più possibile e fra le varie proposte che ci vennero in mente per fare qualcosa tornò anche la partita settimanale di calcetto. A volte ritornano, si dice: ed infatti da aprile 2011 taaaac, rieccoci, ogni venerdì dalle 18 alle 19 (o 19-20). Mi ricordo che le formazioni le decidevamo io ed il mio migliore amico la mattina con un bilancino che nemmeno il manuale Cencelli in politica era così preciso da accontentare tutti.

Questa volta il periodo durò un anno e mezzo, smettemmo se ricordo bene nell’autunno 2012. C’è stata una terza volta ma per quanto mi riguarda durò molto poco, nemmeno un mese forse, non ricordo, nell’agosto 2015. A novembre di quell’anno organizzammo quella che finora è stata l’ultima partita coi miei amici storici del calcetto, segnai anche un gol dedicandolo alla mia fidanzata di allora che era spettatrice. Poi ho giocato una volta sola nel 2017 tipo (anno più, anno meno) e poi stop, finito, basta. Un po’ mi manca, soprattutto il divertimento e il rituale dell’appuntamento settimanale con il lavoro sulle formazioni eccetera eccetera.

Nell’autunno 2012 è vero che smettemmo con la partita settimanale di calcetto ma io ed il mio migliore amico avevamo iniziato un altro sport: il tennis. Lo iniziammo nell’agosto precedente: lui si era notevolmente appassionato al tennis e voleva assolutamente provare, prendere lezioni, ecc; io allora una sera gli dissi “ok, facciamolo, prenota la lezione”. E per due mesi facemmo lezioni settimanali, alle volte ci si trovava io e lui anche a giocare a tennis, devo dire che mi piaceva perché non avevo mai provato e volevo capire fin dove sarei potuto arrivare.

Aneddoto divertente (per me, forse troppo cinico col senno di poi): una volta io ed il mio migliore amico abbiamo lezione tipo alle 11 in un campo all’aperto, ad agosto; potete immaginare il caldo. Quando torniamo in macchina, la mia, che era parcheggiata al sole, lui vuole ovviamente che apra i finestrini, dato il calore. Rifiuto, perché eravamo sudati e andare in macchina col finestrino abbassato c’avrebbe fatto prendere freddo e poi rischiavamo il raffreddore se non peggio. Secondo me se gli ricordo questa vicenda mi manda a quel paese nuovamente.

Smisi tennis perché non me lo potevo permettere economicamente e secondo me non era il caso di chiedere aiuto ai miei, non essendo una spesa fondamentale. Un po’ comunque mi dispiacque, perché volevo vedere dove sarei arrivato. Ci ho giocato poi nel corso degli anni un paio di volte con Babbo, una volta in un doppio in coppia col mio migliore amico dove perdemmo forse senza nemmeno fare un game contro Babbo e mio cugino, poi di nuovo col mio migliore amico nel 2016 a palleggiare e stop, fine.

Ecco, saranno anni che non pratico sport. Camminare lungomare o vicino casa è sport? Se lo è, allora talvolta lo pratico; altrimenti confermo quanto scritto sopra. Sì, lo so, dovrei fare qualcosa, ma chi ce l’ha il tempo? (In realtà almeno finora ce l’avrei pure ma sono un pessimo organizzatore di me stesso).

No ma a parte le battute, camminare lungomare o vicino casa è sport, giusto? Dai, sì.

P.S.: 1) da bambino avevo una bicicletta con la quale giravo intorno casa e avevo fatto mettere persino dei cartelli nelle varie “”salite”” che c’erano, coi nomi delle grandi cime del Giro d’Italia. Ero praticamente sempre in bicicletta ma non ho mai fatto ciclismo agonistico. Chissà.
2) D’estate, negli anni dell’adolescenza, giocavamo a beach volley al mare. Una volta io e due cari amici vincemmo contro tre forestieri di Empoli o comunque della provincia di Firenze: noi 17-18 anni, loro più grandi. Vorrei metterlo nel curriculum.

 

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Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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