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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Praticare sport – prima parte

Praticare sport – prima parte

Il consiglio di praticare sport viene suggerito ad ogni età, naturalmente in base ad essa. Da bambini a chi non è stato detto, per esempio?

No no, anche a me è stato consigliato.

Avevo otto anni ed ovviamente la prima scelta era il calcio, lo sport che amavo e che amo tuttora.

Però ci fu un veto familiare: soffrendo d’asma, stare sotto la pioggia ecc forse non era la scelta migliore.

Allora che fare? Vinse il basket. Certo, ero basso – lo sono tuttora… – e quindi potrebbe risultare un’opzione singolare. Però oh, non mi dispiaceva e quindi sotto col basket!

Per la precisione: il mini-basket, perché se ricordo bene fino ai dieci anni d’età c’era il mini-basket.

Feci due stagioni e mezzo. Del primo anno mi ricordo, oltre la felicità nell’avere una maglia con lo sponsor, anche la mia prestazione al torneo di Natale, dove feci tipo due canestri e fui premiato come miglior giocatore, con tanto di omaggio sul podio. Ora, per spiegare a modo: forse era un torneo, forse una partita singola, si giocava ad un canestro, eravamo tre contro tre o una cosa del genere, vincemmo tipo 4 a 2 o un risultato simile. Son comunque passati più di ventisette anni, questo è quello che ricordo.

Quando ero in quarta elementare iniziammo il campionato di zona: vincemmo tre partite, di cui due a tavolino perché l’avversario non si presentò (mi sembra fosse il Piombino). Fra l’altro delusione perché Rosignano-Piombino era la prima partita in assoluto, quindi ero molto emozionato. Eh vabbè, comunque avevamo vinto. Mi ricordo una volta, una domenica mattina, mi sembra contro il Venturina, entrai col risultato già ampiamente segnato a nostro sfavore (ma eravamo tipo 40-50 punti sotto) ed allora praticamente giocai svogliatissimo: il classico mio autosabotaggio.

Altre volte (penso – e spero – tutte le altre volte) invece mi impegnai al massimo, per quello che potevo coi miei limiti tecnici ovviamente. Ricordo che una volta in casa, forse contro il Cecina, perdemmo tipo 58-18 o 58-13 o boh (non eravamo forti…) ma quando mancavano pochi secondi alla fine presi palla dal nostro fondo campo, feci tutta la corsa fino all’altro fondo campo, tirai da tre, canestro e partita finita. Canestro inutile, ma lo vorrei tuttora mettere nel curriculum.

Vincemmo l’unica partita sul campo in casa contro il Donoratico mi pare, 24 a 18. Fu una festa. Ma al di là dei risultati, era ganzo l’ambiente di squadra, mi trovavo bene con tipo l’85% del gruppo, con me c’erano anche dei miei compagni di classe, poi i viaggi in trasferta (sempre in zona, ma erano comunque dei viaggi), le famiglie insieme… insomma, era divertente.

In quinta elementare continuano gli allenamenti però a gennaio del nuovo anno devo smettere: operazione di ernia inguinale (la so così, a grandi linee, forse non è il termine esatto ma pazienza). Salto quindi tutto il resto della stagione.

Ad agosto 1997 c’è il nuovo raduno, vengo convocato e facciamo una partita serale fra di noi; non sono proprio in forma, per usare un eufemismo. A settembre inizio le scuole Medie e vengo “”convinto”” a mollare: siccome il numero degli allenamenti settimanali aumenta c’è il rischio che non avendo io una buona organizzazione si penalizzi lo studio, dato che le Medie mica sono le Elementari.

Dunque, addio basket.

Mi è dispiaciuto? Sì. Per la mia crescita fisica, umana, sociale. Non ero forte, ma a parte la primissima volta mi impegnavo sempre e davo il meglio di me; almeno ci provavo.

Però è andata così.

Siamo al 1997. Venticinque anni fa, praticamente. Come racconto della mia avventura nello sport agonistico mi potrei fermare qui. Però c’è anche quello (molto) amatoriale, uh se c’è…

Quindi, per non far diventare quest’articolo un libro, la seconda parte è già in cantiere.

P.S.: e comunque quel canestro da tre fu bellissimo.

 

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Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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