…E tornare a viaggiare
E di notte con i fari illuminare
Chiaramente la strada per saper dove andare
Con coraggio gentilmente, gentilmente
Dolcemente viaggiare…
Questo potrebbe essere l’incipit della mia vita a partire dallo scorso dicembre.
La canzone di Battisti (eccelso poeta grazie anche a Mogol), Si Viaggiare, è una sottile metafora della vita che si sposa bene con il percorso della mia fino ad adesso.
Con coraggio, gentilmente… la gentilezza quante sfumature ha? Gentilezza di animo si, ma anche gentilezza nel comprendere se stessi, accogliere, aprirsi con leggerezza.
Descrivere cosa è successo e sta succedendo in questi mesi non è un’impresa banale, né tantomeno veloce e più che con le parole andrebbe rappresentata con colori, paesaggi, suoni e sensazioni.
Ma qui si scrive e cercherò, senza la velleità di sentirmi un Dante del 2022, di raccontare le suggestioni di sette mesi. Solo o molto 7…peraltro numero caro alla Cabbala.
Dicembre, Fuerteventura… i fari illuminavano la strada per l’aeroporto in un’umida mattina di inizio mese. In macchina la sacca delle tavole, una notte trascorsa con poco sonno, gli occhi secchi, voglia di caldo, sole, amici buoni e onde.
Laggiù mi aspettavano la dolcissima Eda e il suo compagno Diego, gli amici dell’Elba, e non vedevo l’ora di riabbracciarli.
Aeroporto di Pisa, banchi check in, il viaggio inizia con una buona azione che mi regalerà nuove amicizie.
Aereo, dormo per quasi tutto il viaggio. Come in un bozzolo mi sento trasportata lontano dalla pesantezza che aveva caratterizzato i giorni precedenti, il caldo della cabina e il fatto di avere i posti liberi accanto, fa si che riesca a sdraiarmi, dormire e sognare per quasi tutto il volo.
A Fuerte il tempo è pessimo, vento e freddo, non si surfa ma facciamo un lauto pranzo con Eda e Diego, va bene così.
Va bene così è stato il mio motto per i successivi mesi.
Va bene così anche oggi, anzi forse anche di più… ma torniamo a Fuerteventura.
Il mio rapporto di amore odio con le Canarie permane, probabilmente è il tipo di innamoramento più vero, perché dove tutto va bene ci sei annoia…”l’imperfezione è la forma che assume la perfezione per essere amata”.
La bellezza di questo surf trip è stata la quantità di amicizie che sono riuscita a intessere, amicizie vere che ancora permangono e si arricchiscono.
Fuerte mi ha regalato Yor e poi Fabio, due amici che mi hanno fatto riscoprire la forza del bene senza malizia e doppi fini dopo troppo tempo in cui avevo dimenticato la purezza d’animo delle persone intorno me.
La solidità quella mia che ormai mi contraddistingue da anni è stata alleggerita da quella dei miei amici nei quali potevo tranquillamente abbandonarmi ed essere accolta.
Le onde belle, al sud poi notevoli, insieme ad i miei giovani amici bodyboarder Matteo e Marco, Mirko infaticabile surfista stiloso. Vorrei trasmettervi la sensazione del colore dell’acqua, della schiuma bianca e le pareti delle onde verdi e trasparenti.
Il calore secco del sole.
Fuerte è stata l’inizio della catarsi ed ho fatto proprio bene quella mattina di dicembre ad andare all’aeroporto di Pisa… già l’aeroporto!
La congiunzione di eventi che sta caratterizzando questi mesi è impagabile, esploro il mondo insieme a me stessa; sono un’assidua sostenitrice del fatto che più si conosce ciò che è fuori e più si è consapevoli di ciò che siamo e che vogliamo.
Difatti dopo Fuerte non mi sono fermata, ma questa è la storia di Bocas del Toro e ve la racconterò la prossima volta!