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Sebastiano del Piombo – il “socio” di Michelangelo

Sebastiano del Piombo – il “socio” di Michelangelo

 

Sebastiano Luciani, divenuto celebre col nome di Sebastiano del Piombo, sarà il protagonista del mio articolo di oggi.

 

Lo avevo già citato nel mio articolo dedicato a Michelangelo. Avevo una certa curiosità di approfondire la sua vita e così oggi ho deciso di dedicare a lui il mio pezzo.

 

Gli inizi

 

Sebastiano del Piombo nacque a Venezia nel 1485. Come accadde spesso per i pittori di quel periodo, a darci le principali informazioni in merito alla sua vita fu il biografo Vasari.

 

Tramite Vasari sappiamo che Sebastiano nacque in una famiglia piuttosto agiata. Il giovane si dedicò inizialmente alla musica. Egli, infatti, cantava e suonava il liuto.

 

Solo in seguito, essendo interessato anche alla pittura, divenne prima allievo di Giovanni Bellini e, successivamente, di Giorgione. Vi sono, tuttavia, alcuni pareri discordanti in merito al suo apprendistato. È credibile la presenza di Sebastiano nella bottega di Bellini, ma non vi sono certezze in merito ad un insegnamento da parte di Giorgione.

 

Le ante per la Chiesa di San Bartolomeo di Rialto

 

Ante aperte    Ante chiuse

 

Tra il 1508 e il 1509, del Piombo realizzò le due ante d’organo a doppia faccia per la Chiesa di San Bartolomeo di Rialto. In tale opera, commissionata dal vicario Alvise Ricci, si notano effettivamente dei richiami a Giorgione. Questo porterebbe quindi a pensare che l’artista ebbe contatti anche con il maestro di Castelfranco.

 

Intorno al 1510, Sebastiano del Piombo realizzò la tavola della Salomé della National Gallery di Londra. Tra il 1510 e il 1511, invece, si dedicò alla Pala di San Giovanni Crisostomo. Questa pala venne commissionata da Caterina Contarini Morosini, affinché fosse eseguita dopo la morte del marito Nicolò.

 

Pala di San Giovanni Crisostomo

 

Sebastiano del Piombo a Roma

 

Nella primavera del 1511, Sebastiano si recò a Roma. Venne invitato dal ricco mercante Agostino Chigi, il quale era venuto a conoscenza della fama e del talento dell’artista.

 

Del Piombo si mise subito all’opera con le lunette affrescate nella villa della Farnesina. Il soggetto scelto fu a tema mitologico, in particolare storie tratte dalle Metamorfosi di Ovidio.

 

In meno di un anno, precisamente il 27 gennaio 1512, l’opera era stata conclusa.

 

Ritratti

 

Al 1512 sono datati “Ritratto di donna” e “Ritratto del cardinale Ferry Corondolet”. L’impostazione del personaggio richiama Raffaello, ma il paesaggio sullo sfondo rimanda alle opere venete.

 

Sebastiano del Piombo

 

A questo stesso periodo risale anche la bellissima “Morte di Adone”. L’opera presenta grandi figure plastiche mentre sullo sfondo è rappresentata una suggestiva Venezia al tramonto. Questo dipinto mi piace talmente tanto che l’ho scelto come immagine di copertina per il mio articolo!

 

L’amicizia di Michelangelo e la Pietà

 

In questo periodo, Sebastiano strinse amicizia con Michelangelo. Non volendo, l’artista si trovò così coinvolto nella rivalità che si stava creando tra Michelangelo e Raffaello, gli artisti di punta della corte papale.

 

Al 1516 risale la Pietà, prima collocata su un altare della Chiesa viterbese di San Francesco, ma ora nel Palazzo dei Priori di Viterbo.

 

Sebastiano del Piombo

 

Si tratterebbe della prima opera in collaborazione tra del Piombo e Michelangelo.

 

La scena si svolge di notte e vi è un mix tra l’arte di Giorgione e la cultura veneziana in generale. Ad essere rappresentata è la Veglia Pasquale e la protagonista è Maria che si rivolge alla luna piena.

 

Il Sacco di Roma

 

Durante il Sacco di Roma, nel maggio 1527, Sebastiano si rifugiò prima in Castel Sant’Angelo. In seguito, si spostò a Orvieto e, successivamente, a Venezia. Del Piombo fece ritorno a Roma nel febbraio del 1529.

 

Nel 1534, si ruppe l’amicizia tra Sebastiano del Piombo e Michelangelo.

 

Cristo portacroce di Budapest

 

Al 1540 risale il Cristo portacroce di Budapest.

 

Cristo portacroce

 

La figura è rappresentata con la massima essenzialità, addirittura manca la corona di spine. Questo, probabilmente, per sottolineare il dolore e la sofferenza. Cristo diventa tutt’uno con la croce ed emerge con violenza dallo spazio buio.

 

Gli ultimi anni

 

Negli ultimi anni la produzione pittorica di Sebastiano rallentò fortemente. Egli arrivò anche a far slittare di molti anni la consegna delle sue commissioni.

 

Nel testamento del gennaio 1547, nominò come eredi il figlio Giulio e i suoi discendenti. Chiese, inoltre, di essere sepolto in Santa Maria Maggiore.

 

Sebastiano del Piombo morì a Roma il 21 giugno 1547.

 

Alice Antoni

Alice Antoni

Alice ama leggere e adora gli animali, in particolare i conigli. È da sempre appassionata di arte e di riciclo creativo.

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