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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Diciottesima Intermittenza

Diciottesima Intermittenza

Diciottesima intermittenza

Benvenuti o bentornati tra queste pagine,

Sulla scia della precedente intermittenza, nella quale vi ho parlato (brevissimamente) dei miei dieci libri preferiti letti nel 2021, oggi vi parlerò dei miei tre fumetti preferiti letti durante l’anno appena trascorso.

Intendo fumetti nell’accezione più ampia del termine: manga, graphic novel, seriali italiani da edicola, comics americani e chi più ne ha, più ne metta. Parlerò di fumetti che potranno esser fruiti, e goduti, anche da chi non ha mai aperto un fumetto in vita sua.

Quindi, bando alle ciance e iniziamo subito:

Fumetti

1 – Una risata vi resusciterà – Dylan Dog speciale 35

E PERCHÉ HAI SCELTO DI RACCONTARE PROPRIO LA STORIA DI UN BUGIARDO?” “PERCHÉ LA MENZOGNA È L’UNICO MODO DI SOPRAVVIVERE ALLA REALTÀ.”

Eccezionalmente cominciamo con un fumetto da edicola, un fumetto bellissimo scritto da Alessandro Bilotta (Mercurio Loi, Valter Buio) e disegnato da Sergio Gerasi. Nonostante si tratti di un’opera seriale, in forte continuity con la serie del Pianeta dei Morti, che ospita una versione alternativa del Dylan classico, questa serie è leggibilissima a sé stante. Ma perché mi è piaciuta così tanto?

A metà tra il Joker di Todd Philips interpretato magistralmente da Joaquin Phoenix e il neorealismo italiano, questa storia mette in scena la vita, o le molte vite, di  Waldo Wilkinson, cabarettista sul lastrico, in cerca della svolta. I vecchi fan, e i nuovi, dell’Indagatore dell’incubo cadranno dalla sedia nel leggere questa storia, tante sono le implicazioni e le riflessioni che scatenerà nella mente degli appassionati.

Gli altri, i non avvezzi alla nona arte, potranno godersi una storia meravigliosa, disegnata magistralmente e potranno scoprire, se non l’hanno ancora fatto, la potenza di questo medium, in grado di raccontare qualsiasi cosa, senza per forza cedere agli stereotipi narrativi americani.

2 – Spider-Man (La storia della mia vita)

Passiamo a un fumetto americano, nello specifico un’opera Marvel. I fumetti americani presentano varie criticità per chiunque volesse approcciarsi alla lettura di questi universi supereroistici.

Oggi la faccenda è decisamente migliorata, vista la popolarità che i personaggi hanno guadagnato con l’avvento di un universo cinematografico condiviso. Vediamo costantemente ristampe di volumi a sé stanti, che non presuppongono una particolare conoscenza preliminare per godersi la storia in questione.

Ogni autore che si avvicenda sulle pagine di un particolare personaggio, fornisce la sua visione del tutto. Di conseguenza, ogni autore sviluppa le proprie trame (mantenendo nella maggior parte dei casi intatta la natura e/o l’essenza del personaggio), ma queste devono esser lette consecutivamente. Sennò si rischia di perdere il filo di ciò che l’autore in questione, di volta in volta, vuole raccontare.

Queste storie prendono il nome di “Cicli narrativi” e più cicli dello stesso autore costituiscono la cosiddetta “Run” dell’autore in questione.

D’altro canto, però, sono facilmente accessibili una volta che una run ricomincia da zero. C’è un cambio degli autori ciclico così da permettere varietà di storie e garantire un punto di accesso ai nuovi lettori. L’ho fatta molto semplicistica, ma più o meno ci siamo.

I personaggi americani, salvo stravolgimenti, sono cristallizzati. Rimangono sempre uguali a loro stessi. Sono molto gattopardiani in questo: gli appassionati assistono annualmente a grandi stravolgimenti, ma poi sanno che tutto tornerà com’è.

Peter Parker sarà sempre il ragazzo squattrinato, che deve fare i conti e decidere se salvare l’anziana zia o salvare la popolazione di New York dal cattivone di turno. Gli eroi dei fumetti, anche qui, salvo varie eccezioni, è raro che invecchino. O comunque, se lo fanno, lo fanno a un ritmo molto più lento di quello a cui noi siamo sottoposti quotidianamente.

Ma se invecchiassero?

Se tutto ciò che hanno vissuto fosse “canonico” e venisse rispettato dagli scrittori, cosa succederebbe?

Questa è la domanda principale che si pongono gli scrittori della storia che vi consiglio. Peter invecchia e assistiamo alle vicende dell’uomo ragno nelle varie fasi della sua vita.

Ciascuna di queste caratterizzata da un evento che porterà a un nuovo status quo per il personaggio in questione, ma senza dimenticare gli avvenimenti precedenti.

Credo che questa dinamica possa essere affascinante per i lettori, come lo è stata per me, e possa fare luce su una di quelle domande (Ma se invecchiassero? ) che risuona nelle coscienza degli appassionati da sempre.

La prospettiva è inedita e presenta un eroe alle prese col nemico più grande di tutti, col quale tutti noi dobbiamo fare i conti: il tempo.

Imperdibile.

3 – Shonan Junai Gumi – La banda dell’amore puro di Shonan – 15 voll.

Rilettura di uno shonen cult che ha fatto sognare un’intera generazione di lettori. Edita in Italia in 15 volumi, questa seria narra la giovinezza di Onizuka, moto teppista romantico, alla ricerca del senso della vita.

Dopo i primi 4/5 volumi di assestamento, nei quali vengono narrati episodi autoconclusivi, la trama ingrana, pronta a regalarci avventure su due ruote emozionanti e momenti epici.

Con i relativi distinguo, avvicinerei quest’opera al romanzo in prima posizione della recente classifica, solo che qui viene sfruttato a pieno il genere (molto in voga in Giappone, quello dei teppisti) per raccontare una storia di formazione, tanto particolare, tanto circoscritta all’ambiente in cui viene narrata, quanto universale.

Tanto da appassionare me, ragazzo di 25 anni italiano che non ha mai guidato nemmeno un motorino.

 

Gabriele Bitossi

Gabriele Bitossi

Gabriele nasce nel '96 ed è da sempre appassionato di storie, in ogni loro forma. Studia italianistica all'Università di Pisa e sceneggiatura alla Scuola internazionale di comics a Firenze. Starebbe ore a parlare coi suoi personaggi preferiti... e se lo facesse già?

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