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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Eurovision 2020, arte e teatro: la resilienza della cultura

Eurovision 2020, arte e teatro: la resilienza della cultura

Eurovision 2020, arte e teatro: la resilienza della cultura

Cari amici di “Non è buio ancora”! Siamo ormai nel vivo della Fase 2, e lunedì 18 maggio sarà un marcatempo importante dal punto di vista delle riaperture e degli allentamenti. Certo, le regole per il contenimento del virus non si dissolveranno dall’oggi al domani. Il nostro interfacciarsi con la dimensione altrui non potrà ancora prescindere dal mantenimento della distanza e dall’uso dei dispositivi di protezione. Torneranno però nelle nostre vite molteplici modalità di esprimere la nostra libertà, modalità che sta a noi sfruttare al meglio e responsabilmente. Sarà di nuovo possibile, ad esempio, visitare mostre e musei (almeno entro i confini regionali). Quale miglior modo di vincere l’inedita ma venefica paura del contatto umano (uno dei potenziali effetti collaterali retaggio del lockdown)? Di fronte all’arte, alla bellezza – rispecchiandoci nella parte migliore di noi – viene naturale sentirsi corpo unico, propaggini di un unico fusto, storie della medesima Storia.

L’arte vive!

Dal 19 maggio, le sale del Museo del Tessuto di Prato torneranno fruibili per chi vorrà scoprire la rassegna Pinocchio nei costumi di Massimo Cantini Parrini dal film di Matteo Garrone. La mostra raccoglie una trentina di costumi del costumista cinematografico David di Donatello 2020. Sarà visitabile fino al 25 ottobre.

A Milano, che metterà in campo un piano di riaperture scaglionate dei musei civici, si dovrà aspettare fino al 28 maggio per varcare la soglia del Palazzo Reale. Fino al 27 settembre si potrà tornare a godere dei giochi di luce e delle atmosfere di Georges de La Tour, pittore del barocco francese.

Il 21 maggio riprende la mostra dedicata a Robert Doisneau nelle sale di Palazzo Pallavicini, a Bologna. Fino al 21 luglio sarà possibile ammirare 143 tra i lavori del fotografo francese, celebre per lo scatto Le baiser de l’hôtel de ville.

Due appuntamenti a Roma. Al Complesso Monumentale di San Salvatore in Lauro sarà di nuovo visitabile (fino al 26 luglio) la mostra itinerante Rinascimento Marchigiano. Opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma. La rassegna raccoglie le opere oggetto di restauro dopo il terremoto del 2016 nelle Marche. L’ex GIL, il palazzo storico di Trastevere dall’architettura razionalista, riaprirà invece i battenti per la retrospettiva dedicata al fotografo Elliot Erwitt, famoso per aver immortalato Che Guevara e Marilyn Monroe. Settanta gli scatti esposti, che saranno visibili fino al 12 luglio.

Nell’attesa: Eurovision 2020

Parlavamo nello scorso articolo dell’adattabilità e flessibilità (purtroppo – o per fortuna – non infinite) del mondo della cultura e dello spettacolo. Bene, una prova tangibile di tali qualità la avremo proprio stasera, in occasione dell’Eurovision Song Contest 2020, reinventatosi nell’evento Europe Shine a Light – Accendiamo la musica. Nell’evidente impossibilità di svolgersi per lo show – proprio oggi doveva aver luogo il gran finale a Rotterdam –, si è pensato di ricorrere a una formula differente.

Dalle 20.35, su Rai Uno, andrà in onda un omaggio ai 41 artisti che avrebbero dovuto partecipare alla kermesse. Ognuno di loro, in modo non competitivo, darà il proprio contributo con un estratto del brano che doveva essere in gara. Diodato, in rappresentanza dell’Italia, ha registrato la propria clip di Fai Rumore in un Arena di Verona deserta, per cui l’impatto scenico della sua “esibizione” sarà tra i più suggestivi. Per l’Italia, interverranno anche: Mahmood, Ermal Meta e Fabrizio Moro, Francesco Gabbani, Francesca Michielin e Il Volo. Sarà poi celebrato Domenico Modugno, che partecipò all’Eurovision in Olanda nel 1958 con Nel blu dipinto di blu.

Dietro e davanti le quinte

Non posso concludere il pezzo senza diffondere, nel piccolo di questo blog, un paio di recenti contributi in favore dei lavoratori dello spettacolo, dietro e davanti le quinte. Il primo è un brano, Lost in the Desert, composto da un collettivo di artisti (capitanato da Daniele Silvestri e formato, tra gli altri, da Rodrigo D’Erasmo, Enrico Gabrielli, Fabio Rondanini, Joan as a Police Woman). Tutti i proventi del singolo saranno devoluti all’iniziativa COVID-19 Sosteniamo la Musica di Spotify, per aiutare musicisti e professionisti del settore musicale.

Il secondo è un manifesto, nato dal coordinamento La Musica Che Gira, sottoscrivibile da ogni lavoratore dello spettacolo, volto a portare all’attenzione delle istituzioni le istanze del settore, oggi più che mai in condizioni di grave criticità.

In favore degli attori di una compagnia teatrale milanese è partita poi una raccolta fondi, organizzata dalla Taffo Funeral Services, l’agenzia funebre distintasi sul web per le campagne pubblicitarie anticonvenzionali, intrise di black humor. Ne è nato un monologo intenso, sospeso tra gravità e ironia, sotto l’egida di un hashtag che non poteva che essere: #ilteatronondevemorire.

 

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Simone Gasparoni

Simone Gasparoni

Classe 1995, studio Filosofia all'Università di Pisa. Allievo ortodosso di Socrate, ho sempre pensato che le parole siano roba troppo seria per abusarne (lo so, lo so, detta così sembra una scusa degna del miglior cerchiobottismo, per dirla in gergo giornalistico). Romantico per vocazione, misantropo per induzione. Attualmente, in via di riconciliazione con il genere umano attraverso la musica, l'arte, la cultura. Per ora, sembrano buone vie. Oltre che all'Unipi, potete trovarmi in giro in qualche locale o teatro a strimpellare la tastiera. O, con più probabilità, a casa mia. P.S. Ecco, l'ho già fatta troppo lunga...

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