René Magritte è l’artista che ho scelto per l’articolo di oggi.
Vi avevo brevemente parlato di alcune sue opere in uno dei miei primissimi articoli. Più precisamente, quando andai a vedere una mostra a Palazzo Blu dedicata a lui e ad altri pittori surrealisti.
Magritte, però, ha realizzato opere talmente innovative che non ho resistito. Ho deciso. quindi, di dedicargli un intero articolo in modo da poter raccontare qualcosa di più sulla sua vita e sulle sue tele più celebri.
Iniziamo!
Infanzia e Adolescenza
René Magritte nacque in Belgio nel 1898. Fin da piccolo si trasferì molte volte con la sua famiglia fino a quando, nel 1910, giunsero a Châtelet dove, solo due anni dopo, la madre Régina si suicidò gettandosi nel fiume Sambre. Secondo alcune voci, la donna venne ritrovata con la testa avvolta nella camicia da notte e questo elemento spiegherebbe la presenza di molti volti coperti nelle opere di René, come avviene per esempio ne “Gli Amanti”:
Per cercare di dimenticare il dolore per la morte della madre, René con il padre e i due fratelli, si trasferirono a Charleroi. Qui il giovane, dopo gli studi classici, iniziò ad interessarsi alla pittura e, nel 1916, si iscrisse all’Accademia di Belle Arti di Bruxelles.
L’arrivo al Surrealismo
Dopo aver seguito i corsi di vari pittori, René, nel 1922, si sposò con Georgette Berger che aveva conosciuto ben nove anni prima, quando aveva solo quindici anni. L’anno seguente iniziò a lavorare come grafico, in particolare come design di carta da parati.
La svolta per Magritte avvenne dopo aver scoperto le opere di Giorgio de Chirico. Pare che dopo aver visto la sua tela “Canto d’amore”, rimase talmente tanto impressionato da cambiare in qualche modo la sua idea di Arte. Lui stesso descrisse questo quadro come un’opera capace di tagliare di netto le abitudini mentali degli artisti prigionieri del loro talento e in grado di fornire un nuovo modo di vedere.
Il Canto d’Amore – Giorgio de Chirico
Fu con questa nuova idea che Magritte iniziò a dipingere semplicemente ciò che vedeva e a sperimentare sempre di più fino a quando, nel 1925, aderì al gruppo surrealista di Bruxelles. E’ nel 1926 che René prese contatto con il celebre André Breton, leader del movimento surrealista mentre, l’anno seguente, tenne a Bruxelles la sua prima mostra personale dove espose ben sessanta opere.
Magritte era definito il sabotatore tranquillo per la sua capacità di insinuare dubbi sulla realtà attraverso la rappresentazione del reale stesso. Il suo scopo non era tanto avvicinarsi al reale per interpretarlo bensì per mostrarne il mistero indefinibile.
“Nella vita tutto è un mistero”
L’illusionismo onirico
Il suo stile venne così definito illusionismo onirico. Magritte dipingeva oggetti reali posti in contesti assurdi creando così qualcosa di inusuale disorientando, allo stesso tempo, la mente dell’osservatore. Tutto questo veniva completato da un sapiente uso di tonalità fredde che ricordavano le atmosfere di un sogno.
A me è sempre piaciuta molto la sua opera “Ceci n’est pas une pipe”:
Ovviamente guardando questa tela è chiaro che ciò che è rappresentata è una pipa e allora perché Magritte affermava che quella non era una pipa? Semplicemente intendeva che quella non era una pipa vera e propria ma la rappresentazione di una pipa.
“Chi oserebbe pretendere che l’immagine di una pipa è una pipa? Chi potrebbe fumare la pipa del mio quadro? Nessuno. Quindi, non è una pipa”.
Dopo aver trascorso con la moglie un periodo nei pressi di Parigi, Magritte fece ritorno a Bruxelles dove ebbe inizio il suo periodo più prospero dal punto di vista artistico: egli infatti realizzò, in ventiquattro anni, circa ottocento opere tra tele e disegni. E’ inoltre nell’appartamento di René che si svilupparono i momenti più importanti del surrealismo belga in quanto diventò il punto di incontro del gruppo oltre ad essere luogo di numerosi eventi, comprese feste in maschera. E’ bello sapere che, dal 1999, questo appartamento è stato trasformato in un museo dedicato a Magritte.
Nel 1940, per paura dell’occupazione tedesca, René e sua moglie si trasferirono nel sud della Francia dove sperimentò nuovi stili pittorici mentre nel 1966 intraprese un viaggio tra Cannes, Montecatini e Milano.
Nell’agosto del 1967, dopo l’improvvisa comparsa di un cancro al pancreas, René Magritte si spense nel suo letto a Bruxelles. Venne sepolto nel cimitero di Schaerbeek.
Per chi si fosse perso il mio articolo dedicato alla mostra sul Surrealismo, vi lascio qui sotto il link:
https://www.wipradio.it/2018/12/27/da-magritte-a-duchamp-il-surrealismo-dal-centre-pompidou/