Henri Matisse è il pittore che ho scelto per l’articolo di oggi.
L’idea in realtà mi è venuta qualche giorno fa. Stavo guardando una serie TV dove veniva, appunto, citato Matisse e mi è venuta un’improvvisa voglia di riguardarmi la sua vita e le sue opere visto che, già dai tempi della scuola, mi è sempre piaciuto.
Dunque quale modo migliore di rispolverare i miei ricordi se non facendolo insieme? Iniziamo subito!
Infanzia e Adolescenza
Henri Matisse nacque nel 1869 nel Nord della Francia, dove i genitori gestivano un commercio di sementi. A diciotto anni si trasferì a Parigi. Qui iniziò a studiare legge e a lavorare come impiegato statale. Fu durante la convalescenza in seguito ad un attacco di appendicite che Matisse scoprì la pittura. Con enorme disapprovazione del padre, decise di diventare un artista.
Trovare la gioia nel cielo, negli alberi, nei fiori. Ci sono fiori dappertutto per chi vuole davvero vederli.
Fu così che, nel 1891, Matisse iniziò a studiare Arte sotto la guida di Bouguereau e di Moreau. Ottenne un discreto successo dipingendo nature morte e paesaggi e, solo pochi anni dopo, espose ben cinque dipinti, due dei quali vennero acquistati dallo stato francese. Fu però l’incontro col pittore John Peter Russel a cambiare completamente il suo stile. Egli lo introdusse all’Impressionismo e alle tele di Van Gogh, insegnandogli nuove teorie legate al colore.
Oltre alle opere di Van Gogh, Matisse trasse ispirazione anche dalle tele di Cézanne, Gauguin e Signac. Da quest’ultimo si lasciò ispirare soprattutto dalla tecnica del Puntinismo arrivando ad utilizzarla anche in diversi dei suoi quadri. Dal momento che colore e luce erano diventati i suoi interessi principali, Matisse si recò a Londra in modo da poter studiare da vicino le opere di William Turner.
Nel corso della sua vita Matisse ebbe tre figli. La primogenita, Marguerite, nacque nel 1894 dalla sua unione con una modella di nome Caroline. Nel 1898, invece, Henri sposò Amélie Noelie Parayre e da questa nuova unione nacquero altri due figli: Jean e Pierre, i quali si legarono molto a Marguerite. Quest’ultima e Pierre fecero spesso da modelli per il padre.
Fauves
Matisse fu uno degli esponenti principali della corrente chiamata Fauvismo.
Con il termine fauves (in francese “belve”) venivano infatti indicati i pittori facenti parte di questo movimento artistico d’avanguardia che, nei primi anni del Novecento, diedero vita ad una vera e propria rivoluzione dell’arte.
Tutto iniziò grazie al Salon d’Automne dove il vicedirettore George Desvallières, a sua volta pittore, decise di esporre i lavori di alcuni di questi artisti che aveva conosciuto durante un periodo di studio presso l’atelier di Gustave Moreau. La “selvaggia” violenza con cui il colore veniva espresso fece guadagnare a questi artisti il nome di fauves. Matisse prese parte a questa esposizione con la sua “Donna con Cappello”. I fauves furono attivi solo per pochi anni, precisamente fino al 1907, a causa della prepotente affermazione della corrente del cubismo. La loro eredità fu tuttavia raccolta, sotto vari aspetti, dagli espressionisti tedeschi.
Sebbene i lavori di Matisse incontrarono spesso delle critiche, la sua ascesa non rallentò nemmeno dopo il declino della corrente del fauvismo. Tra il 1906 e il 1917, Henri dipinse molte delle sue più celebri opere e divenne parte attiva di un gruppo di artisti che lavoravano a Montparnasse. Matisse ebbe inoltre un lungo rapporto con un collezionista d’arte russo per il quale realizzò la sua celebre tela “La danza”, della quale dipinse anche una seconda versione che oggi è conservata al MoMA di New York.
L’amicizia con Picasso
Intorno al 1904, nel salotto di Gertrude Stein, Matisse incontrò per la prima volta Pablo Picasso. Tra i due nacque una grande amicizia oltre ad una grande rivalità artistica e, durante il primo decennio del ventesimo secolo, la stessa Gertrude Stein ed altri membri della sua famiglia, divennero i principali sostenitori del lavoro di questi due grandi artisti arrivando a collezionare diversi loro dipinti.
Ad attendere Matisse ci furono altri successi. Innanzitutto divenne il maestro di alcuni giovani artisti presso un’accademia parigina che portava il suo nome e che fu fortemente voluta dagli stessi amici di Henri. Successivamente l’artista espose due delle sue opere (“Nudo blu, ricordo di Biskra” e “Madras Rouge”) all’Armory Show di New York, una delle prima mostre importanti di arte moderna negli Stati Uniti.
Nel 1917 Matisse si trasferì in Costa Azzurra, precisamente in un sobborgo di Nizza. Le sue opere di questo periodo subirono una sorta di rilassamento rispetto a quelle precedenti. Questa non fu propriamente una novità in quanto, in seguito alla Prima Guerra Mondiale, l’Arte in generale subì un lento ritorno verso la tradizione. E’ in questo periodo che Matisse iniziò a dipingere una serie composta da circa cinquanta odalische orientaleggianti che molti critici definirono superficiali.
Nel 1939 Henri si separò dalla moglie mentre, nel 1941, gli venne diagnosticato un cancro all’intestino ed egli dovette sottoporsi ad un delicato intervento chirurgico. Matisse superò l’operazione ma fu costretto alla sedia a rotelle. Con l’aiuto di alcuni assistenti realizzò dei grandi collages, i gouaches découpés. Nel 1947 l’artista pubblicò un libro in edizione limitata, Jazz, il quale conteneva stampe a colori di collage accompagnati dai suoi pensieri. Successivamente produsse anche delle illustrazioni in bianco e nero che vennero utilizzate per diversi libri, tra cui “Ulysses” di Joyce.
Ultimi anni
A causa delle sue precarie condizioni di salute, Matisse, negli ultimi anni della sua vita, si trovò spesso ospite delle suore domenicane del monastero di Vence. Fu per questo che accettò di progettare e realizzare per loro la Chapelle du Saint-Marie du Rosaire. Henri si occupò della realizzazione di varie pitture che divennero subito celebri e molto visitate.
Matisse morì nel 1954 in seguito ad un attacco cardiaco e venne sepolto nel cimitero del Monastero di Cimiez a Nizza.
Ho lavorato per arricchire la mia intelligenza, per soddisfare le differenti esigenze del mio spirito, sforzando tutto il mio essere alla comprensione delle diverse interpretazioni dell’arte plastica date dagli antichi maestri e dai moderni.