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Glow: Sheila, il lupo perde il pelo e anche il vizio

Glow: Sheila, il lupo perde il pelo e anche il vizio

Los Angeles, 1985. Dall’incontro tra un gruppo molto eterogeneo di donne e un regista di b-movie nasce Glow, Gorgeous Ladies of Wrestling, uno spettacolo di lotta dal vivo con personaggi, costumi e coreografie tanto eccessivi da conquistarsi un posto prima in tv e poi nella sfavillante Las Vegas. La serie creata da Liz Flahive e Carly Mensch per Netflix è stata una delle soprese più piacevoli del 2017 e grazie alla cura messa nella caratterizzazione dei personaggi, a cui ci si affeziona alla svelta, hanno funzionato altrettanto bene anche la seconda e la terza stagione. In quest’ultima colpisce particolarmente la parabola di una delle lottatrici: Sheila.

Si presenta al gruppo in costume da lupo e sul ring vive il suo personaggio con intensità pazzesca. Questo perché Sheila non finge di essere un lupo, ma sente di esserlo. La sua è una sorta di disforia di specie che la spinge a non smettere mai la pelliccia, a vivere tra gli esseri umani con la consapevolezza di appartenere a un altro regno. Come ogni lupo in natura, anche Sheila ha bisogno di un branco e lo trova, dopo l’iniziale diffidenza, proprio nelle ragazze di Glow, che accettano la sua stranezza e imparano ad amare anche il suo lato più selvaggio.

Nella terza stagione, Sheila si ferma a riflettere su ciò che vorrebbe fare in futuro. Si avvicina al mondo della recitazione, ma il suo costume le impedisce di essere presa sul serio, perché come può interpretare altri personaggi se si trova imprigionata in quello del lupo? Scoprendo un talento interpretativo che non avrebbe mai pensato di avere, Sheila esce finalmente dal personaggio e si lancia in una moltitudine di nuovi volti, nuove voci e nuove storie. Nel gruppo di Glow, la sua caratterizzazione aveva sempre avuto a che fare con la bizzarria della sua immedesimazione estrema. Sheila è praticamente l’unica tra le protagoniste a non essere definita da etnia, religione, orientamento sessuale o passato ed è anche una delle pochissime a non avere una storyline sentimentale.

Il suo percorso è personale in maniera purissima, è un’epifania e una concatenazione di scelte complesse che la riportano nel mondo reale dopo anni passati a proteggersi sotto la pelliccia del lupo. La sua non è una svolta di normalizzazione, è una rinascita che le permette di trovare un posto e un ruolo nel mondo, senza più bisogno di corazza.

Eva Cabras

Eva Cabras

Nata nel 1988, di lunedì, in un anno bisestile. Ha provato il brivido di telefonare agli amici con il telefono fisso, poi ha scoperto Myspace e la magia dello shopping online. Nel 2015 inizia a scrivere online di musica e cinema. Negli anni contrae il morbo del binge watching e finisce per scrivere soprattutto di serie tv, con particolare ossessione per l’horror e la rappresentazione femminile (non necessariamente in quest’ordine). Legge ancora su carta, vive ancora in provincia.

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