Perché camminare fino a Santiago?
8 buone ragioni per preparare lo zaino e seguire le frecce gialle
I primi a chiederselo furono i pellegrini che percorrevano il Cammino di Santiago già fra il X e XI secolo e la loro risposta era, ovviamente, di tipo religioso: rendere omaggio alle spoglie mortali di San Giacomo Apostolo. Non sono credente ma la storia di San Giacomo, che considero leggenda, nella mia mente ha sempre avuto dei contorni vagamente fiabeschi: partito dalla Giudea verso la penisola iberica per diffondere il cristianesimo, quando rientra in Terra Santa viene condannato alla decapitazione per ordine di Erode Agrippa. Alla sua morte i discepoli che l’avevano seguito dalla Spagna ne trafugano le spoglie e “con una barca senza equipaggio e guidata dalle voci degli angeli” lo riportano in Galizia, dove viene sepolto. Con il passare dei secoli il luogo di sepoltura fu dimenticato e ritrovato soltanto grazie alla visione di un eremita che, nella notte, vide delle magiche luminarie nel cuore di un bosco come “un campo di stelle” (da qui “campus stellae”, “compostela”) ad indicare il luogo in cui si trovava il corpo del santo. E dunque sì, la barca senza equipaggio e il campo di stelle danno a questa leggenda un taglio meno cruento e più romantico rispetto alle storie di altri santi altrettanto popolari.
Negli ultimi anni però il Cammino di Santiago ha saputo rinnovarsi: da storia millenaria di culto religioso a pellegrinaggio laico. Molti cammini diversi fra loro nel percorso (il più popolare, conosciuto come “Cammino Francese” che parte da Saint Jean Pied de Port, poi il Cammino Inglese, il Cammino del Nord, il Portoghese…), tante strade percorse per una miriade di ragioni diverse da un numero sempre più elevato di persone ogni anno che, a piedi o in bicicletta, decidono di partire per raggiungere la celebre città gallega.
Ma la domanda resta: perché andare a piedi fino a Santiago de Compostela?
Per poter attraversare un paese guardandolo da un punto di vista completamente diverso. Non da un’autostrada ma passando per boschi e pianure, non da una strada asfaltata o ferrata ma seguendo i sentieri, superando monti e valli. Camminare significa vedere il paesaggio mutare costantemente o improvvisamente, oltre una collina, superando un piccolo borgo o entrando in una città. Albe nuove ogni mattino ammirate a volte da sopra le nuvole, a volte da sotto.
Per ascoltare le storie degli altri pellegrini: tutti ne hanno una. Anche chi pensa di no, anche chi è convinto di essere partito senza un particolare scopo personale, senza una vera motivazione, con il passare dei giorni e dei chilometri inizia a cambiare idea. Si ascolta e ci si racconta fino a riuscire a vedere qualcosa di noi in ogni persona che incontriamo, come tanti piccoli specchi che ci danno l’opportunità di guardare meglio ogni lato di noi stessi, anche quelli che non riuscivamo o non volevamo vedere.
Per imparare o rinnovare il senso di condivisione: l’unità di intento porta vicinanza e complicità non solo emotiva ma anche pratica. Ci si trova a dover condividere tutto e la solidarietà diventa una regola non scritta che solo pochissimi elementi negativi sentono di non dover rispettare. Se fai una sosta lungo la strada perché hai un sassolino in una scarpa, sicuramente qualcuno si fermerà per chiederti se hai bisogno di aiuto. Se hai sete troverai acqua, se hai bisogno di un cerotto troverai qualcuno che ti darà uno dei suoi: gli oggetti tornano ad essere quello che dovrebbero, non tesori ma semplici “mezzi” per raggiungere uno scopo. In questo caso vivere al meglio il Cammino ed arrivare a Santiago.
Per mettersi alla prova e constatare con i propri occhi quanto il corpo e la mente siano strettamente collegati. Se si trova il proprio ritmo e la mente inizia a godere del rumore dei propri passi, dei paesaggi e di tutto quello che di nuovo ci circonda ogni giorno, allora il corpo non potrà che seguirla, facendoci macinare chilometri e portandoci molto più lontano di quanto avremmo mai potuto immaginare.
Per una vacanza ecologica e sportiva. A piedi o in bicicletta il Cammino è, di fatto, un viaggio a impatto zero. E può anche essere un’occasione per dare un contributo alla pulizia e al mantenimento dei sentieri: raccogliere eventuali rifiuti e metterli nelle buste speciali che vengono distribuite lungo tutto il percorso e dotate di ganci per poter essere agganciate agli zaini, è un gesto di civiltà per noi e per quelli che passeranno dopo di noi.
Camminare: uno sport per tutti, ognuno con i suoi tempi e i suoi ritmi, perché non è il numero dei giorni impiegati per raggiungere Santiago che rende pellegrini di serie A o B. Non è una competizione, non ci sono categorie!
Perché lo si può fare sempre. Sicuramente la stagione scelta per intraprendere il viaggio fa la differenza su molti aspetti dell’organizzazione e su eventuali difficoltà che potremmo incontrare, ma si può fare in qualsiasi mese. Le strutture sono più o meno sempre aperte o comunque c’è la garanzia di una risposta alla domanda ricettiva durante tutto l’anno. Non solo: si può scegliere la località di partenza in base al tempo che abbiamo a disposizione, partendo da più o meno vicino a Santiago, o dividendo il Cammino in più viaggi.
Perché è un viaggio economico. Con la “credenziale del pellegrino”, il documento che attesta il nostro percorso e su cui si fa apporre un timbro ad ogni tappa, si ha accesso agli “albergue” (gli ostelli riservati ai pellegrini), ai ristoranti che offrono il “menu del dia” (menu del giorno a prezzo fisso) ed altri servizi spendendo pochi euro o addirittura ad offerta libera.
Anche per quanto riguarda l’aspetto dell’attrezzatura, grazie ai molti negozi di articoli sportivi a prezzi accessibili e al fatto che il necessario non è niente di particolarmente “tecnico” (soprattutto se confrontato con altri sport), il costo è contenuto.
Si cammina fino a Santiago semplicemente perché ci sembra una cosa divertente e anche un po’ folle. Non è un buon motivo? Io credo di sì.
In ogni caso il nostro vero, buon motivo si mostrerà chiarissimo davanti agli occhi non appena arrivati di fronte alla Cattedrale di Santiago, meravigliosa perla bianca nel cuore della Galizia.
E probabilmente saremo così felici che, del perché abbiamo camminato per settimane come dei matti, non ce ne importerà più niente.