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L’animale che ha ispirato Melissa Graziani: il Lupo

L’animale che ha ispirato Melissa Graziani: il Lupo

Il Lupo è l’animale che ha ispirato la giovane autrice rosignanese Melissa Graziani nella stesura del suo primo libro Alfa (qui la presentazione del libro a cura di WiP Radio): conosciamo meglio questo animale straordinario che ha dovuto affrontare notevoli difficoltà nel suo percorso di sopravvivenza

Il Lupo: un animale a rischio estinzione

A cura di Francesco Giusti

Il Lupo fa parte dell’ordine dei Carnivori e in particolare della famiglia dei Canidi. Come la maggior parte delle specie della stessa famiglia è un animale gregario: vive in branchi il cui numero dipende dalla superficie dell’home range e dalla disponibilità delle risorse.

lupoPer quanto riguarda l’emisfero boreale e in particolare Europa e Nord America è considerato uno dei super predatori (condividono questo titolo la Lince, l’Orso bruno e il Puma) e la caratteristica di questo splendido carnivoro è la grande organizzazione sociale. Si riconosce un maschio “alfa”, il vero leader del branco, che ha il diritto di accoppiarsi con tutte le femmine del branco, di mangiare per primo e il dovere di guidare in prima linea le battute di caccia e di difendere il resto del branco, compresi i cuccioli; questo ruolo viene conquistato con delle lotte e delle prove di forza in seguito viene mantenuto grazie a continue dimostrazioni e a particolarità del comportamento.
La cosa sorprendente è che pure le femmine sono organizzate: in genere solo le femmine di rango superiore hanno il diritto di accoppiarsi, mentre le altre del branco concorrono alle cure parentali, accudendo i piccoli e proteggendo la tana. Il ruolo che occupano le altre lupe ha un piccolo vantaggio: le femmine del branco sono perlopiù tutte imparentate (sorelle, cugine, zie ecc.), pertanto contribuendo ad accudire i cuccioli delle femmine più importanti permettono al proprio corredo genetico di prosperare, oltre a fare pratica per quando acquisteranno un ruolo più in vista.
Un altro momento importante per la vita di un branco di lupi è senz’altro la caccia, attività che esalta le doti organizzative di questi canidi. A seconda della preda e delle dimensioni si comportano in modo diverso: in presenza di un bisonte o di un alce adottano la strategia dell’accerchiamento, in presenza di un Cinghiale vanno sull’inseguimento (sono dotati di grande resistenza nella corsa), in caso di un cerbiatto puntano ad allontanare mamma cerva dal piccolo. Il numero di prede in un determinato home range influisce notevolmente sul numero di individui per branco, per esempio in Nord America, dove c’è abbondanza di prede, è possibile trovare più di un branco: questo genera competizione intraspecifica e scontri fra branchi.
La sua distribuzione è piuttosto continua per tutto il continente Europeo e Nord Americano; per quanto riguarda l’Italia il Lupo era scomparso fino a circa 20-30 anni, la causa fu proprio l’odio che l’uomo riversava su questo animale, odio che portò il “Lupo cattivo” alla quasi estinzione dal territorio italiano. Nel 1970, però, cominciò ad affermarsi una corrente di pensiero che voleva il Lupo come un animale importantissimo, soprattutto per il controllo sulle popolazioni di ungulati (cinghiali, cervi, caprioli, daini, mufloni ecc.), che erano e sono tutt’ora in sovrannumero. Ebbe inizio “l’Operazione San Francesco”, in accordo fra i principali Parchi Nazionali dell’Appennino e le associazioni ambientaliste, il quale prevedeva la reintroduzione del Lupo in natura e che cominciò dalle Alpi Marittime e dall’Appennino Tosco-Emiliano. L’operazione è stata definita come una delle meglio riuscite del secolo, tanto che oggi i lupi sono tornati in Italia con buone popolazioni soprattutto su tutto l’arco appenninico con picchi sul Tosco-Emiliano, in Casentino, in Abruzzo e nel Pollino; anche sulle Alpi si è diffuso, specialmente sulle Alpi Marittime anche se alcune zone delle Dolomiti orientali non sono ancora state occupate.
Nonostante tutto, però, l’odio verso questo animale non è finito, come testimoniano le stragi come quella del Grossetano, i lupi avvelenati in Abruzzo e un’altra minaccia ben più grave: l’ibridazione con cani randagi. I cani abbandonati si riuniscono spesso ai branchi di lupi, accoppiandosi con loro e generando ibridi sterili, in quanto parliamo di due specie diverse: in questo modo il Lupo sta perdendo la sua identità. Cosa possiamo fare? Cercare di rispettare il Lupo e il suo habitat, cercare di non distruggere i boschi, di evitare di abbandonare i nostri cani e cercare di non averne paura perché il Lupo non è cattivo.

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L’animale che ha ispirato Melissa Graziani: il Lupo by Francesco Giusti is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 4.0 International
Francesco Giusti

Francesco Giusti

Laureato in Scienze Naturali e Guida Ambientale Escursionistica, si occupa di natura per WIP, per la quale conduce "Pianeta Terra", un programma che ne illustra problematiche e curiosità, con lo scopo di dare il suo piccolo contributo nella sensibilizzazione e nella conservazione. Appassionato di calcio e con fede juventina, segue la trasmissione sulla Serie A "Palla a 2".

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