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I messaggi vocali di WhatsApp

I messaggi vocali di WhatsApp

I messaggi vocali di Whatsapp hanno scatenato negli ultimi anni un dibattito molto franco.

Il perché è presto detto: sono fastidiosi o no?

Faccio coming out: li uso molto spesso ed una volta, estate 2020, ad una mia cara amica mandai un vocale di….. ventotto minuti.

Eh, dovevo raccontare un po’ di cose e non potevo telefonarle.

Non so se i miei amici mi odiano per questo, probabilmente sì o comunque ‘sta cosa contribuisce ad aumentare l’antipatia nei miei confronti.

Siccome sono tendenzialmente prolisso e ripeto più volte gli stessi concetti, la durata media dei miei audio è sui tre-quattro minuti.

Devo assolutamente migliorare, non va bene; comunque a mo’ di cronaca aggiungo che ne ricevo ed anche lunghi, pure sui cinque-sette minuti. In quei momenti capisco come si sente la gente quando riceve un mio monologo di lunghezza simile.

Ho letto in giro su internet, sui vari social ecc, diversi punti di vista sul tema: si devono mandare messaggi vocali? E se sì, quanto devono durare?

Allora, secondo me i pro dei vocali sono:

  • La possibilità di esprimere meglio concetti complessi (però col dono della sintesi);
  • Riuscire far arrivare all’interlocutore le proprie emozioni (leggere è diverso da sentire, è più freddo, i toni e le sfumature non si possono altresì capire);
  • Il multitasking: mentre invii un audio puoi fare altro (magari però non spostare mobili o peggio ancora fare qualcosa in bagno, si sentirebbero i rumori in sottofondo).

Quali sono invece i contro?

  • Bisogna pensare al nostro destinatario: ascoltare un vocale richiede impegno, scrollare una chat scritta è effettivamente molto più comodo;
  • Proprio per il punto precedente può essere anche vissuto come una rottura, perché bisogna trovare un momento per fermarci ed ascoltare attentamente, e se è l’audio è troppo lungo…;
  • Ricordiamoci che quando si registra non ci dev’essere casino, non bisogna fare pause durante il discorso ed il microfono deve funzionare decentemente, altrimenti è un’odissea acustica.

Dunque?

Dunque bisogna utilizzare il buon senso.

Dobbiamo dire qualcosa di veloce ed urgente? Ok, va bene il messaggio vocale. Se la questione è molto importante ma lunga rispolveriamo la cara vecchia telefonata, chiedendo prima naturalmente la disponibilità dell’interlocutore.

Se bisogna spiegare un contenuto complesso… va bene l’audio, ma con moderazione. Cerchiamo di tenerlo nel range dei due minuti, ecco, anche perché ci vengono incontro le velocità d’ascolto a 1.5x e 2x.

Personalmente utilizzo sempre l’1.5x, il 2x no in quanto non riesco a distinguere bene le parole. La mia voce nei miei audio, a velocità raddoppiata, può essere scambiata per quella di un topino.

Quindi, la prossima volta che siamo con il dito sul pulsante di registrazione, chiediamoci:

  • Cosa devo dire?
  • Quanto tempo ci vuole?
  • È davvero il modo migliore per comunicare?

Se la risposta è “sì” a tutte e tre le domande, ok.

Se invece non è una comunicazione veloce, urgente, complessa… scriviamo, mandiamo un messaggio di testo.

Cerchiamo – lo ripeto a me stesso in primis – di rispettare il tempo (e l’orecchio) altrui.

Ah, nota a margine: visto che fra poche ore è Pasqua, mi raccomando non inoltrate i messaggi d’auguri e non inviate nemmeno .gif o grafiche magari belline ma impersonali; fate sentire l’altra persona quantomeno considerata.

Ovviamente tanti tanti auguroni di una Serena Pasqua per Voi e le Vostre Famiglie!!!!!

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© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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