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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

THE LONG AND WINDING ROAD (Lennon – McCartney)

THE LONG AND WINDING ROAD (Lennon – McCartney)

THE LONG AND WINDING ROAD (Lennon – McCartney)

Paul McCartney — voce, pianoforte
John Lennon — basso a sei corde
Ringo Starr — batteria
George Harrison — chitarra
Altri musicisti

Billy Preston — pianoforte elettrico

Produttore: George Martin
Fonico: Glyn Johns

 

 

La strada lunga e serpeggiante che conduce alla tua porta
Non scomparirà mai, ho già visto quella strada
Mi conduce sempre qui, mi conduce alla tua porta.

 

La notte ventosa e selvaggia che la pioggia si portò via
Ha lasciato una pozza di lacrime per il pianto di tutto il giorno
Perché lasciarmi stare qui? Mostrami la via.

Il brano

“The Long and Winding Road” è un brano ispirato di Paul McCartney. Dovremmo dire “ovviamente£” perché in effetti è una della canzoni più famose di Paul, nonché la canzone che innescò quel precipitarsi di conflitti e scontri che portarono allo scioglimento del gruppo.

Il brano è ispirato alla B842: la strada che doveva percorrere per tornare alla sua fattoria nella penisola di Kintyre.

Fu scritta nel 1968 mentre Paul era appunto nella sua residenza in Scozia.

Sono stato solo molte volte, ed ho pianto tante volte
Comunque non ti puoi immaginare quante volte ho tentato
E mi riconducono ancora sulla strada lunga e serpeggiante
Mi hai lasciato qui tanto, tanto tempo fa
Non lasciarmi qui ad aspettare, conducimi alla tua porta

 

Tuttavia mi riconducono sulla strada lunga e serpeggiante
Mi hai lasciato qui tanto, tanto tempo fa
Non farmi aspettare ancora qui, conducimi alla tua porta
Yeah, yeah, yeah, yeah.

 

Registrazione e accordi

“The Long and Winding Road” ha avuto una serie di “prime registrazioni”, tutte poi abbandonate, ma tutte caratterizzate dalla estrema semplicità di esecuzione. Il carattere che Paul ha sempre voluto intendere nel pezzo è di estrema intimità: l’esatto opposto del risultato dei maneggiamenti di Phil Spector, il produttore che fu ingaggiato dagli altri tre Beatles per confezionare l’album Let It Be tratto dalle famose Get Back Session.

Come si sa, Spector infarcì la registrazione si una serie di sovrapposizioni di fiati, coro e orchestra (il suo celeberrimo muro di suono), che snaturarono il brano e fecero infuriare Paul.

Di seguito gli accordi nella notazione inglese e a seguire un breve tutorial video:

 Bm Gsus2/A
The long and winding road
D D7 G Gmaj7 G*
That leads to your door
F#m Bm
Will never disappear
Em A D D7
I’ve seen that road before
G F#m Bm
It always leads me here
Em A D
Leads me to your door

[Verse 2]
Bm Gsus2/A
The wild and windy night
D D7 G Gmaj7 G*
That the rain washed away
F#m Bm
Has left a pool of tears
Em A D D7
Crying for the day
G F#m Bm
Why leave me standing here
Em A D
Let me know the way

[Bridge]
D G6
Many times I’ve been alone and
F#m Em A
Many times I’ve cried
D G6
Anyway you’ll never know the
F#m Em A
Many ways I’ve tried

[Verse 4]
Bm Gsus2/A D D7 G Gmaj7
And still they lead me back to the long and winding road
G* F#m Bm Em A D D7
You left me standing here a long, long time ago
G* F#m Bm Em A D
Don’t leave me waiting here, lead me to your door

[Instrumental]
D G F#m Em A
D G F#m Em A

[Verse 5]
Bm Gsus2/A D D7 G Gmaj7
But still they lead me back to the long and winding road
G* F#m Bm Em Asus4 A D7
You left me standing here a long, long time ago
G* F#m Bm Em A D
Don’t keep me waiting here, lead me to your door
G6 D
Yeah yeah yeah yeah

 

 

 

 

Live e cover

Non c’è bisogno di dire che esistono centinaia di cover del brano.

Qui abbiamo voluto scegliere quelle che ci sono sembrate le più interessanti e a seguire una delle tante esibizioni del brano dal vivo di Paul McCartney.

 

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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