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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

La fine

La fine

La fine.

Non pensate subito male, non è una notizia triste. È una fine naturale.

Il nostro percorso emozionale, che reputo ormai sia mio che vostro, è giunto al suo termine.

Ci sono tante considerazioni da poter fare sul perché si sia giunti alla fine.

Potrebbe essere lo studio che adesso entra nel suo momento clou (non l’avevo mai usata prima d’ora questa parola, mi piace molto devo ammetterlo), potrebbe essere l’imminente ed ennesimo inizio della mia stagione lavorativa, che si appresta ad entrare nella mia vita per il decimo anno consecutivo (un record personale che probabilmente batterò il prossimo anno).

Ma il motivo principale, e forse anche quello più legittimo e giusto, è che sento nel mio petto la fine naturale di tutto ciò.

La fine della condivisione dei miei pensieri con voi, miei cari (e pochi?) lettori.

Ammetto che inizialmente il nostro percorso l’ho vissuto in modo un po’ forzato, perché sentivo dentro di me che quello che scrivevo non era al cento per cento quello che provavo. Come se dovessi sottostare ad un copione imposto solo dalla mia proiezione e dai miei pensieri, non di certo da un essere razionale finito (per approfondimenti cercate pure la “Metafisica dei Costumi” di Immanuel Kant del 1797).

Poi c’è stato un momento, non se vi ricordate, c’è stato quello che ho chiamato “Intermezzo”, il momento in cui ho capito che il percorso stava cambiando strada.

Ed è ciò che spesso capita nelle nostre vite.

Cominciamo qualcosa, qualcosa che in quel momento sembra la parte mancante della nostra vita, che sembra il tassello complementare alle nostre lacune personali, per poi scoprire, a nostre spese, che non è così.

Per scoprire che non c’è niente di sbagliato nell’ammetterlo, niente di sbagliato nel cambiare, niente di sbagliato in noi.

Siamo solo cresciuti, abbiamo cambiato la nostra prospettiva e vediamo le stesse cose in modo diverso.

E io posso dirlo adesso, sono felice che sia andata così. Lo sono estremamente.

Perché ciò mi ha portato qua, ad emozionarmi mentre scrivo, a versare lacrime mentre ascolto musica, ad amare senza riserve, ad affrontare ogni giorno con un pensiero di libertà.

Perché quello a cui avete assistito è stato il percorso di un ragazzo, di una persona che vive la sua quotidianità con i problemi che la affliggono, di un uomo che sta cercando il suo posto nel mondo.

Di un uomo che in questo caso sono io, ma che potrebbe essere ognuno di voi.

Perché ognuno di noi gode della medesima libertà.

Ed ha diritto a poterla sfruttare a suo piacimento.

Io adesso sto piangendo perché mi sono emozionato e come avrete capito, ho le lacrime facili.

Ma sono orgoglioso di aver camminato, di esser cresciuto, in questo percorso insieme a voi.

Oggi arrivo alla fine, taglio il traguardo.

Ma ci ritroveremo nella nostra prossima camminata, nella nostra prossima corsa, nella nostra prossima libertà.

Un saluto di cuore a tutti voi.

Quello che siete riusciti a darmi avrei difficoltà a spiegarlo a parole.

È stato bellissimo.

Edoardo

 

 

 

Edoardo Masini

Edoardo Masini

Mi chiamo Edoardo Masini e ho 27 anni, lavoro come cameriere e sono laureando in scienze politiche all'Università di Pisa. Amante della musica e dell'arte, sono sempre alla ricerca di cose che possano far crescere la mia cultura.

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