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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

E sull’altalena si ritorna a sognare

E sull’altalena si ritorna a sognare

Bentornati, carissimi amici. Oggi parliamo di quanto sia bello e liberatorio andare sull’altalena. Ricordate i pomeriggi passati al parco dopo la scuola, alti più o meno come soldi di cacio, a dondolare avanti e indietro con oscillazioni sempre più ampie fin quasi a sfiorare il cielo con le punte dei piedi? Sembrava di volare, di andare a far compagnia agli uccelli sui rami degli alberi, di venire lanciati sulle nuvole soffici come zucchero filato. La sensazione bellissima di essere liberi, di raggiungere l’irraggiungibile con ali invisibili… se ci rendeva felici da piccoli, perché non dovrebbe farlo anche adesso che siamo grandi?

SOPRA UN’ALTALENA SE NON TI FERMI TU VADO AVANTI FINO A SERA

Al parco, il posto sull’altalena è sempre il più ambito. Le generazioni di nanetti urlanti cambiano e si rinnovano, ma l’altalena è un must dei giochi infantili di tutti i tempi. Si inizia dondolandosi lentamente, con le gambe tese in avanti e poi piegate di scatto all’indietro per dare dinamicità al movimento, sempre più ampio, sempre più in alto. Oppure si sfrutta la forza lavoro di genitori e amici pazienti, che con finta rassegnazione si prestano divertiti a contribuire al decollo verso lo spazio infinito. Questo almeno finché si è bambini.

A una “certa età” ci si sente tosti, fighi, i boss del quartiere. Guai a mischiarsi con i pischelli piscialetto che frequentano le attrazioni del parco giochi con entusiasmo e innocenza: l’evoluzione fa il suo corso rendendo attraenti ben altre attività, ben altri svaghi. Va così, è la vita. Finché un giorno, passando per caso davanti al parco, quell’altalena diventa magnetica, risveglia il senso di leggerezza infantile che riposa assopito da qualche parte dentro di noi. E forse, complice il parco vuoto, la situazione giusta, o un bicchiere di troppo al bar dopo una serata con gli amici, la vediamo… e cediamo alla tentazione.

MI SENTO LANCIARE DRITTO IN ORBITA

Sembra di tornare piccoli. Con quell’entusiasmo infantile per le piccole cose, che rende ogni esperienza un’avventura avvincente. Il nostro regale fondoschiena adulto riempie il sedile adattandosi allo spazio limitato, nel corso degli anni non è cresciuta solo l’età… se non altro, i piedi toccano terra con sicurezza, questa volta. Ci si lascia andare, cullandosi avanti e indietro con leggerezza, godendo dell’aria sulla pelle creata dal dondolio. Il vento spinge indietro i capelli come una scia di seta, e poi li riporta sul viso, scomposti e fluenti.

Mentre l’altalena sale sembra di spiccare il volo, su, sempre più su, fino al limite del possibile. Vediamo tutto dall’alto, da una prospettiva che con i piedi per terra non avremmo mai potuto avere. Raggiungiamo il cielo con le punte delle scarpe, vediamo le nuvole sempre più vicine. Una frazione di secondo, immobile nel tempo, e la gravità si impone trascinandoci giù con forza, per riportarci al punto da cui tutto è iniziato prima di spingerci all’indietro. Il tempo di uno sguardo al panorama e si viene scagliati di nuovo verso il basso, in una discesa da montagne russe. E così via, fin quando non ci stanchiamo e smettiamo di assecondare l’oscillazione, trascinandoci con inerzia in dondolii sempre più brevi per poi appoggiare i piedi a terra e riprendere il nostro posto nel mondo.

L’ALTALENA E’ UN ANTICO GIOCO, CULLA LE ANIME ARRESE

Su e giù, tra alti e bassi, in continuo movimento. Proprio come capita nella vita quotidiana, in cui ci districhiamo tra i ricordi del passato e le proiezioni sul futuro, oscillando intorno a un equilibrio precario che speriamo sia una base sicura d’atterraggio. A volte siamo felici, al nostro massimo splendore: spacchiamo il mondo alla conquista di vette sempre più alte. Altre volte ci sentiamo trascinati giù verso il basso e sembra di non riuscire ad andare avanti, ci troviamo a fare i conti con scelte e azioni e le loro conseguenze. Capita anche di sentire il bisogno di rallentare, quasi fino a fermarsi, per trovare forza nelle poche certezze che costituiscono le nostre radici e ritrovare la spinta per ricominciare a lanciarsi sempre più in alto. Come sull’altalena, prima su e poi giù, senza mai annoiarsi… una volta saliti, non si vorrebbe mai scendere.

Felicità, trallallà

Eccoci alla fine, carissimi amici. A voi piace volare sull’altalena? Raccontatemi le vostre esperienze, se ne avete voglia. Io la amo tutt’ora, alla veneranda età di 36 anni. Ci salgo sopra per pensare, per ridere da sola o con gli amici, o anche solo per chiudere gli occhi e sentire la brezza sul viso. Nel paese dove sono cresciuta ce n’è una bellissima, spingendosi in alto si ha una splendida vista sul mare e sulle barche del porto, e sembra davvero di volare tra i gabbiani. A proposito di volare, argomento che mi affascina sempre tanto, vi lascio il link a un mio blog precedente sulla felicità di viaggiare in aero, nel caso ve lo siate perso:

https://www.wipradio.it/2020/06/21/volare-sopra-le-nuvole-il-fascino-dellaereo/

Grazie di essere arrivati fino a qui con la lettura carissimi amici, vi aspetto tra due settimane per un nuovo attimo di felicità da condividere. Un abbraccio forte forte.

I riferimenti musicali di questa puntata sono, in ordine:

“Gioco di bimba” – Le Orme

https://youtu.be/0q7uiOW4vYs

“Altalena” – Matrioska

https://youtu.be/9r3V_3e11zs

“L’altalena” – L’Iperuranio

https://youtu.be/lwdibc-Qk-Y

“L’altalena” – Lateral Blast

https://youtu.be/RfE8_z5syOM

Chiara Cassani

Chiara Cassani

Maestra di danza orientale e floriterapeuta, suona la batteria in un gruppo metal femminile: le Obsydian Shiver. Le piace leggere, ascoltare musica rock e punk, e degustare birre con gli amici più cari. Abita con una gatta in una mansarda davanti al mare.

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