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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

“Non succede, ma se succede…”

“Non succede, ma se succede…”

“Non succede, ma se succede…”

Quante volte lo abbiamo sentito e/o letto negli ultimi anni? Specie quando c’è un evento sportivo o un qualcosa in cui speriamo vada tutto bene?

Ho sempre pensato portasse male. Non dovrei essere scaramantico, forse però più o meno inconsciamente lo sono tantissimo.

L’anno scorso, invece, ho cambiato un poco (solo un poco) idea: per quanto riguarda l’Eurovision 2021 e gli Europei di calcio. A commentare per Raiuno la finale dell’Eurovision c’erano Gabriele Corsi e Cristiano Malgioglio; l’Italia era rappresentata dai Måneskin, vincitori del Festival di Sanremo. Corsi durante la telecronaca ripetè spesso “non succede, ma se succede…” evocando così la possibile vittoria italiana e la conseguente esplosione di gioia. Mentre guardavo mi ripetevo fra me e me che no, non si dice, non succede mai se lo si ripete più e più volte. Ed invece i Måneskin vincono.

Fatti simili anche per gli Europei di Calcio, svoltisi il mese successivo. L’Italia aveva superato il girone a punteggio pieno ed il Direttore de “Il Corriere dello Sport” Ivan Zazzaroni iniziò a scrivere sul suo giornale “non succede, ma se succede…”. Ovviamente torno a non capire il motivo di tale scelta, che avrebbe reso molto difficile il trionfo azzurro. Ed invece la Nazionale va avanti, Zazzaroni lo scrive ad ogni passaggio del turno… e come finisce? Finisce che vinciamo l’Europeo.

Merito del “non succede ma se succede…”? No, ma non ha nemmeno scaturito l’effetto contrario.

Da sempre, prima di un evento personale e/o in cui sono comunque coinvolto, non pronostico mai l’esito migliore, anzi. Proprio non ci penso. Niente illusioni, non ci voglio rimanere male. L’ipotesi peggiore è quella che ho in mente. Ciò non significa che sarà sicuramente la più probabile, ma è meglio essere meravigliati che delusi.

Mi è capitato per esempio anche recentemente. Il Milan, la mia squadra del cuore, ha vinto lo Scudetto contro tantissimi (per non dire tutti) pronostici. Nell’ultimo mese ho iniziato un pochino a crederci ma non volevo, e difatti pensavo che l’Inter non avrebbe sbagliato una mossa. Però poi i nerazzurri perdono a Bologna e rimaniamo primi in classifica. Ma figurati, abbiamo il calendario più difficile, è praticamente impossibile. Lo ripetevo ad ogni partita che vincevamo e che ci avvicinava al tricolore, speravo però nelle sconfitte dell’Inter che non arrivavano e ciò mi deprimeva, tornando nel più cupo pessimismo.

Si arriva a domenica scorsa, ultima giornata, Sassuolo-Milan. Nei giorni precedenti l’emozione e l’ansia erano aumentate a dismisura, al fischio d’inizio c’era anche la curiosità di vedere come sarebbe andata a finire. I rossoneri realizzano tre gol nei primi quaranta minuti, nell’intervallo arrivano su whatsapp i primi messaggi degli amici che ci danno Campioni d’Italia ma no, è ancora presto, invito tutti alla calma, nel 2005 perdemmo ai rigori una Champions League dopo aver chiuso il primo tempo in vantaggio per tre a zero, quindi figurati.

Nel secondo tempo non accade molto, il Milan sfiora la quarta rete un paio di volte (uno viene annullato), intorno all’ottantesimo minuto iniziano i cori festeggianti dei tifosi, anche il nostro allenatore Pioli inizia un po’ ad esultare; io sul divano a dire che no, è presto, è ancora presto, mancheranno almeno una decina di minuti e può accadere di tutto, difatti poco dopo il Sassuolo colpisce un palo. Inizio a realizzare qualcosa intorno all’ottantanovesimo, vedo in campo ritmi blandi, certo può accadere l’impensabile ma forse no, forse ce la stiamo facendo, forse stiamo per vincere il Campionato, quello che speravo accadesse ma che pensavo non potesse succedere invece sta per diventare realtà.

Triplice fischio finale, in ginocchio mi lascio andare ad un pianto di gioia.

Sono stato contento di essere stato smentito sia recentemente sia lo scorso anno. La scaramanzia, semmai, va utilizzata q.b., quanto basta, anche per sdrammatizzare.

Riflessione: la scaramanzia può essere anche una forma d’egocentrismo?

Forse sì, pensandoci bene. Però vabbè, ci vuole sempre equilibrio e buonsenso.

Riesco a concludere l’articolo in modo decente? Non lo so. Magari non succede, ma se succede…

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(Credit foto in evidenza: keepcalms.com)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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