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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

DON’T PASS ME BY (Starkey)

DON’T PASS ME BY (Starkey)

DON’T PASS ME BY (Starkey)

Ringo Starr: batteria, pianoforte, campane da slitte, voce
Paul McCartney: basso elettrico, pianoforte
Jack Fallon: violino

Registrazione: 11 ottobre 1968
Produttore: George Martin
Fonico: Geoff Emerick

 

 

 

 

 

 

Aspetto di sentire i tuoi passi
Risalire il viale
Aspetto di sentire i tuoi passi
Ma non arrivano
Aspetto che tu bussi cara
Alla mia vecchia porta
Non sento niente
Significa che non mi ami più?

Sento l’orologio ticchettare
Sulla mensola del camino
Vedo le mani muoversi
Ma sono da solo
Mi chiedo dove sei stata stanotte
E perchè sono da solo
Non ti vedo
Significa che non mi ami più?

 

 

Il brano

Il brano è di Ringo Starr.

Scritto in realtà nel 1964 fu inciso 4 anni dopo: questo a dimostrare lo scarso interesse dei Beatles verso il brano e la volontà di fare un album improntato anche sulla quantità delle canzoni.

Il titolo, Non ignorarmi, fu accreditato alla costante paura di ringo di essee sostituito con altro batterista.

 

Non rendermi triste
Perchè tesoro sai che amo solo te
Non saprai mai che mi hai fatto tanto male
Come odio vederti andare
Non tagliarmi fuori
Non farmi piangere

Mi dispiace di aver dubitato di te
Sono stato così ingiusto
Tu eri in un incidente stradale
E hai perso la testa
Hai detto che avresti tardato
Un’ora o due circa
Ho detto va bene ti aspetto qui
Aspetto solo di avere tue notizie

Registrazione

Dal chiaro sapore country-western, in Don’t pass me by non sono presenti chitarre.

Basato su un giro di basso e pianoforte, il pezzo si avvale del contributo del violinista Jack Fallon, già conosciuto dai Beatles.

Curiosamente, l’artista si cimentò in alcuni svolazzi ignorando che sarebbero stati inseriti nella registrazione finale.«Pensavo che ne avessero abbastanza, così me ne andai un po’ a strimpellare.

Quando risentii quel pezzo in coda di seduta, mi augurai che lo cancellassero subito, ma loro non lo fecero […], a me è sempre sembrata un’atrocità!.

Jack Fallon

Curiosità: la voce di Ringo, oltre che raddoppiata, è anche notevolmente accelerata.

 

 

 

 

 

Non rendermi triste
Perchè tesoro sai che amo solo te
Non saprai mai che mi hai fatto tanto male
Come odio vederti andare
Non tagliarmi fuori
Non farmi piangere

 

Paul Is Dead

Neanche a dirlo: nel testo è presente una strofa che recita testualmente: “I’m sorry that I doubted you, I was so unfair, You were in a car crash and you lost your hair” (“Mi dispiace di aver dubitato di te, sono stato così scortese, sei stato coinvolto in un incidente d’auto e hai perso i capelli”).

 

 

 

Non rendermi triste
Perchè tesoro sai che amo solo te
Non saprai mai che mi hai fatto tanto male
Come odio vederti andare
Non tagliarmi fuori
Non farmi piangere

Live

Siamo riusciti a rintracciare soltanto un’esibizione dal vivo dello stesso Ringo risalente al 2005.

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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