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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Ballando a notte fonda

Ballando a notte fonda

Ciao a tutti carissimi amici, bentornati su “Attimi di Felicità”! Per l’argomento di oggi ho preso in prestito il titolo di un libro che amo moltissimo, “Ballando a notte fonda” di Andre Dubus. Se non l’avete ancora letto, ve lo consiglio vivamente. Ad ogni modo non sono qui per parlarvi del libro, ma dell’attimo di felicità odierno. E’ presto detto: da qualche giorno il governo ha permesso la riapertura delle discoteche e, come diretta conseguenza, la possibilità di scatenarsi sulla pista fino al sorgere del sole se e solo se armati di Green Pass, che dal nome mi fa sempre un po’ pensare a un passaporto giamaicano. Non so voi, ma a me ballare tutta la notte piace da matti, ed è una delle cose che mi è mancata di più da inizio pandemia.

DANCE LITTLE SISTER

Premessa: non sono la tipica amante delle discoteche, almeno di quelle fighettine tunz tunz dell’immaginario collettivo. E non lo dico per mantenere il personaggio della rocker schizzinosa che schifa ogni forma di musica al di fuori del suo genere. Semplicemente, lì non mi diverto: le “disco” prototipiche e il loro contesto non sono nelle mie corde. Però mi piace un sacco ballare cavolo, e tanto… quando inizio non smetterei mai, non a caso ne ho anche fatto il mio lavoro (insegnante di danza, nota dell’autore). Per fortuna, mia e di chi mi sopporta quotidianamente, qualche mente illuminata ha pensato bene di inventare le discoteche alternative, in cui gente come me può unire musica rock e ballo sfrenato senza sentirsi un pesce fuor d’acqua ogni volta che il dj attacca con un pezzo. E il fatto che il mio preferito tra i suddetti rock club abbia potuto riaprire lo scorso weekend, così come tanti altri locali fortemente penalizzati dalla situazione Covid, mi ha gasato non poco. Arrivando dritti al punto, sono uscita di lì a orari che voi umani non potreste mai immaginarvi, a meno di non essere stati con me fino alla chiusura. Vabbè, mi sono fatta prendere troppo dall’entusiasmo e sto un tantino esagerando. La verità è che saltellare in pista con una birra in mano mi era mancato, ovvio… ma non immaginavo così tanto.

DANCING WITH MYSELF

Ballare scarica un sacco. Dimenarsi come se non ci fosse un domani il sabato sera porta via tutte le tensioni, le incazzature e lo stress accumulato durante la settimana. Mentre si segue il ritmo con ogni parte del corpo non ci sono pensieri, si entra in un flusso primordiale in cui si acuiscono i sensi e si scollega quella parte del cervello che giudica, razionalizza, si preoccupa. Non è importante la tecnica dei movimenti, ci si lascia semplicemente andare. Situazioni come questa dimostrano che il corpo sa cosa deve fare per ritrovare l’equilibrio, ancor più della mente, eternamente oberata da pensieri e stimoli a cui far fronte. Forse non tutti riescono a sfogarsi in questo modo, ma sicuramente tutti hanno ricordi indelebili di nottate passate in locali fumosi a bere cocktail da quattro soldi facendo i coglioni in pista con i compagni di ghenga, per poi ritrovarsi a cantare e ballare barcollanti l’ultimo brano della serata. E’ una tappa obbligata dell’evoluzione umana, che per alcuni diventa un rito da ripetere ogni tot, da soli o in buona compagnia ogni volta che se ne ripresenta l’occasione.

DANCING BAREFOOT

Ballare è una forma di meditazione antica quanto l’uomo, oltre ad essere un modo per interagire con le proprie emozioni e con chi ci circonda. A prescindere dal genere musicale preferito, è come se le cellule del corpo rispondessero a un richiamo, navigassero sulle luci colorate che riempiono la sala vibrante di note, di volti visibili ad intermittenza, di corpi che si sfiorano. Non a caso, il ballo evoca sensazioni come la gioia di esserci, la sensualità, la libertà di esprimersi, ma anche la rabbia, la malinconia. Ballare insieme a qualcuno con cui c’è sintonia porta l’interazione su un piano non verbale più facile da gestire, è semplice e diretto, senza troppe seghe mentali. Ma si può anche ballare da soli, chiudere gli occhi e concentrarsi su se stessi, sulla musica che si ama, che porta a ondeggiare anche senza essere provetti danzatori, bastano pochi movimenti semplici facilitati da un paio di birre prese al bancone. E’ liberatorio in qualsiasi occasione, e per certi aspetti in discoteca ancora di più, forse per il contesto da party all night long, per l’effetto delle birre del sabato sera, o per il pensiero che almeno per una volta a settimana non dobbiamo preoccuparci del giorno dopo, di orari stabiliti a priori da altri. E non è necessario essere dei ragazzini, anzi… da adulti tutte queste sfumature si apprezzano ancora di più, con più gusto. Non importa l’età, danzare per tutta la notte espande spazio e tempo, fa sentire vivi, in un limbo in cui non si pensa al domani.

YOU SHOOK ME ALL NIGHT LONG

Ovvio, non è obbligatorio andare in discoteca per ballare. Si può anche saltellare da soli per tutta la casa urlando le frasi delle canzoni preferite, invece che chiudersi in un night club chissà fino a che ora. In realtà una cosa non esclude l’altra, chi ama ballare lo fa in ogni dove, ma farlo in una tana condivisa con giochi di luci psichedeliche e colorate, in compagnia delle good vibes degli amici e di personaggi notturni con cui scambiare un brindisi solidale, mentre una parte di mondo dorme tranquilla nella propria casa, è tutta un’altra dimensione. E’ un affascinante mondo parallelo che svanisce ai primi bagliori dell’alba, quando le luci del locale si riaccendono e avviandosi al guardaroba per ritirare la giacca ci si riappropria anche del proprio ruolo, dei propri casini, della propria vita quotidiana. Con calma però… magari dopo una bella dormita, e qualche ora di meritato hangover il giorno dopo.

DO YOU WANNA DANCE?

Grazie di essere arrivati fin qui nella lettura cari amici, come sempre lo apprezzo molto. Only the brave! Soprattutto di domenica (per chi legge il blog il giorno della pubblicazione), con i postumi della nottata. A proposito, il mio rock club preferito, a cui alludo nel testo, è il Quaalude Rock Club di Genova. Se passate dai vicoli del capoluogo ligure fateci un salto, fanno concerti fighi e a seguire dj set a tema da ballare accanto a metallari birrofili di tutti i tipi. Non ve ne pentirete. Inoltre, se vi garba l’argomento “serate rock ‘n’ roll”, avevo già scritto un precedente intervento un po’ più generico sul rincasare al mattino dopo una nottata di bagordi, ecco qua il link: https://www.wipradio.it/2021/06/20/rincasare-allalba-dopo-una-nottata/

Vi aspetto tra due settimane, un forte abbraccio!

PS (ah, quanto mi piaccio i ps): le citazioni musicali dei sottotitoli di oggi riguardano rispettivamente i Rolling Stones, Billy Idol, Patti Smith, gli AC/DC, e ultimi ma non ultimi quelle adorabili bestioline dei Ramones.

Chiara Cassani

Chiara Cassani

Maestra di danza orientale e floriterapeuta, suona la batteria in un gruppo metal femminile: le Obsydian Shiver. Le piace leggere, ascoltare musica rock e punk, e degustare birre con gli amici più cari. Abita con una gatta in una mansarda davanti al mare.

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