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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

MAGICAL MISTERY TOUR (Lennon – Mc Cartney)

MAGICAL MISTERY TOUR (Lennon – Mc Cartney)

Paul McCartney – voce, pianoforte, basso
John Lennon – cori, chitarra ritmica acustica
George Harrison – cori, chitarra solista
Ringo Starr – batteria, tamburino
Altri musicisti
Mal Evans, Neil Aspinall – campanaccio, maracas, tamburino
David Mason – tromba
Elgar Howarth – tromba
Roy Copestake – tromba
John Wilbraham – tromba

Registrazione: 25 aprile 1967
Produttore: George Martin
Fonico: Geoff Emerick

 

 

 

Venite, venite tutti al magico viaggio nel mistero
A destra da questa parte
Venite, venite tutti al magico viaggio nel mistero
Venite, venite tutti al magico viaggio nel mistero
(Venite tutti) E questo è un invito
Venite tutti al magico viaggio nel mistero
(Venite tutti) A prenotarvi
Venite tutti al magico viaggio nel mistero

Origine

Sono passati pochi giorni dalla fine delle registrazioni di Pepper, il disco non è ancora uscito e i Beatles si ritrovano nuovamente ad Abbey Road per un nuovo progetto.

Fino a quel momento la leadership del gruppo era in mano soprattutto a John Lennon, ma da questo momento in poi passa a Paul Mc Cartney.

Paul si era resoconto da tempo della necessità di tenere unito il gruppo a rischio di, come dire, disallineamento generale. L’uso di sostanze stupefacenti, il successo globale conclamato, tutyte cose che rischiavano di incrinare la creatività del gruppo.

Paul si ispirò quindi al progetto americano chiamato  The Freewheeling Adventures of Ken Kesey’s Merry Pranksters dove

Ken Kesey nel 1997

Ken Kesey, appunto, girava l’America con un gruppo, i Merry Pranksters, con un autobus dipinto di colori psichedelici, collegandolo, allo stesso tempo, ai Mystery Tours: gite in pullman “a sorpresa” organizzate da alcune compagnie di viaggio. Un ricordo di infanzia.

 

 

 

Il magico viaggio nel mistero aspetta di portarvi via
Aspetta di portarvi via

Il film

Il progetto non era solo musicale. Paul chiamò a raccolta il gruppo per un vero e proprio film intititolato appunto Magical Mistery Tour.

Per rappresentare la sceneggiatura agli altri, Paul disegno un cerchio con un puntino nel mezzo: lo spazio fra la circonferenza e il punto era il film stesso.

Siamo all’insegna della psichedelia pura: una sceneggiatura completamente destrutturata e un caleidoscopio di immagini e colori spesso senza un filo conduttore.

La scelta di trasmetterlo in TV da parte della BBC fu un madornale errore: la televisione in quel periodo era esclusivamente in bianco e nero e un film del genere perdeva totalmente senso.

Fu comunque la dimostrazione di come i Beatles erano potenti nel loro coraggio di lanciarsi in qualcosa di potenzialmente distruttivo, senza leggi di mercato a condizionare le loro scelte.

Il magico viaggio nel mistero spera di portarvi via
Spera di portarvi via

La gita nel mistero

L’album e il brano

L’album non era altro quindi che la colonna sonora del film.

In esso entrarono pezzi già pubblicati e brani inediti registrati appositamente. Non mancano brani sperimentali e veri e propri gioielli di composizione, come vedremo nelle puntate che seguiranno.

Magical Mistery Tour, oggetto della nostra puntata, cercava di ricreare l’atmosfera “stradale” dell’autobus magicamente colorato. La registrazione contiene quindi effetti speciali che rimandano a una situazione di quel tipo.

Ma è soprattutto nel testo che i Beatles si divertono a sbeffeggiare il consumismo e certo conformismo inglese. Non mancano riferimenti all’infanzia di John e Paul ma nemmeno riferimenti più o meno espliciti a “viaggi” meno “stradali” e più “acidi”.

Il magico viaggio nel mistero viene per portarvi via
Viene per portarvi via
Il magico viaggio nel mistero muore dalla voglia di portarvi via
Muore dalla voglia di portarvi via
Portarvi via oggi

Live

Il pezzo ovviamente non fu  mai eseguito dal vivo dai Beatles.

Paul Mc Cartney lo riprende occasionalmente in tour. Quella che segue è un’esibizione all’iHeartRadio Music Festival  di Las Vegas avvenuto nel 2013.

Di seguito, il brano originale.

 

Ernesto Macchioni

Ernesto Macchioni

Il mare in tempesta fu improvvisamente colpito ai fianchi da un milione di tonnellate di olio. Fu così che venne alla luce Ernesto Macchioni in un'inaspettata giornata d'estate in pieno novembre 1961. La finestra fu finalmente aperta, Ernesto si affacciò e venne invaso da un fiume di luce e salmastro. L'infanzia la passò a cercare di capire se era meglio saper giocare a pallone o ascoltare la musica. Scelse la seconda ipotesi, senza rendersi conto di quanto si sarebbe complicato la vita. Il mare lo guardava perplesso. Faceva le scuole medie quando imparò a suonare la chitarra. Divenne amico intimo di Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Lucio Battisti, cercando di scacciare l'inopportuna presenza di Claudio Baglioni. Erano amici fidati, a loro non importava se non sapevi giocare a calcio. Il mare scuoteva la testa. Alle superiori si illuse che il mondo era facile e cambiò religione diventando comunista. Bussarono alla porta di casa gli Inti-illimani e li fece entrare. (Battisti lo nascose nell'armadio). Claudio Lolli chiese "permesso" e lo fece accomodare. Pink Floyd e Genesis erano degli abitué ormai da tempo. La casa era piena di gente. Sua madre offriva da bere a tutti (ma non riuscì mai a capire cosa ci faceva quel ragazzo riccioluto rintanato fra i vestiti). Il mare aspettava. Venne l'ora provvisoria del buon senso e del "mettisufamiglia". La chitarra si era nel frattempo trasformata in un pianoforte. La casa era grande adesso e, oltre ai figli, poteva contenere anche vecchi giganti come Chet Baker e Miles Davis, lo zio Keith Jarrett e il nipotino Pat Metheny. La moglie offriva da bere a tutti, compreso Lucio Battisti che si era da tempo tolto la polvere dell'armadio di dosso. Qualcuno aveva infranto i sogni e il muro di Berlino, scoprendo che era fatto di carta come loro. Il mare si fece invadente e, stanco di aspettare, entrava anche in casa nei momenti più inopportuni. Era una folla. Quando Ernesto decise di far entrare anche Giacomo Puccini, Giuseppe Verdi e Gabriel Fauré la situazione cominciò a farsi insostenibile. Soprattutto quando il nostro protagonista scoprì che tutti, ma proprio tutti, compreso Francesco Guccini, sapevano giocare a pallone. Era un caos indefinibile vederli giocare fra le stanze, scoprire che De Gregori poteva benissimo entrare in sintonia con Giacomo Puccini e servirgli un assist da campionato del mondo preciso sulla testa. E tutto sotto lo sferzante vento di libeccio che infuriava in tutta la casa. Il mare si godeva le partite con un braccio sulla spalla di Ernesto, in totale stato confusionale. Quando in casa entrò Wolfang Amadeus Mozart la casa scoppiò. Ernesto lo trovarono sorridente fra le macerie. Lo videro togliersi i calcinacci dalle spalle, prendere un pallone e cominciare a palleggiare (un po' impacciato a dire il vero). Qualcuno giura di aver visto Lucio Battisti, con indosso una giacca di Ernesto, allontanarsi allegramente a braccetto con Giuseppe Verdi. Il mare, un po' invecchiato, respirava adagio sulla battigia.

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