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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Rubrica dei No

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Ho deciso di ripartire dopo diversi mesi d’assenza parlandovi di qualche razza, prediligeró quelle più in voga al momento, che guarda caso sono anche le più sbagliate perché spesso, guarda caso, chi le sceglie ne ha visto un esemplare in un film e sa di cinofilia quanto di meccanica quantistica. 

 

Cominciamo col CLC, ovvero il Cane da Lupo Cecoslovacco, o Scemoslovacco o, se femmina, cecosloVACCA. 

 

Un gran genio esteuropeo una sessantina d’anni fa, deve aver mangiato pesante e la mattina partorì forse una delle peggiori alzate d’ingegno cinofile: “prendiamo la lupa incazzata come una biscia che casualmente ho sul retro e facciamola accoppiare con un pastore tedesco; sicuramente i cuccioli prenderanno il meglio della figaggine delle due specie.”

 

Manco per idea, ma questo lo vediamo poi. 

 

Il primo pastore tedesco che poveraccio è stato fiondato nella chiusa della lupa non ha avuto grande fortuna, e, come tutti i bravi ragazzi che cercano di farsi la fia di legno, è stato preso, masticato e risputato a pezzi: per la precisione, la testa da una parte e il corpo dall’altra. 

 

Allora, sempre il solito genio che non mangiava bene, ha deciso di metterci il pt più farabutto che avesse per le mani, e all’epoca i pastori tedeschi avevano i contro coglioni, quindi era TANTO farabutto. 

Ovviamente alla fia di legno è piaciuto, ed abbiamo avuto la prima cucciolata di clc. 

Ora, vedete bene che le premesse non erano delle migliori: farabutto il babbo, assassina la mamma, la razza è nata sotto il segno della sfiga. 

 

Nella testa del genio creatore, per inciso il colonnello dell’esercito cecoslovacco Karel Hartl, la razza doveva uscire con le caratteristiche del padre di addestrabilità, tempra e coraggio e quelle di territorialità, resistenza e forza della madre. Praticamente secondo lui aveva creato il Captain America dei cani. 

Come da copione, mamma cazzuta, babbo cazzuto, il figlio se ne esce con “da grande voglio fare il fashion blogger”. 

 

Si crede che sia per espiare quest’onta che i pt abbiano cominciato ad abbassare il posteriore ad angoli innaturali fino ad arrivare a camminare quasi in ginocchio e i lupi dei Carpazi a estinguersi.

 

Secondo il povero Karel, la nuova razza doveva servire a pattugliare i confini nazionali, coraggiosi e fedeli come i pastori tedeschi e dai sensi acuti come i lupi, ma siccome Murphy non perdona, i nuovi arrivati avevano sì i sensi acuti della madre, ma anche la sua propensione innata di lupo ad usarli per andare esattamente dalla parte opposta ad un ipotetico pericolo. 

 

Ecco così che il generale realizza di aver fatto una cavolata, un misto di cane e lupo con i difetti di entrambi, nessuna qualità notevole se non quella di essere bella. 

 

Perché belli, sono belli, bellissimi. 

Dal manto argento o beige, il lungo collo che deve toccare terra senza piegare le zampe anteriori, dalle forme sinuose e leggere, la tipica banda più chiara sulle scapole e la coda portata bassa o al massimo “a falcetto” in movimento. 

Le orecchie a punta portate alte possono essere staccate e deposte in segno di pace, ma perlopiù non vengono consegnate montate. 

 

Il carattere è bipolare. Non sanno mai se comportarsi da lupi o da cani, quindi spesso lanciano un d10 e va come va, senza possibilità di previsione. Dal predatorio inconcludente come le sceneggiature di Lory Del Santo, non giocano. Mai. Quindi hai voglia di sventolargli la pallina sotto al naso, loro ti guarderanno con la tipica espressione cecoslovacca da “giocaci da solo, mentecatto” e continueranno a farsi i beati cavoli loro. La loro bolla di sicurezza va dai 500 metri ai 18 km, perciò gireranno per casa costantemente infastiditi dalla vostra presenza, guardandovi perennemente come se vi odiassero.

E vi odiano, in effetti. 

 

Volevate un cane da coccolare? Prendetevi un molossoide, i clc non si toccano, gli fate schifo e pensano che siate veicolo di malattie mortali. 

Non vi proporranno mai niente, niente giochi, niente coccole. Se per caso vi ritrovate sul loro letto o sul divano con loro, studieranno il modo di starvi più lontano possibile e senza toccarvi, sempre guardandovi con disgusto di tanto in tanto, affinché non vi dimentichiate mai che creature immonde siate. 

 

Volevate passeggiare col cane? Sicuro, loro passeggeranno con voi dal Kazakistan. 

Volevate fare sport? Non interessa. 

 

Dopo i primi sei/otto anni, (di cui più della metà in terapia per recuperare un minimo di autostima) in cui vi eravate rassegnati a vivere con un conglomerato di peli e avversione per la vita a cui da fastidio anche l’aria che gli entra irrispettosamente nei polmoni, passeranno di punto in bianco e senza preavviso dalla crisi adolescenziale emo alla crisi di mezz’età. 

All’improvviso diventeranno come quei quarantenni che decidono che devono fare sport a tutti i costi, e di solito vanno in fissa col ciclismo. Devono farlo tutti i giorni, inopportunamente. 

Vi ritroverete destabilizzati da un cane che fino a ieri vi osservava solo per farvi sentire in colpa dell’anidride carbonica che producevate in sua presenza, a una cosa riposseduta dal demone del Malinois che oggi si attiva se lo guardate per due secondi consecutivi e ripropone compulsivamente tutti gli esercizi per cui vi eravate sgolati inutilmente gli anni precedenti. 

 

Con le lacrime agli occhi gli urlerete MA PERCHÉ NON MUORI COME TUTTI I CANI DELLA TUA ETA’. 

 

Eh no. 

Perché una cosa l’ha presa davvero dal lupo: la longevità, quindi non schiatta come i cani normali, ci mette tempo. Dai 14 ai 18 anni, ma ci sono clc arrivati a 20 in letteratura. 

E non solo, non puoi neanche ucciderli “per incidente”. Non ci sono ossa di pollo, calzini, mutande, assorbenti, preservativi che non riescano a far serenamente transitare in tutto l’apparato digerente senza neanche l’idea di, non dico una peritonite, ma almeno un blocco intestinale. Torsioni gastriche manco a parlarne. 

Quindi non solo il clc è un brutto errore, ma è un errore a cui impiegherete mooolto tempo a rimediare. 

Non fatelo. 

 

Elena Caccavale

Elena Caccavale

Nata a Pisa nel 1980, cresciuta male fra Pisa e Cascina, migra periodicamente da un posto all'altro. Addetta alla sicurezza in aeroporto per scelta (d'altri) e cinofila a caso e per caso.

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