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Recensione “I giorni del giudizio”, Giampaolo Simi

Recensione “I giorni del giudizio”, Giampaolo Simi

I giorni del giudizioI GIORNI DEL GIUDIZIO

di Giampaolo Simi

 

Editore: Sellerio

Pagine: 543

 

 

SINOSSI. ” La sera del 23 luglio nella tenuta della Falconaia, vicino Lucca, viene trucidata Esther Bonarrigo, 42 anni, moglie dell’imprenditore Daniel, insieme hanno creato la catena di italian food «Il Magnifico». Una coltellata alla gola, precisa e mortale come in un’esecuzione. Unico sospettato il marito della vittima che si protesta innocente, ma le prove sono più che sufficienti per portare l’uomo a processo. A decidere della sua vita, insieme ai due giudici togati, sono i sei giurati popolari. Attraverso i loro occhi, tra tensione, indagini, colpi di scena e suspense, si assiste al dibattimento, udienza dopo udienza.”

 

RECENSIONE.

Una condanna non si basa su quello che è possibile – mette in chiaro ad un certo punto, – una condanna si basa sul fatto che qualsiasi altra ipotesi non è possibile.

Un duplice omicidio, un unico sospettato – Daniel Bonarrigo – con una grande catena aziendale sulle spalle, un processo al centro dell’attenzione e sei giudici popolari molto diversi tra loro: Giampaolo Simi nel suo nuovo romanzo, riesce a gestire in modo ottimale questa trama piuttosto complessa.
La vicenda, viene raccontata in terza persona e divisa in sei capitoli, ognuno dedicato ad un giurato popolare e alle sue più profonde sfumature: Emma, Serena, Terenzio, Malcom, Iris e Ahmed.

Vi piaccia o no, noi siamo una corte. E dobbiamo emettere una sentenza.

Sei cittadini italiani, sei persone del tutto diverse, ignari del funzionamento di un processo, della legge e dei compiti che dovranno assolvere : il tutto caricato dall’aspettativa mediatica e dell’opinione pubblica. Emma, quarant’anni, ex attrice esordiente, che gestisce una lussuosa Boutique nel lungomare di Viareggio con un carattere a tratti superbo; Serena, la più giovane della giuria è una ragazza insicura, con una bassa autostima che viene sfruttata come cameriera, con un lavoro a tempo determinato e con molti debiti (e sarà lei a mio parere che farà il cambiamento più significativo nella storia); Terenzio, ex infermiere, polemico e complottista che sembra avere la verità in pugno fin dall’inizio; Malcom, uno youtuber di successo che recensisce videogames; Iris, una bibliotecaria femminista che gira sempre in sella alla sua bicicletta e rimane ancorata al passato e Ahmed, un marocchino di origine ispanica che lavora a chiamata come scaffalista notturno.

<< Volete ridere?>>  la domanda retorica esigerebbe una pausa, ma Terenzio il polemista prosegue d’infilata, ben consapevole che qualcuno sta per dire no. << Avete visto quanto ci danno per il disturbo, nel caso che ci sia un processo? Sessanta-quattro-euro-e-cinquanta-sei… lordi, a udienza. Lo sapete quanto può durare un’udienza? Anche sette, otto ore.[…] << Ve lo faccio io il conto: otto euro lordi all’ora, quindi sei netti. Sei eu-ro, nemmeno i neri che raccolgono i pomodori>>.
Li guarda negli occhi tutti, a turno, in cerca di assenso. Ottiene invece quel rassegnato consenso che qualsiasi individuo dotato di empatia decifrerebbe agevolmente in un “perfino il ficus in fondo al corridoio, se avesse la parola, urlerebbe che hai rotto i coglioni.”
<< Guardi, io non sono nera e non raccolgo pomodori. Ma per sei euro all’ora ci ho lavorato. E visto che alla fine gli straordinari non me li pagavano, prendevo anche meno.>>

 

I sei giurati, ai quali è dedicato un capitolo del romanzo, sono molto complessi e Giampaolo ci accompagna alla scoperta della loro vita e della loro coscienza ad uno ad uno, con una scrittura fluida, scorrevole, leggera e con aneddoti comici. Infatti, nonostante sia un romanzo dalla lunghezza considerevole, riesce a rapire il lettore e a non annoiarlo nelle sue 543 pagine. E’ un romanzo incalzante e che riesce a tenere sempre alta la tensione e la curiosità di chi legge.

Il finale è davvero sorprendente e l’epilogo è… epico. 

Personalmente non amo i romanzi molto lunghi, ma quando ho ascoltato la presentazione di Giampaolo Simi al Pisa Book Festival mi sono fatta convincere. E con “I giorni del giudizio” mi son dovuta ricredere. 

 

Un romanzo veramente incalzante, che ti lascerà spiazzato.

 

Buona lettura a tutti!

 

Rachele.

 

PS. Le pagine dove Iris cerca di indovinare le pizze che ordineranno i giurati è davvero molto interessante. aaah, il (pre)giudizio.

 

 

 

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Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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