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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Instagram? Lo odio!

Instagram? Lo odio!

Instagram. Lo odio.

È un sentimento cresciuto nel tempo, fino a diventare solido in me come non mai.

Precisiamo: su Instagram ci sono anche io, non mi faccio mancare nulla.

Facciamo un passo indietro. Instagram è un social network che permette agli utenti di scattare foto, applicarvi filtri, e condividerle in Rete. Nel 2012 l’azienda è stata comprata per un miliardo di dollari da Facebook. Lo dice Wikipedia eh, mica l’ultima degli stronzi. Sì, è vero che su quel sito ci può scrivere chiunque, ma mi fido. Insomma, comunque avete capito cos’è Instagram. Bene.

Mi iscrivo quattro anni fa, mi interessa farmi conoscere di più così le cazzate che scrivo possono arrivare a più persone possibili. Penso sia più facile del previsto avere riscontri positivi, invece è molto dura: ci vuole costanza, pazienza e soprattutto contenuti di qualità.

C’è una funzione di Instagram che ti permette di vedere le immagini più trendy di quello specifico momento, cioè quelle più di tendenza, insomma avete capito. Ed è successo l’irreparabile: sono entrato nel tunnel. Sì, il tunnel. Non riesco a smettere di vedere le foto, anzi, specifico: le foto di quelle che non hanno talento artistico e per avere successo mettono i seni in bella vista.

Sono invidioso? Probabile. Avessi un bel paio di tette sicuramente avrei più successo. Penso che ci siano anche tanti maschi che facciano la stessa cosa, naturalmente non con i seni ma con i muscoli, i bicipiti, i pettorali, magari con qualche frase motivazionale banale e zac, via così, successo assicurato.

Sono un sincero fan di queste persone. Magari esistono quei tipi con spiccato talento artistico che però non si sanno vendere bene (non è il mio caso naturalmente, parlo per entrambe le cose) e quindi faticano notevolmente, invece questi che se le so possono permettere si alzano la mattina, pensano “Uhm, che pubblico oggi? Non ho ispirazione…anzi no, idea! Pulisco casa con una scollatura vertiginosa e mi faccio la foto”. E giù migliaia di like, anche centinaia di migliaia. Allora arriva l’azienda di prodotti per la casa che, visto il successo della persona in questione, la contatta per farsi sponsorizzare qualcosa.

Ricapitolando: seni grossi, foto provocanti e sexy, sponsorizzazioni, e conto in banca che aumenta notevolmente. Così si diventa influencer.

La mia non è invidia né rabbia, ci mancherebbe altro. È sincera ammirazione.

Anche se tutto questo mi fa odiare Instagram, perché mi ha fatto conoscere queste donne che col cavolo uscirebbero con me che ho solo poco meno di 2000 follower.

Dunque, amici, lo chiedo per un esperimento sociologico: seguitemi su Instagram, magari le tipe cambiano idea e chissà poi che succede, fra sponsorizzazioni ed altre cose.

No, però niente tette, mi spiace. Anche se come donna sarei una gran figa.

Nicolò Bagnoli

Nicolò Bagnoli

Nasce nel 1986, nel 2010 ha l'idea di WiP Radio di cui è il direttore, è quasi alto come Berlusconi, davanti ad un microfono può starci ore. Parlando, ovviamente.

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