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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Recensione “Chi ha spostato il mio formaggio? Il seguito”, Spencer Johnson

Recensione “Chi ha spostato il mio formaggio? Il seguito”, Spencer Johnson

Ciao amici! Riprendiamo l’argomento dello scorso articolo (per chi se lo fosse perso lo trovate QUI) e parliamo di cambiamento.

CHI HA SPOSTATO IL MIO FORMAGGIO? – IL SEGUITO

di Spencer Johnson

 

Editore: Sperling & Kupfer

Pagine: 98

Prezzo: 15.90 €

” Una meravigliosa parabola dal fascino universale, destinata a trasformare ogni difficoltà in un successo nella vita, nel lavoro, nelle relazioni. Torna il piccolo Tentenna alle prese con la sfida di trovare un nuovo formaggio nel misterioso Labirinto. Insieme alla sua amica Speranza, inizia un viaggio pieno di avventure in cui si scoprirà come superare le paure e trovare le idee, soluzioni e risorse per ottenere ciò che si desidera.”

Beh, rieccoci qui con il seguito della storia dei nostri quattro amici che affrontano la perdita del loro formaggio. In questo caso, però, il protagonista è solo Tentenna, ovvero colui che nella storia precedente era rimasto al famoso “Deposito F” ad aspettare che il formaggio tornasse.

Una premessa…

Ma prima di parlare della storia, vorrei fare una premessa: Perchè nasce il seguito della storia “Chi ha spostato il mio formaggio?” Spencer Johnson si è fatto spesso questa domanda, suscitata dai tantissimi lettori che, dopo aver letto la storia volevano sapere di più sul perchè e sul come cambiare. Secondo l’autore, quindi, per meglio rispondere a questi interrogativi, occorreva dare un seguito alla storia del Formaggio.

“Chi ha spostato il mio formaggio?” mostrava ai lettori una via per adattarsi al cambiamento, nel privato e sul lavoro. “Chi ha spostato il mio formaggio? Il seguito” vi darà gli strumenti necessari per imboccare questa via, per riuscire non solo a gestire meglio i mutamenti ma anche a trasformare il vostro destino.

 

Il libro, come il precedente, è suddiviso in tre sezioni: nella prima, <<un seminario>>, un gruppo di persone si riunisce per il seminario settimanale di business development, e discutono anche sulla storia del formaggio ed si interrogano sul come andare a cercare il formaggio, come e con quali strumenti. Nella seconda parte troviamo il seguito della storia “chi ha spostato il mio formaggio?”, il cuore del libro. Nella terza sezione troviamo <<una discussione>> dove le stesse persone della prima parte, si scambiano opinioni su come intendono applicare gli insegnamenti che hanno tratto dalla storia.

 

La Storia.

La storia, come la precedente, è semplice, la lettura è scorrevole e azzarderei dire  ( a mio modestissimo parere) che il seguito è ancora più interessante della storia iniziale. E’ una storia che mira più alla praticità che alla teoria: ok, il cambiamento è giusto e su questo possiamo essere tutti d’accordo, ma quanti di noi si adattano davvero al cambiamento? Quanti di noi sanno davvero cosa fare per adattarsi? E perché a volte riusciamo ad assecondare i cambiamenti trasformandoli in opportunità ed altre volte no?

Il racconto, in questo secondo libro è incentrato su Tentenna, rimasto solo dopo la partenza di Ridolino, che aspetta che il deposito di formaggio F torni come prima e con esso torni anche il suo amico.. ma tutto ciò non accade. Così, inizia il suo processo di cambiamento.

Riassumere come stavano le cose fece sentire meglio Tentenna. Almeno sapeva a che punto si trovava. Lanciò un’occhiata al martello e allo scalpello: forse gli sarebbero serviti nel viaggio che lo aspettava, per esplorare i più reconditi recessi del labirinto. raccolse gli attrezzi e li infilò in una sacca, che mise a tracolla. Armato del suo bigliettino, di un robusto mantello e di uno scalpello, si avventurò nel labirinto.

Viaggiando, Tentenna incontra le scritte sul muro che Ridolino aveva scritto per lui e inizia a pensare a quelle scritte in modo scettico, fino a che non incontra anche un altro personaggio che lo accompagnerà per il resto del viaggio verso la ricerca di un nuovo deposito.

Lo gnomo – che Tentenna si accorse essere in realtà uno gnomo femmina – raccolse uno di quei piccoli non sassi rossi e lo tese verso di lui: << mi sembri affamato >>.

<< Ma non posso mangiarlo! >>, rispose Tentenna. <<Non è formaggio.>> Lei gli lanciò un’occhiata perplessa.  <<‘Formaggio’ è un altro modo per dire ‘cibo’>>, le spiegò pazientemente Tentenna. <<Tutti mangiano formaggio. Anche i topi.>>

<<Ah>>, rispose lei. Rimasero zitti per un pò, poi la straniera disse: << Io no, non ho mai visto questo ‘Formaggio’>>.

Per Tentenna era difficile da credere. Uno gnomo che non mangia formaggio? Impossibile! Lei stava ancora tenendo il sasso; Tentenna lo guardò e scosse la testa.

<< Qualunque cosa sia, non posso mangiarla, Io mangio solo formaggio.>>

Il passo che ho riportato per me è importantissimo: E’ il primo messaggio che Ridolino lascia a Tentenna e al quale, nel primo libro dai poca importanza, ma questo passaggio ti fa comprendere quanto invece sia importante: Se segui le tue vecchie convinzioni, non arriverai mai al nuovo formaggio.

Alcune regole che Tentenna scrive sui muri del labirinto sono:

  • Prendi coscienza delle tue convinzioni. Una convinzione è un pensiero di cui sei certo;
  • Non credere a tutto quello che pensi. A volte i <<fatti>> sono soltanto il tuo modo di vedere le cose;
  • Rinuncia a quello che non funziona. Non puoi imbarcarti in una nuova missione con un vecchio bagaglio;
  • Guarda fuori dal labirinto. Prendi in considerazione l’improbabile. Esplora l’impossibile;
  • Scegli una nuova convinzione. Cambiare ciò che pensi non cambia ciò che sei;
  • Non ci sono limiti a quello in cui puoi credere. Puoi agire, sperimentare e sentirti bene molto più di quanto tu creda.

Questa storia, a differenza della prima, dimostra quanto una convinzione può incatenarci e renderci prigionieri di una situazione.

Cominciamo a riconoscere le nostre convinzioni e scardiniamole.

Questi due libri ci aiutano a scardinare le nostre convinzioni. La cosa che più mi ha colpito in questo libro è la prefazione, dove i figli di Spencer Johnson raccontano quanto questa storia abbia aiutato anche l’autore stesso ad adattarsi più volte agli alti e bassi della vita; Da loro ha tratto gli strumenti necessari per accettare con amore e gratitudine anche il cambiamento più grande della sua vita: la diagnosi di un cancro al pancreas, riuscendo a vedere la malattia sotto una luce diversa. Infatti, alla fine del libro, è stata riportata una lettera che Spencer Johnson ha scritto poco prima di morire, che illustra bene gli insegnamenti e le idee che lo hanno ispirato e guidato.

Semplicemente stupefacente quanto le nostre convinzioni possono cambiare la nostra vita.  

 

Buona lettura!

 

Rachele.

Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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