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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

EROI PER CASO

EROI PER CASO

EROI PER CASO.

Strano caso quello del nostro paese, che ha sempre bisogno di eroi per caso per far riflettere su quello che spesso è sotto gli occhi di tutti o meglio di chi vuole vedere.

Il 20 marzo a Milano succede un fatto che poteva scatenare una tragedia o meglio quello che si potrebbe definire un attentato di un “lupo solitario”, magari ,forse, radicalizzato da qualche sito islamico radicale online, un’autista di bus con 51 ragazzini a bordo che ha minacciato di dare fuoco al mezzo con i suoi occupanti a bordo, cosa che poi ha fatto, vicenda che fortunatamente ha avuto un lieto fine.

Un fatto atipico, non il solito immigrato radicalizzato, ma un cittadino francese nato in Francia (di origine senegalese), con cittadinanza italiana dal 2004, sposato (e separato) con un’italiana dalla quale ha avuto due figli, regolare autista di autobus in una compagnia di trasporti pubblici. Già questo può apparire abbastanza spiazzante in un paese come l’Italia dove l’unico episodio con una valenza terroristica vagamente paragonabile, per impatto, ad eventi terroristici avvenuti in altri paesi,è stato quello di un fascistoide di Ascoli Piceno (già candidato locale della Lega) che ha sparato a casaccio su persone extracomunitarie trovate per strada.

Ma andiamo oltre. Appare chiaro come l’episodio, oltre al giustificato allarme, abbia sollevato la solita marea xenofoba (e talvolta razzista) , anche se quasi immediatamente sopita, anche perchè questa volta un granellino si è venuto a infilare nel solito meccanismo comunicativo .

A parte il fatto del salvataggio tempestivo che va a merito dei carabinieri, l’opinione pubblica viene subito a sapere che i ragazzini a bordo appartengono a dieci nazionalità diverse, un microcosmo, ma i primi a dare l’allarme, con un certo sangue freddo, con i loro cellulari sono stati Ramy, Samir , nomi non proprio italiani, ma di famiglie magrebine, musulmane, con genitori immigrati da anni e regolari lavoratori. Insomma il “cattivo” viene ridimensionato dall’ ”eroe “ buono e innocente che salva la situazione.

Che fare ? Qualcuno propone di dare la cittadinanza a Ramy, che per “aggravare” la situazione dice di sentirsi italianissimo e che da grande vuole fare addirittura il carabiniere, perchè , paradossalmente, questo ragazzino italianissimo, che fa le scuole in Italia e parla italiano perfetto (ovviamente, direi) non è cittadino italiano. Ma il ragazzino dice anche una cosa saggia sul perchè dare la cittadinanza a lui e non ad altri ragazzi della sua stessa condizione ? forse per averla bisogna rischiare di morire bruciati in un bus di periferia? Occorre l’eccezionalità per avere una cosa normale?

Il “ministro della paura” risponde subito che se Ramy vuole la cittadinanza si faccia prima eleggere in parlamento. E qui il granellino blocca il meccanismo perchè appare a tutti un po’ strano che un potente ministro “bullizzi” un ragazzino tredicenne che vuole fare il carabiniere. Allora l’apparato comunicativo del ministro, sentite le voci al bar (vorremmo sapere quali bar frequentano) ossia quelle del cosiddetto “senso comune” che è la guida dei politici che rinunciano a programmi lungimiranti, da Renzi a Salvini, decide di far cambiare idea al ministro: al bambino – eroe, ma solo a lui, verrà concessa la cittadinanza. Una sorta di premio .

Mentre invece il diritto è quello di migliaia di ragazzi, nati in Italia, che frequentano scuole italiane, che respirano la cultura italiana, che mangiano le stesse cose che mangiamo noi, che vivono il nostro immaginario, ma che non sono considerati al pari degli altri ragazzi che sono in classe con loro, che giocano a pallone insieme a loro, o fanno musica. insieme

Di fronte alla “vigliaccheria” politica, al silenzio colpevole dei governi di centrosinistra da Renzi a Gentiloni e del PD in genere , di fronte alla xenofobia alimentata da ministri della paura leghisti e affini, di fronte a chi come i 5 Stelle invoca un “contratto” di governo per lavarsene le mani, lo ius soli è una battaglia di civiltà che vale la pena di combattere. Perchè politica è avere visione del futuro e perchè per una politica asfittica basta un granellino come Ramy per mettere in discussione tutto.

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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