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Recensione “L’avvocato”, Victor Methos

Recensione “L’avvocato”, Victor Methos

Salve a tutti e benvenuti in una nuova Rece-dibattito!! (….. che nel vocabolario di Rachele, significa recensire il libro e blaterare di cose inerenti che in realtà potrebbero non fregare a nessuno, ma andiamo avanti) 

L’AVVOCATO

di Victor Methos

 

 

Editore: Newton Compton

Pagine: 245

Prezzo: 9.90 €

“A corto di soldi e ambizione, il giovane avvocato Brigham Theodore decide di farsi assumere in un piccolo studio legale a Salt Lake City. Dopo la delusione per la sconfitta in tribunale nel suo primo processo è convinto che la sua carriera sia finita. Ma il suo capo, un ambiguo russo-americano, gli affida inaspettatamente un caso delicatissimo. La cliente è Amanda Pierce, accusata di aver sparato all’uomo che ha rapito, torturato e ucciso la sua bambina di sei anni. Una giuria potrebbe anche simpatizzare per lei a causa del suo terribile dolore, ma la legge non è mai stata tollerante con chi si fa giustizia da solo, e la pena che pende sul suo capo è l’esecuzione. L’accusa, come se non bastasse, è in mano a Vince Dale, il procuratore che non ha mai perso una causa. Non c’è dubbio che Amanda abbia premuto il grilletto: l’ha fatto di fronte a cinque testimoni. Se si dichiarasse colpevole eviterebbe la pena di morte, ma dovrebbe ammettere che ciò che ha fatto era sbagliato. D’altra parte, una dichiarazione di non colpevolezza potrebbe mettere a rischio per sempre la carriera di Brigham. E la vita stessa di Amanda.
Un caso complesso e intricato per l’avvocato Brigham Theodore, ma lui non ha alcuna intenzione di arrendersi.
Un’intensa suspense che cresce durante le fasi del processo.
I segreti hanno il potere di unire le persone contro il resto del mondo.”

 

Basato su una storia vera.

Diciamo che a me bastano queste cinque parole per incuriosirmi. Infatti, avvistato in libreria, non potevo di certo lasciarlo li, sullo scaffale tutto solo.

Come si legge dalla trama, il caso descritto è quello di Amanda Pierce, una madre che ha ucciso davanti a dei testimoni, colui che ha rapito, torturato, stuprato e ucciso la sua bambina di sei anni. E già dalla storia scelta, non si può rimanere indifferenti al tema.

La storia è davvero ben fatta: Incalzante, piena di suspance e mantiene alta la tensione fino al verdetto finale. L’avvocato Brigham è un personaggio completo: giovane, idealista, al primo ingresso nel mondo della giustizia e che crede che essa significhi “ognuno ha ciò che si merita”. Per questo, egli sostiene che Amanda, una condanna non se la meriti proprio….

Meriterebbe una medaglia al valore, semmai.

Avanti, chi di noi non lo ha mai pensato? Chi di voi non sarebbe d’accordo con un genitore che ha ucciso per vendetta sul proprio figlio? E’ vero, razionalmente parlando, non è giusto e anzi, è meglio che la giustizia faccia il suo corso, ma, sul piano delle emozioni, dell’istinto… chi è quella persona che non appoggerebbe e cercherebbe di far evitare una condanna “non meritata” ad una persona che ha commesso un gesto così “disperato”?

Mi viene in mente il caso del piccolo Tommy (Tommaso Onofri), nel lontano 2006, un caso che fece scalpore e fece crescere un sentimento di rabbia nell’opinione pubblica… chi è che non ha pensato, almeno una volta, che se fosse successo alla sua famiglia, avrebbe fatto carte false pur di farla pagare all’assassino del proprio figlio? Rispondiamo a questa domanda con sincerità a noi stessi.

Questo libro, oltre alla suspance incalzante di cui parlavo prima, tratta proprio questo argomento. Brigham si pone sempre questa domanda, o comunque ci rimanda sempre a questa:

E’ giusto o sbagliato che Amanda abbia una condanna?

Detto questo, vi consiglio di leggere questo libro che oltre ad essere una storia ben scritta e ben fatta, ha anche molti spunti di riflessione su argomenti così delicati.

 

E voi cosa ne pensate del farsi giustizia da soli? 

 

Buona lettura a tutti!

 

Rachele Bini

Rachele, 31 anni. Una, Nessuna, centomila. Copywriter e amante della comunicazione, la scrittura è il suo pane quotidiano. Ha gestito un Ufficio Stampa per una piccola Casa Editrice Indipendente. Aspirante Giornalista, scrive per "Il Tirreno".

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