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Lettera ad Alex Zanardi: la sua vita dopo il Lausitzring

Lettera ad Alex Zanardi: la sua vita dopo il Lausitzring

Come nasce quest’articolo singolare e diverso da tutti gli altri? Mi ha molto colpita un giudizio di una persona a me molto cara che soli pochi giorni fa mi ha detto, senza troppi preamboli, che ciò che scrivo non emoziona, che le citazioni e le date non interessano a nessuno e mi ha spronata a metterci un po’ più di mio nei miei scritti! Ho deciso di accettare questa sfida, in primis con me stessa ed in quest’articolo non ci saranno né cenni storici, né biografie, niente di niente, solo il pensiero della scrivente che, comunque, spera di incuriosirvi e di tenervi svegli sul divano fino alla fine!

Lettera ad Alex Zanardi: la sua vita dopo il Lausitzring

Carissimo Alex,

finalmente mi sono decisa a scriverti, era da tanto tempo che desideravo farlo, ma forse non ne avevo il coraggio tanto da rimandare questo momento fino ad oggi.

È sempre difficile scrivere delle lettere, che siano d’amore, d’amicizia, d’addio, di perché o di aiuto! È un mettere nero su bianco, “spiattellare” i propri sentimenti, le proprie emozioni, un mettere a nudo la propria anima!

Ti starai chiedendo non tanto chi sono ma perché ti scrivo ecco ti accontento subito…..ho una “sfilza” di domande da porti, di perché e forse un giorno se spedirò questa lettera magari mi risponderai!

Prima del tuo fatidico incidente nel 2001, prima del Lausitzring (circuito automobilistico situato vicino a Klettwitz, nello stato del Brandeburgo in Germania) non conoscevo neanche il tuo nome, da quel giorno hai iniziato a collezionare successi, uno dietro l’altro, tanto da diventare non solo un simbolo dello sport mondiale ma un esempio di vita, di coraggio, di umiltà e soprattutto simbolo di chi nella vita non si arrende MAI!

Mi sono arrivate dritte al cuore le tue parole: “l’incidente è stato una delle più grandi opportunità della mia vita, da subito non ho guardato a ciò che mancava, all’amputazione delle mie gambe, ma a ciò che restava ed è da lì che ho deciso di iniziare”.

Anch’io nella vita credo di aver avuto qualche “batosta” ma paragonata alla tua mi sento di dire che le mie disavventure sono state solamente dei lievi raffreddori ed anch’io come te, ho sempre cercato di vedere che cosa potevo costruire dalle macerie ed è proprio la mia grande curiosità che mi ha sempre aiutata a vedere al di là del brutto, al di là del dispiacere, al di là del dramma, riuscendo a trasformare il tutto come se fosse sempre una rinascita.

Caro Alex,

è proprio da qui che inizio con i miei tanti quesiti, vorrei che tu mi aiutassi, vorrei che tu provassi a spiegarmi come si fa a far venire la CURIOSITA’ a chi non ce l’ha, come si fa a spiegare a chi ha paura di tutto che se non si prova ad avere coraggio, se non si rischia nella vita non vedremo mai realizzati i nostri sogni?

Come si fa a spiegare a chi ha le gambe che deve usarle, che deve muoversi se vuol vedere un minimo di cambiamento nella propria vita?

Come si fa a far capire alla gente che bisogna cogliere l’attimo e che di vita ne esiste solo una?

Caro Alex,

ti sto inondando con i miei perché, la depressione è uno dei tanti mali del nostro secolo, una malattia che faccio fatica a capire, a concepire, credo che parta tutto dalla testa, dalla forza di volontà!

Sono dell’idea che ci siano solamente due strade da poter percorrere: una è quella di voler vivere chiedendosi a cosa teniamo, cosa vogliamo, cosa amiamo, l’altra è quella in cui decidiamo di non voler vivere, quella in cui vediamo sempre il bicchiere mezzo vuoto, dove sovrasta la noia, dove la curiosità è morta o forse non è mai nata!

Caro Alex,

chissà a cosa devi aver pensato quando hai visto la morte in faccia, devi aver ripercorso tutta la tua vita in un istante; vederti nelle foto dopo le tue tante vittorie, con il tuo volto ridente, è un’emozione unica, si capisce che ami tantissimo la vita e che non ti fermerai mai, dinnanzi a niente!

Persone come te fanno riflettere, è tremendamente bello vedere che da una sciagura si riesca a vedere una seconda opportunità di vita!

Grazie caro Alex,

grazie davvero, il tuo voler essere normale ci fa capire ogni giorno quanto in realtà siamo menomati e stupidi!

“Senza gambe”

Vorrei

camminare, correre, muovermi, saltare

ma le mie gambe restano ferme,

ancorate al terreno, senza riuscire a spostarsi

neanche di un “fottutissimo” passo!

Vorrei

vedere, immaginare, sognare

ma i miei occhi sono spenti, bui, ciechi

da scorgere la notte anche di giorno!

Vorrei

toccare, accarezzare, costruire, creare

ma le mie mani sono bloccate, immobili, come morte!

Vorrei

sentire, amare, emozionarmi

ma il mio cuore è gelato, marmato!

Io le mie gambe invece le ho perse,

veramente,

ma grazie al mio cuore,

alla mia voglia irrefrenabile di vita,

di vedere oltre,

riesco a camminare,

a vedere,

a sognare,

ad amare,

ad emozionarmi,

a ricreare la mia vita: a vivere!

Svegliati “cretino”,

rischia,

abbi il coraggio di provare,

tu puoi vivere da Re,

devi volerlo fortemente però,

a te manca solo la volontà,

la forza di dire basta,

smetti di dire vorrei, fai

e vivi questa vita

che è dannatamente bella

ma se non la vivi

finirà con l’essere solamente dannata!

Paola Giustiniani

Paola Giustiniani

Nata a Pisa, dove risiede, il 5.3.70. Studia a Tübingen in Germania e si laurea in lingua tedesca presso la facoltà di Lingue e Letterature straniere di Pisa. Lavora presso la Knauf dal 2001, multinazionale leader nel settore dell'edilizia, in qualità di Assistente di direzione di stabilimento. Ha iniziato la collaborazione con WiP Radio scrivendo il blog "Emozioni e non solo... giustappunto". Quest'anno ritorna proponendo una nuova rubrica, "Battiti di ciglia petalosi".

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