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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

CATALOGNA

CATALOGNA

CATALOGNA

Non ci voleva molto , girando per le strade di Barcellona imbandierate con le bandiere di Catalogna su terrazzi e alle finestre per capire che qualcosa bolliva in pentola . Bastava andare al Born , lo scavo archeologico in centro città , che ricorda la cittadella distrutta nel 1714 e che segnò la fine dell’autonomia della Catalogna, e vedere come in questo luogo di ricordi civili si ricordasse anche la resistenza catalana a Franco, il fascista devoto. O nelle celle del castello di Montjiuch con i suoi ricordi anarchici. Insomma solo il governo di Madrid poteva pensare che questi fermenti potessero rimanere a livello di mera testimonianza. D’altra parte tutti dimenticano come il governo di centrodestra dei Popolari nel 2010 avesse brigato per far abolire l’autonomia catalana, concessa nel 2006 dal socialista Zapatero , che aveva ridotto gli indipendentisti a mera testimonianza. Invece il governo Rajoy , dell’ottuso Rajoy, ha fatto finta di non vedere o meglio ha fatto degenerare talmente le cose fino alla convocazione del referendum da parte del governo catalano. Certo, referendum illegittimo secondo la Costituzione spagnola, avventuroso e azzardato, ma che poggiava su ragioni che nulla hanno a che vedere con i referendum leghisti della Padania, che molti critici hanno voluto accostare. La violenza del governo Rajoy, l’ottusità con cui ha negato ogni mediazione, ha fatto i resto. Nel silenzio assordante dell’Europa che non riesce a riconoscere se stessa.

ANNE FRANK

Una cosa positiva l’hanno fatta quei mentecatti tifosi laziali razzisti (il cui livello culturale è di un’arretratezza disarmante) a pensare che mettere il volto di Anne Frank su una maglia della Roma potesse risultare offensivo per gli storici “avversari” . Nelle librerie ho visto gente di ogni età con in mano il celebre Diario di Anne, segno che proprio non tutto è perduto e che qualche scintilla di razionalità esiste ancora mentre questa marea nera sta montando in tutta Europa.

Quello che colpisce in questa vicenda è come gli stadi siano da anni zona franca dove si esercitano i peggiori razzismi , con le curve in mano a gruppi politici di estrema destra antisemiti spesso, inneggianti a Hitler come è accaduto pochi mesi fa.

E allora ci si indigna e si getta la spugna subito dopo, come ha fatto l’impresentabile presidente della Lazio Lotito, che con aria contrita, si è presentato alla sinagoga di Roma in segno di scusa, nn senza prima avere pronunciato la frase (carpita dalle telecamere) , “annamo a fa’ questa sceneggiata”. Alla prossima curva con i cori dei “me ne frego”.

VAL DI SUSA

Sta bruciando da giorni la Val di Susa, una delle valli più belle del Piemonte, gente evacuata, un patrimonio boschivo distrutto, chiusura dell’autostrada, nubi di ceneri che arrivano a Torino. Un disastro ambientale, insomma. Eppure sui giornali di questa mattina, nulla o quasi. Pagine e pagine invece su quell’arrogante sprovveduto opportunista (passato dal Msi, al Pd, al M5S) collaboratore della sindaca Appendino che si è fatto “beccare” mentre premeva per far togliere una banale multa ad un amico. Ecco, di fronte a questa piccola miseria umana, avrei preferito un po’ di spazio in più su un disastro come quello della Val di Susa.

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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