Father John Misty – Pure Comedy
[Data di uscita: 07/04/2017 – Label Bella Union ]
Sin dal 2012, Father John Misty, nome d’arte di Josh Tillman, si è inaspettatamente fatto notare per la sua voce unica e innegabilmente singolare. Sia in virtù dei suoi testi, che abitualmente sfidano i presunti poli opposti di umorismo / sentimentalismo ed empatia, sia per le sue esibizioni dal vivo nelle quali lui sembra un “folle intimista”, sia per le battute argute che riserva al suo pubblico online e nelle interviste, Father John Misty si è coltivato uno spazio tutto suo nel panorama musicale contemporaneo.
Pure Comedy vede Tillman alle vette delle sue potenzialità, come scrittore di testi e, allo stesso modo, come osservatore culturale: con le sue critiche, che divergono dal tradizionale modo di scrivere canzoni, mette a nudo l’umanità, talvolta sfociando in strane preveggenze.
Si potrebbe obiettare che ciò che dice non è esattamente nuovissimo; di certo non è la prima persona che ci dice che il pianeta sta andando allo sfascio, che la popolazione sta diventando immune e disconnessa dagli orrori quotidiani, che siamo sovraesposti a un intrattenimento senza arte né parte e a un inflazionato senso di sovrastima della propria importanza, alimentato dai social-media, che i politici sono venali e fautori solo dei propri interessi, che la religione è una perdita di tempo ma che nemmeno l’umanesimo è così affascinante, dopo tutto, e che dimostra soltanto quanto gli esseri umani si comportino stupidamente, ma è difficile pensare che qualcuno lo potesse fare con la stessa potenza.
Father John Misty ha scritto la maggior parte dei pezzi di Pure Comedy durante il 2015 e nel 2016 ha registrato le basi e le tracce vocali direttamente su nastro in non più di due sessioni l’una agli United Studios di Los Angeles, conosciuti anche come i leggendari Ocean Way Studios, i preferiti da Frank Sinatra e dai Beach Boys.
L’album è stato co-prodotto ancora una volta da Father John Misty stesso insieme al suo produttore storico Jonathan Wilson e mixato sempre da Tillman, Wilson e Trevor Spencer, poi ultimato da Bob Ludwig ai Gateway Mastering Studios. L’album vede la presenza di archi, fiati e arrangiamenti corali eseguiti dall’iconoclasta del classico Gavin Bryars ( già autore di Jesus Blood Never Failed Me Yet, Sinking Of The Titanic), con contributi aggiuntivi di Nico Muhly e Thomas Bartlet.
“(…) The homophobes, hipsters and 1%, the false feminists he’s managed to detect.
Oh, who will critique them once he’s left?”Ballad of the Dying Man