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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Grazie Family Day!

Grazie Family Day!

Grazie Family Day!

Devo dire che sono contento che ci sia stato il Family Day, con decine di migliaia di persone a calcare il prato stento del Circo Massimo: grazie, grazie agli organizzatori!

Perché ci hanno permesso di ascoltare, attraverso le varie interviste che si susseguono in rete, le voci di un’Italia profonda, sempre uguale a se stessa, quella che pensava al presepio della famiglia e votava il Berlusconi dei festini di Arcore e di Noemi, quella che considera gli omosessuali dei malati strumento del diavolo, quelli che si fanno rappresentare dal primo politico becero che passa come il Gasparri, vicepresidente del Senato, che minaccia di pulirsi il sedere con i fazzoletti di carta dell’Ikea e rimandarli al mittente, perché pensa che i dirigenti dell’azienda svedese, che hanno osato dire che per loro le coppie sul mercato sono tutte uguali, possano mangiare la sua merda (che eleganza, che finezza per un vicepresidente del Senato!).

E infine quelli che hanno detto che la “famiglia ideale è quella di Maria” con tanto di Spirito Santo e San Giuseppe padre non padre. Ecco per tutto questo grazie, perché talvolta, nel nostro spirito laico, ci dimentichiamo che esistono.

Rottamazione

Da quando è passato dalle vecchie auto alle persone, questo termine da sfasciacarrozze è divenuto quasi nobile e non una parola che sembra nuova ma che spesso nasconde il vecchio. Ricambio generazionale? Certo, come è naturale in tutti i cicli della vita umana. Ma poi si scopre che la base che ha portato il successo Corbyn alla carica di segretario del partito laburista britannico è formata dalle masse giovanili di sinistra. Cosa analoga negli Stati Uniti dove il “socialista” democratico Sanders contende alla superfavorita Hillary Clinton le primarie ed è sostenuto dalla parte più giovane e progressista dell’elettorato. Si dà il caso che questi due personaggi non siano proprio ventenni, ma veleggino sui settanta e anche più. Che dire? Che forse i più giovani premiano la coerenza, la pulizia, il coraggio delle proprie idee piuttosto che proclami di rottamazione. Noi intanto, felici e sereni della rottamazione, contentiamoci del supernuovo Denis Verdini di Firenze.

Il nostro inviato speciale

Stavo leggendo online l’articolo di Luciana Castellina sul “Manifesto” in cui parla del giovane Giulio Regeni, ucciso dopo quattro giorni di torture al Cairo, perché scriveva per il suddetto giornale reportage sul movimento di opposizione sindacale alla dittatura del “nostro fedele alleato” al-Sisi, presidente dell’Egitto. Una vicenda tragica, una scelta etica quella di Giulio, una persona speciale. Si dà il caso però che un giornale nazionale come “il Manifesto”, sia pure una cooperativa, per coprire una delle aree più calde del Mediterraneo si serviva di un giovane neolaureato che girava in un ambiente estremamente pericoloso, fuori dall’Italia, sotto un regime di polizia violenta, senza avere la minima tutela giornalistica (non era certo “embedded”) e magari gratis, perché in una scelta etica e volontaria a cosa serve il vile denaro.

Ecco vorremmo meno ragazzi speciali, ma vivi.

Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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