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Preparativi di viaggio: quell’insana passione per “la lista”

Odio Bruno Pizzul | Bollicine

Odio Bruno Pizzul | Bollicine

Odio Bruno Pizzul

Pizzul

Per un ragazzo degli anni ’90 ci sono stati tanti ricordi, tante facce e tanti voci che rimarranno nella memoria, una di queste è legata al calcio. Il gioco più bello del mondo si dice, forse si diceva. Anche se oggi ha preso delle derive più commerciali che sportive rimane pur sempre l’unico sport capace di aggregare e unire persone tra loro diverse, sia che si tratti di stare su un campino, con 4 felpe a far da pali, sia che si tratti di partite più importanti. C’è un evento però capace di aggregare più di tutti: la nazionale.

Le partite della nazionale, o meglio le partite dei mondiali, perché le qualificazioni le guardano in pochi, sono l’evento per cui il paese spesso si ferma. Un vecchio luogo comune dice che improvvisamente diventiamo un popolo di commissari tecnici, cioè di allenatori. Quando gioca la nazionale tutti ponti a guardare, a commentare, a criticare e soprattutto a tirar fuori la ricetta giusta… ma solo dopo, a fine partita.

Una voce che ci ha sempre accompagnati i questi eventi è quella di Bruno Pizzul, telecronista di Udine. Il buon Bruno è stato un eccellente commentatore, si potrebbe dire forse il nonno dei più famosi oggi Compagnoni Caressa o Piccinini. Anche lui ha coniato termini pionieristici per quegli anni come “spizza la palla” o  anche  “rincula” , o “parte il treversoneeee”. Fatto sta che il nostro ci ha accompagnato per tutte le più cocenti delusioni che l’Italia del calcio ricordi. Tante e una di fila all’altra in questi anni ’90.

Andiamo per ordine. Mondiali 1990 in Italia, un mondiale fatto in casa dove il minimo che ci aspettavamo tutti era arrivare primi. L’ultimo trionfo era di soli 8 anni prima ma sai, quando giochi in casa ti aspetti sempre un po’ di più. Invece ci fermammo alle semifinali, davanti a re Maradona, ai rigori e agli errori di Donanoni e Serena. E lì Bruno con voce mesta ci consolò, dicendoci che ci saremmo rifatti sicuramente al prossimo mondiale.

Mondiali del 1994, born in the Usa. Sacchi in panchina e Baggio in campo con i soliti tocchi divini. Italia in Finale. Rigori, ancora. Errori di Baresi e poi la traversa mistica di Baggio. Secondi. E ancora Brunone a dirci che peccato, ma ci rifaremo la prossima volta, la squadra è buona.

Arriviamo nel 1998 in Francia. Il dualismo Baggio-Del Piero e Cesare Maldini in panchina. Ai quarti incontriamo i padroni di casa. Ancora una volta rigori! E ancora una volta fuori. Questa volta è di Biagio a cogliere la traversa e a lasciarci lì con l’urlo in gola. Bruno ci consolò ancora ma qualche sospetto iniziò a venire a più di un tifoso.

È quindi il turno degli Europei del 2000 in Belgio e Olanda. Zoff in panchina e noi a un minuto dal termine della finale vinciamo 1-0. Nei secondi del recupero, quando in molti avevano già acceso la macchina o il motorino, provano se il clacson avesse retto almeno 4 ore di fila, pareggio Francia… Non solo ma nei supplementari golden gol di Trezeguet e Francia campione. Insomma ancora  Secondi. Bruno adesso è chiaro, vogliamo la tua testa, adesso non ci sono più dubbi. Molla le corde vocali lì accanto al microfono!

Non c’era modo di rimuoverlo da lì però. Anche la nazionale stessa ormai lo sapeva. Per questo i mondiali di cambio decennio, nel 2002 in Corea li giocammo proprio male. C’è sempre Pizzul e noi usciamo addirittura agli ottavi.

Il tempo però è gentiluomo, la clessidra scorre e arriva il momento della pensione anche per Pizzul. Nel mondiale successivo, Brasile 2006, Bruno è alla TV come noi! Sarà un caso, ma alziamo la coppa al cielo!! Facciamo fuori la Germania ai supplementari e la Francia in Finale, per giunta ai rigori. Campioni del mondo!! È tutto vero!

Guardandoci indietro, caro Bruno, te lo devo proprio dire. Anche se non è da questi particolari che si giudica un commentatore… portavi una sfiga nera!

Matteo Pardini

Matteo Pardini

Blogger di WIP Radio con le sue "Bollicine".

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