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Europa: la lunghezza dei fagiolini e la democrazia

Europa: la lunghezza dei fagiolini e la democrazia

EUROPA: LA LUNGHEZZA DEI FAGIOLINI E LA DEMOCRAZIA.

Promessa solenne agli amici di WiP Radio! In questa domenica di elezioni, in questo clima di falsa par condicio, seguita da altrettanto false “pause di riflessione”, non farò nomi e cognomi. Solo un nome: Europa. Sentirsi europeo è quasi un’ovvietà, eppure quanti si sentono veramente europei non solo in senso geografico? Oggi noi andiamo a votare “per l’Europa”, ma sappiamo cosa votiamo? Quando ci parlano d’Europa i nostri politici sono capaci soltanto di dire “l’ha voluto l’Europa”, tanto per lavarsene le mani, oppure per normative apparentemente ridicole come le disposizioni sulla lunghezza dei fagiolini. Ma come? – pensa allora l’elettore medio – Dovrei votare un organismo di questo genere, un parlamento che pensa ai fagiolini? Fagiolini liberi, allora!

Oppure c’è l’altro “pericolo”, ossia che le elezioni europee si trasformino in elezioni interne per regolare i conti di casa nostra, con comizi urlanti nelle piazze, giudizi di Dio sulla politica di questo e quello: una sorta di elezioni di metà legislatura come quelle americane. Tanto che qualcuno mette le mani avanti: vadano come vadano io resto al mio posto.

Domani quindi, senza aver sentito tanto parlare d’Europa quanto di beghe interne, dopo essere stati “benedetti” da Bruno Vespa e dai suoi siparietti, milioni di italiani andranno a votare, salvo poi dimenticarsi chi hanno votato, perché e senza sapere cosa faranno in Europa “lor signori” che hanno votato (certe volte neanche conoscendo chi hanno votato, spesso in un mare di mediocrità) . Infatti, come diceva il vecchio Rousseau, una volta celebrato il rituale della votazione, ci rivediamo fra cinque anni, Dio volendo, senza più interessarci minimamente di quello che succederà a Strasburgo o a Bruxelles, senza minimamente partecipare o almeno sentirci partecipi, pronti a bofonchiare appena il primo politico di turno in malafede ci dirà che “è colpa dell’Europa”.

europa

Infatti, quanto del parlamento europeo compare sui nostri giornali o in tv? Quanto delle sue decisioni? Cosa sappiamo del lavoro che fanno i nostri eletti? Di qualcuno addirittura ci dimentichiamo come è fatto, scompare letteralmente dal nostro sguardo, magari è un grande lavoratore, lavora e si impegna strenuamente, ma è dimenticato nelle lande di Strasburgo. “Ma come c’è sempre?”, seguito da uno iettatorio “ma è sempre vivo”? Eppure in Italia l’informazione segue ogni starnuto di deputato, ogni esternazione di vice portaborse, ogni simpatica mediocrità vivente che appare nei programmini di intrattenimento. E allora? Recentemente un noto politico europeo (non faccio nomi perché è felicemente candidato) ha detto con molta sincerità (lo riassumo in breve) che in politica si lancia un provvedimento che si ritiene utile (chi?), la ‘ggente tanto nella grande maggioranza non ci capisce niente e, se non c’è la reazione dell’opinione pubblica, a parte le solite chiassose minoranze dei soliti “informati”, si manda avanti con tranquillità ed è impossibile poi tornare indietro. A quel punto tutti vissero felici e contenti nella loro altrettanto felice ignoranza. Più chiaro di così!

Se questo vale per le politiche nazionali, figuriamoci per le distanti politiche europee. Forse l’informazione dovrebbe cominciare a pubblicare pagine tipo “qui Europa”, a fare trasmissioni televisive europee, le associazioni a creare una cultura politica che sia europea. Chissà perché oggi penso al vecchio Mazzini (scrivo il cognome, tanto ha deciso di non candidarsi) e alla sua idea di Europa dei popoli e non dei banchieri (ma che includa, non che escluda come vorrebbero certi “padani”), di un’Europa dei cittadini e non della ‘ggente, di un’Europa in cui il voto sia partecipazione e non numero.

L’antieuropeismo distruttivo di movimenti ultranazionalisti e xenofobi si combatte non con le cifre dei bilanci e le curve dei grafici, ma costruendo un’identità europea fatta di territori ricchi di cultura, di identità locali e regionali che si sentano parte dell’insieme, di valori fatti di libertà, uguaglianza, solidarietà (sì, sono sempre gli stessi da due secoli!). Altrimenti… ci rivediamo da Vespa fra cinque anni.

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Europa: la lunghezza dei fagiolini e la democrazia by Tiziano Arrigoni is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 4.0 International
Tiziano Arrigoni

Tiziano Arrigoni

Massetano - follonichese - piombinese - solvayno, insomma della Toscana costiera, con qualche incursione fiorentina, Tiziano Arrigoni è un personaggio dalle varie attività: scrittore di storia e di storie, pendolare di trenitalia, ideatore di musei, uomo di montagna sudtirolese ed esperto di Corsica, amante di politica - politica e non dei surrogati, maremmano d'origine e solvayno d'adozione, ecc. ecc... ma soprattutto uno che, come dice lui, fa uno dei mestieri più belli del mondo, l'insegnante (al Liceo Scientifico "E.Mattei" di Solvay) e, parlando e insegnando cose nuove, trova ispirazione e anche "incazzature", ma più la prima, dai suoi ragazzi di ieri e di oggi.

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