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I PicNic al giardino ex Nani di Veronetta…

Una parentesi, ovviamente anche culinaria, di una giornata all’insegna dell’umanità…

L’articolo di oggi è una pagina di Diario, il mio personale. Quello che ho la fortuna di vivere nella vita reale e che prima sarebbe stato raccontato in un foglio di carta profumato. Chiuso lì, tra i ricordi.

Al giorno d’oggi però la carta non va più tanto di moda, e io ho questa fantastica opportunità di scrivere per questa rubrica che adoro. Così oggi vi racconto cosa mi è successo sabato!

Sono stata invitata dall’associazione Veronetta129 – che gestisce il progetto Indovina chi viene a cena a Verona – ad un PicNic di chiusura stagione. Facciamo un po’ d’ordine:

“Indovina chi viene a cena? è un’iniziativa che sovverte l’idea di ospitalità aprendo le case degli altri, per costruire insieme uno spazio di comunanza. Si tratta di partecipare e condividere una cena a casa di una famiglia straniera. Non è un progetto gastronomico, ma di relazione, in cui il cibo è il mezzo che permette di abbattere barriere culturali e creare convivialità.”

A Verona da 2 anni partecipo alle cene di Indovina chi viene a cena? – Verona e ho questa fantastica opportunità di conoscere persone, storie e cibi che mai avrei immaginato…

Così sabato mi reco al PicNic in veste di Cookpad, avevamo infatti organizzato un contest di ricette da Pic Nic vegetariane. Allegria, sorprese e un clima invidiabile all’ombra degli alberi del giardino ex Nani.

Prima di iniziare il contest (e il pranzo) era previsto un laboratorio creativo con il caffè. Arrivo a cose già iniziate. Il caffè era già stato stato versato dallo sculture Marco Danielon sul foglio. 3 ragazze allegre, una compiva 23 anni proprio quel giorno, aiutavano lo sculture a ricavare disegni dalle ramificazioni del caffè: facce, mani, scarpe e mostri.

Piano piano anche le famiglie ospitanti hanno iniziato a interagire e ben presto hanno chiesto anche a me di partecipare. Ero titubante, la mia timidezza e la mia ansia da prestazione sono note a molti. Ma mi sono buttata ed ho partecipato anche io al laboratorio. Una volta che il disegno prendeva forma abbiamo deciso di dedicarlo a Carola, la capitana della Sea-Watch che proprio quel giorno era stata arrestata. Il disegno infatti aveva preso la forma di una barca, un’imbarcazione sorretta da mani, mani che parlano di umanità.

Così, fiera di aver fatto parte del progetto e di aver fatto amicizia con Zachy – Zaccaria – e sua mamma (una bellissima coppia credo senegalese) che passeggiavano per il giardino per caso, procedo con il contest e la consegna dei regali.

Ma soprattutto, mangiamo tutti insieme del cibo buonissimo. Famiglie, culture diverse, persone appena conosciute, amiche di sempre.

Sul finire del Picnic si avvicinano a noi 2 ragazzi e chiedono allo scultore un po’ di cibo, così organizziamo 2 piatti e sfamiamo anche loro. Dopo una donna chiede della frutta, e noi ne avevamo tanta sul nostro banchetto e quindi gliela diamo.

A pancia piena e contenti del contest andiamo a rivedere il nostro “capolavoro” e sembra ancora più bello.

Sarà perché condividere un’opera unisce, o forse perché la giornata è stata talmente piena di umanità che fa credere che ci sia ancora speranza!

Bel sabato.

A presto

LeTy – GaGa

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