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Archeosub a Baratti

Gli antichi avevano un discreto gusto nel costruire le loro città, sceglievano con cura i  luoghi, non solo per la loro utilità pratica (possibilità di difesa, accesso alle risorse ecc..), ma anche romanticamente immagino, per la bellezza dell’ambiente in cui erano inseriti.

Pensate alle città fenicie della Sardegna come Tharros, vicino ad Oristano, o Nora nel sud, città portuali immerse in panorami di incredibile bellezza, perfettamente costruite assecondando dolcemente la natura del terreno e colorate delle pietre locali.

Qui in Toscana tra i molti luoghi unici c’è Baratti, con la sua Populonia, l’etrusca Pupluna. Chiunque percorra la stradina alberata tra i campi che porta alla spiaggia, sente di immergersi in un posto senza tempo, in un luogo che ha conservato il suo fascino puro dalla modernità e per questo regala ancora il gusto della sua storia. Tutto ciò nonostante il turismo e l’affluenza enorme di gente.

Sulla sommità del promontorio, oltre ad esserci il parco archeologico, c’è la il castello di Populonia sviluppatosi con diverse vicende a partire dal XII secolo sull’acropoli della città antica (per maggiori dettagli https://www.pastexperience.it/le-curiosita-del-castello-di-populonia/ ).

Il castello, oltre ad essere un luogo di grande attrattiva di per sé, ospita anche a un piccolo museo per dimensione ma non per qualità dell’esposizione, la collezione Gasparri, che invito tutti a visitare. La sua curatrice, l’archeologa Carolina Megale, è fautrice di moltissime iniziative di promozione e condivisione culturale; l’ultima a cui ho partecipato riguardava l’illustrazione degli aggiornamenti sui ritrovamenti subacquei avvenuti durante l’estate nel golfo di Baratti.

Il mare regala ancora pagine di storia attraverso ciò che fa riemergere, frammenti del corredo navale del relitto del Pozzino, butti di anfore di fronte alla villa romana del Casone che fanno presumere l’esistenza di una peschiera in cui probabilmente erano allevate le  murene, pesce pregiatissimo nella Roma repubblicana.

Anche se non c’entra nulla, inutile ricordare e ricordami che dove ci sono le onde belle e si fa surf molto spesso ci sono fondali archeologicamente proficui!

La creazione di iniziative di divulgazione e condivisione che permettano la sensibilizzazione della cittadinanza al patrimonio culturale è encomiabile ma soprattutto doverosa e necessaria per molti aspetti.

Il ritrovamento fortuito di un bene archeologico è sicuramente emozionante, ma si tratta di un bene che va tutelato e lasciato dove si trova, allertando chi di dovere (soprintendenza e forze dell’ordine ). L’appropriazione di materiale antico è in primis un reato penale, ma per me soprattutto, è una privazione di conoscenza per la collettività. Attraverso un pezzo, magari insignificante , è possibile spesso risalire alla storia di un territorio, alla scoperta di nuovi elementi che caratterizzano e arricchiscono la storia di tutti noi.

Sentiamoci tutti parte di un intento comune di scoperta, valorizzazione e condivisione.

Con maschera e pinne indaghiamo i fondali di Baratti, o di altri luoghi storici, alla scoperta di tasselli importanti per la ricerca ed avvertiamo, nel caso fortunato, chi ricostruisce il passato e lo tutela.

Dopo un bel bagno è senz’altro necessaria una passeggiata tra i paesaggi mozzafiato godibili dalla torre degli Appiani e dal castello di Populonia, concludendo con una visita istruttiva alla collezione Gasparri e perché no, con un buon calice di vino tra i vicoli della rocca.

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