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Recensione “Ritorno in Mansarda”, Tommaso Drugo

Ritorno in mansardaRITORNO IN MANSARDA

di Tommaso Drugo

Editore: Self Publishing

Pagine: 222

 

 

 

TRAMA. Quando iniziai a mettere insieme tutti i racconti per la pubblicazione “Racconti in mansarda” mi resi conto, fin da subito, che ne erano troppi. E così decisi di fare una selezione. Ne scelsi solo 14, di cui uno era “Harmony” che avrebbe occupato più della metà delle pagine del libro. Ai miei affetti, che mi domandarono come mai non avessi messo altri racconti, risposi che li avrei tenuti per un eventuale secondo volume. Ed eccolo qua: ritorniamo sempre in mansarda. Quindi “Ritorno in mansarda”. Semplice.

 

RECENSIONE.

La  regola del silenzio funzionava quasi sempre. Ma a sovvertire le regole del gioco ci si misero le emozioni. E per quelle, checché se ne dica, non esiste un manuale di istruzioni.
Per fortuna.

Finalmente: Tommaso, alias @Drugo_ebbasta su Instagram è tornato con la sua seconda raccolta di racconti ordinari. Perché ordinari? Non perché siano banali, anzi: i protagonisti delle storie di Drugo sono delle persone comuni e le possiamo trovare intorno a noi.
Ritorno in mansarda nasce dall’esigenza di completare un percorso iniziato nella prima raccolta, Racconti in mansarda che ho già avuto il piacere di leggere (e adorare, aggiungerei).

La vita di una persona può cambiare anche in un’ora, in un minuto, anche in un secondo. La vita di una coppia, di una famiglia. Tutte le vite possono cambiare in pochi istanti. E succede sempre, di continuo, nella maledetta ruota quotidiana.

In questa nuova raccolta, è sempre presente quel famoso sentimento di cinque lettere che inizia con la “A” (e se ricorderai bene, non è amore ma Ansia) e ci accompagnerà per tutti i racconti che Drugo scrive… specialmente nel primo, intitolato Veranda. In questo suo primo “racconto lungo”, viene descritta la storia di Greg e Clarissa, due ragazzi che sembrano destinati ad essere come i numeri primi, vicini ma mai abbastanza per esserlo davvero (e il destino ci metterà più volte lo zampino).
Veranda è un racconto che – letteralmente – rapisce e trafigge; personalmente mi ha trascinata, posso quasi dire di esser stata una testimone della loro storia: l’ho sentita, l’ho vista, ho provato delle sensazioni, dei sentimenti.
Lo saprai anche dalle tue letture: E’ difficile trasmettere certe emozioni con le parole. Eppure, Drugo ci riesce (e te lo fa sembrare pure semplice).

Tolse la rosa bianca. Cambiò l’acqua nel vaso, mise quella nuova. Sorrise.
Non era più arrabbiato.

Anche in questa raccolta, Drugo scrive delle storie che portano alla riflessione, ma in particolar modo spingono in modo più intenso a provare empatia per l’altro. I racconti che mi hanno colpita di più in questo senso sono Marmellate, VeritàSpecchio e in particolar modo Rosa Bianca che tocca un argomento ancora molto divisivo nella nostra società e nel mondo (purtroppo). Azzarderei dicendo che questa raccolta sembra più incentrata su delle situazioni che sono più grandi del singolo, che riguardano quindi qualcosa di più grande del volere, o della situazione del singolo individuo.

Ognuno di noi è una storia da raccontare. È un libro scritto a mano da quel nostalgico della bella calligrafia che si impiastriccia il dorso della mano con l’inchiostro blu.

E poi, il racconto che conclude la raccolta, Mansarda, è un invito a conoscere sé stessi e a non nasconderci, perché ogni storia è unica ed è degna di essere raccontata al mondo intero.

E tu, dimmi, che racconto sei?

 

Buona lettura a tutti,
Rachele.

 

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